Le riflessioni decoloniali che attraversano il dibattito contemporaneo sollecitano a considerare i concetti epistemologici di colonialità e decolonialità elaborati dal Sud globale e la nozione di colonialità del potere che, criticando la teoria postcoloniale, rileva la permanenza storica di molteplici forme di colonialità, colonizzazione e neocolonialismo all’interno delle nostre società e istituzioni, anche educative. La decolonialità può allora rappresentare un progetto pedagogico collettivo, plurimo, capace di rispondere alla realtà caleidoscopica in cui viviamo e di indagare i sistemi educativi come parte di una struttura globale asimmetrica, dove si riproducono meccanismi sociali di esclusione e razzismo. L’articolo argomenta come tali dinamiche investano anche l’Università, sfidandola a orientare la ricerca verso una maggiore giustizia sociale e a interrogarsi criticamente su come i modi stessi di fare ricerca non siano neutrali, ma possano riproporre relazioni di potere e ingiustizie epistemiche. A partire da una ricerca condotta attraverso le storie di vita professionale di un gruppo di donne con background migratorio, si discute, dal punto di vista metodologico, come sperimentare processi di presa di parola democratici e decoloniali, curando la pluralità delle voci e ripensando il proprio posizionamento socio-politico e culturale, per costruire uno spazio di conoscenza plurale e condivisa.
Traiettorie di ricerca meridiane: percorsi metodologici e orizzonti pedagogici divergenti.
Isabella Pescarmona;Giulia Gozzelino
2024-01-01
Abstract
Le riflessioni decoloniali che attraversano il dibattito contemporaneo sollecitano a considerare i concetti epistemologici di colonialità e decolonialità elaborati dal Sud globale e la nozione di colonialità del potere che, criticando la teoria postcoloniale, rileva la permanenza storica di molteplici forme di colonialità, colonizzazione e neocolonialismo all’interno delle nostre società e istituzioni, anche educative. La decolonialità può allora rappresentare un progetto pedagogico collettivo, plurimo, capace di rispondere alla realtà caleidoscopica in cui viviamo e di indagare i sistemi educativi come parte di una struttura globale asimmetrica, dove si riproducono meccanismi sociali di esclusione e razzismo. L’articolo argomenta come tali dinamiche investano anche l’Università, sfidandola a orientare la ricerca verso una maggiore giustizia sociale e a interrogarsi criticamente su come i modi stessi di fare ricerca non siano neutrali, ma possano riproporre relazioni di potere e ingiustizie epistemiche. A partire da una ricerca condotta attraverso le storie di vita professionale di un gruppo di donne con background migratorio, si discute, dal punto di vista metodologico, come sperimentare processi di presa di parola democratici e decoloniali, curando la pluralità delle voci e ripensando il proprio posizionamento socio-politico e culturale, per costruire uno spazio di conoscenza plurale e condivisa.File | Dimensione | Formato | |
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