Lo studio approfondisce la gestione dell’ordine pubblico durante il periodo della reggenza di Maria Giovanna Battista (1675-1684), con un focus particolare sugli interventi effettuati nell’ambito della procedura penale e del controllo sulla criminalità. Il Seicento sabaudo è stato per lungo tempo sottovalutato dalla storiografia giuridica, venendo considerato come un lungo periodo di passaggio tra le due epoche “forti” di Emanuele Filiberto (1553-1580) e, naturalmente, del primo re di Sardegna Vittorio Amedeo II (1684-1730). Eppure, proprio il percorso di progressiva consolidazione legislativa che ha caratterizzato questo secolo ha rappresentato, nelle sue indiscutibili e continue contraddizioni, un presupposto essenziale nel processo verso la creazione di un ordinamento criminale sempre più centralizzato. In quest’ottica, il governo della seconda Madama reale, chiamata improvvisamente a reggere gli Stati alla prematura morte di Carlo Emanuele II nel 1675, ha costituito l’”anticamera” del momento terminale di questo fenomeno, e gli sforzi profusi verso la razionalizzazione del processo penale, culminati nelle Costituzioni criminali del 1677, hanno contribuito in modo significativo a favorire le successive riforme amedeane. Proprio queste ultime devono quindi essere lette non come una rottura “illuminata” col passato, ma piuttosto come un salto di qualità, nel contesto di un percorso continuo e, sostanzialmente, unitario.
«La sicurezza et il buon essere de Popoli». Ordine pubblico e criminalità nella reggenza di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours
Traverso, Matteo
2023-01-01
Abstract
Lo studio approfondisce la gestione dell’ordine pubblico durante il periodo della reggenza di Maria Giovanna Battista (1675-1684), con un focus particolare sugli interventi effettuati nell’ambito della procedura penale e del controllo sulla criminalità. Il Seicento sabaudo è stato per lungo tempo sottovalutato dalla storiografia giuridica, venendo considerato come un lungo periodo di passaggio tra le due epoche “forti” di Emanuele Filiberto (1553-1580) e, naturalmente, del primo re di Sardegna Vittorio Amedeo II (1684-1730). Eppure, proprio il percorso di progressiva consolidazione legislativa che ha caratterizzato questo secolo ha rappresentato, nelle sue indiscutibili e continue contraddizioni, un presupposto essenziale nel processo verso la creazione di un ordinamento criminale sempre più centralizzato. In quest’ottica, il governo della seconda Madama reale, chiamata improvvisamente a reggere gli Stati alla prematura morte di Carlo Emanuele II nel 1675, ha costituito l’”anticamera” del momento terminale di questo fenomeno, e gli sforzi profusi verso la razionalizzazione del processo penale, culminati nelle Costituzioni criminali del 1677, hanno contribuito in modo significativo a favorire le successive riforme amedeane. Proprio queste ultime devono quindi essere lette non come una rottura “illuminata” col passato, ma piuttosto come un salto di qualità, nel contesto di un percorso continuo e, sostanzialmente, unitario.File | Dimensione | Formato | |
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