Nel comporre uno scenario abitato da uno spazio che le donne hanno avuto, ma che è stato reso marginale o addirittura dimenticabile, Laura Sicignano e Alessandra Vannucci ci restituiscono una serie di ritratti al femminile, di presenze, di corpi sociali dentro la grande Storia plurale del Novecento. E per farlo intercettano un nuovo racconto ponendosi dall'altro lato della barricata e posando lo sguardo su quelle creature che - collocate fuori dalla memoria collettiva - reclamano l'opportunità di immaginare le loro esistenze a partire dalla rivendicazione di uno spazio in cui trovare la propria ragione di essere, o anche di morire. Donne in guerra, Scintille e I treni della felicità ci consegnano storie di donne capitate, quasi loro malgrado, nella grande macchina della Storia, in un'alternanza di voci diverse in grado di costruire un'unica grande memoria al femminile, narrata attraverso un percorso emotivo fatto di ricordi, intimità, piccoli gesti che hanno determinato la loro resistenza e perseveranza per raccontare un'Italia diversa, che oggi non può che apparirci silenziosamente eroica. Una 'scrittura del corpo', «carnale e vivida di immagini», che nella scena trova il suo milieu, attraverso «parole che le attrici possono masticare e risputare come frecce scintillanti, come domande di giustizia e felicità»
Parole per corpi di donne
Vannucci Alessandra
Co-first
Membro del Collaboration Group
2022-01-01
Abstract
Nel comporre uno scenario abitato da uno spazio che le donne hanno avuto, ma che è stato reso marginale o addirittura dimenticabile, Laura Sicignano e Alessandra Vannucci ci restituiscono una serie di ritratti al femminile, di presenze, di corpi sociali dentro la grande Storia plurale del Novecento. E per farlo intercettano un nuovo racconto ponendosi dall'altro lato della barricata e posando lo sguardo su quelle creature che - collocate fuori dalla memoria collettiva - reclamano l'opportunità di immaginare le loro esistenze a partire dalla rivendicazione di uno spazio in cui trovare la propria ragione di essere, o anche di morire. Donne in guerra, Scintille e I treni della felicità ci consegnano storie di donne capitate, quasi loro malgrado, nella grande macchina della Storia, in un'alternanza di voci diverse in grado di costruire un'unica grande memoria al femminile, narrata attraverso un percorso emotivo fatto di ricordi, intimità, piccoli gesti che hanno determinato la loro resistenza e perseveranza per raccontare un'Italia diversa, che oggi non può che apparirci silenziosamente eroica. Una 'scrittura del corpo', «carnale e vivida di immagini», che nella scena trova il suo milieu, attraverso «parole che le attrici possono masticare e risputare come frecce scintillanti, come domande di giustizia e felicità»File | Dimensione | Formato | |
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