Il trattamento lessicografico delle particelle discorsive presenta molteplici criticità dovute essenzialmente alla natura procedurale (vs denotativa) del loro significato, difficoltà incrementate dall’adozione di una prospettiva di analisi contrastiva. In primo luogo, il significato procedurale delle particelle discorsive inibisce l’elaborazione di definizioni vere e proprie, consentendo unicamente di fornire una spiegazione in termini funzionali, vale a dire, una descrizione del valore pragmatico e delle istruzioni semantiche in cui può essere scomposto il loro significato composizionale (Pons Bordería, 2006: 81; Portolés Lázaro, 2008: 184; González Ruiz, 2010: 622). In secondo luogo, l’equivalenza tra particelle di lingue diverse è sempre parziale; infatti, il più delle volte vi sono differenze ascrivibili, a seconda dei casi, a diversi piani di analisi (istruzioni semantiche, restrizioni posizionali, valori pragmatici ecc.), asimmetrie che rendono particolarmente complessa l’elaborazione di schede lessicografiche bilingui di particelle discorsive. Inoltre, le equivalenze interlinguistiche di questi elementi del lessico non possono basarsi su rimandi sinonimici – a meno che questi siano mostrati all’interno di contesti d’uso sufficientemente esaustivi – poiché un elenco di eteronimi sarebbe non solo insufficiente, ma anche probabile foriero di interferenze e/ o di inadeguatezza pragmatica (Bazzanella, 2006: 461; Sainz González, 2006: 27; Garcés Gómez, 2014: 11– 12). Cionondimeno, malgrado le sopraccitate difficoltà, negli ultimi due decenni sono stati pubblicati ben quattro dizionari monolingui delle particelle discorsive in spagnolo: Diccionario de partículas (Santos Río, 2003); Diccionario de Partículas Discursivas del Español (Briz, Pons & Portolés, 2008); Diccionario de conectores y operadores del español (Fuentes Rodríguez, 2009) e Diccionario de marcadores discursivos para estudiantes de español como segunda lengua (Holgado Lage, 2017). Di recente, il DPDE (Briz, Pons & Portolés, 2008), che dei quattro dizionari è l’unico in formato elettronico – ad accesso gratuito – , ha inserito la sezione – ancora in fieri – “Traducciones”, dove per ciascuna entrata lessicografica sono proposti degli equivalenti in inglese, italiano, francese e portoghese. Così, partendo dagli studi e dagli strumenti lessicografici recenti in lingua spagnola, intendiamo proporre un modello di schede lessicografiche bilingui online, in una prima fase monodirezionali (dallo spagnolo all’italiano), di alcune particelle discorsive dello spagnolo. Le schede sono orientate agli apprendenti di lingua e traduzione spagnola in contesto universitario; nello specifico, gli utenti prototipici che avevamo in mente per la messa a punto delle schede sono discenti italofoni che abbiano lo spagnolo come seconda lingua, con un livello di competenza equivalente almeno a un B2 (descritto dal QCER). Verosimilmente, dunque, lo strumento che proponiamo potrà essere utilizzato nelle classi di spagnolo L2 a partire dall’ultimo anno dei corsi di laurea triennali e durante i due anni della laurea magistrale. Tuttavia, sebbene gli utenti potenziali siano studenti di spagnolo L2 di livello universitario, le schede sono orientate anche a traduttori che lavorino con la combinazione linguistica spagnolo- italiano e che non abbiano necessariamente familiarità con il lessico specialistico della linguistica. Da ciò deriva il tentativo di una semplificazione terminologica delle definizioni proposte e la predilezione di un metodo induttivo, dove un ruolo centrale è svolto dagli esempi d’uso tratti da un corpus parallelo. La presente ricerca si iscrive nel campo della lessicografia applicata all’insegnamento delle lingue, più precisamente, in quel campo multiprospettico che tenta una triangolazione fra tre prospettive per lo studio delle particelle discorsive: la didattica dello spagnolo come lingua straniera, la definizione lessicografica e un approccio contrastivo con l’italiano (Messias Nogueira, 2020). In effetti, tra le molteplici prospettive adottate nel corso degli ultimi tre decenni per lo studio delle particelle discorsive, il bilancio resta sostanzialmente negativo per quanto riguarda la ricaduta di questi saperi nelle aule di lingua straniera (Calvi & Mapelli, 2020; Sainz González, 2014). Di qui che la nostra proposta lessicografica bilingue abbia una vocazione fortemente didattica, con l’auspicio che possa trovare spazio nelle aule di spagnolo L2 al fine di dotare gli apprendenti di una maggiore consapevolezza intorno alla categoria funzionale delle particelle discorsive e al contributo che esse apportano alla costruzione della testualità.
Lessicografia bilingue e particelle discorsive: una proposta di schede didattiche spagnolo-italiano.
Giorgia Esposito
2022-01-01
Abstract
Il trattamento lessicografico delle particelle discorsive presenta molteplici criticità dovute essenzialmente alla natura procedurale (vs denotativa) del loro significato, difficoltà incrementate dall’adozione di una prospettiva di analisi contrastiva. In primo luogo, il significato procedurale delle particelle discorsive inibisce l’elaborazione di definizioni vere e proprie, consentendo unicamente di fornire una spiegazione in termini funzionali, vale a dire, una descrizione del valore pragmatico e delle istruzioni semantiche in cui può essere scomposto il loro significato composizionale (Pons Bordería, 2006: 81; Portolés Lázaro, 2008: 184; González Ruiz, 2010: 622). In secondo luogo, l’equivalenza tra particelle di lingue diverse è sempre parziale; infatti, il più delle volte vi sono differenze ascrivibili, a seconda dei casi, a diversi piani di analisi (istruzioni semantiche, restrizioni posizionali, valori pragmatici ecc.), asimmetrie che rendono particolarmente complessa l’elaborazione di schede lessicografiche bilingui di particelle discorsive. Inoltre, le equivalenze interlinguistiche di questi elementi del lessico non possono basarsi su rimandi sinonimici – a meno che questi siano mostrati all’interno di contesti d’uso sufficientemente esaustivi – poiché un elenco di eteronimi sarebbe non solo insufficiente, ma anche probabile foriero di interferenze e/ o di inadeguatezza pragmatica (Bazzanella, 2006: 461; Sainz González, 2006: 27; Garcés Gómez, 2014: 11– 12). Cionondimeno, malgrado le sopraccitate difficoltà, negli ultimi due decenni sono stati pubblicati ben quattro dizionari monolingui delle particelle discorsive in spagnolo: Diccionario de partículas (Santos Río, 2003); Diccionario de Partículas Discursivas del Español (Briz, Pons & Portolés, 2008); Diccionario de conectores y operadores del español (Fuentes Rodríguez, 2009) e Diccionario de marcadores discursivos para estudiantes de español como segunda lengua (Holgado Lage, 2017). Di recente, il DPDE (Briz, Pons & Portolés, 2008), che dei quattro dizionari è l’unico in formato elettronico – ad accesso gratuito – , ha inserito la sezione – ancora in fieri – “Traducciones”, dove per ciascuna entrata lessicografica sono proposti degli equivalenti in inglese, italiano, francese e portoghese. Così, partendo dagli studi e dagli strumenti lessicografici recenti in lingua spagnola, intendiamo proporre un modello di schede lessicografiche bilingui online, in una prima fase monodirezionali (dallo spagnolo all’italiano), di alcune particelle discorsive dello spagnolo. Le schede sono orientate agli apprendenti di lingua e traduzione spagnola in contesto universitario; nello specifico, gli utenti prototipici che avevamo in mente per la messa a punto delle schede sono discenti italofoni che abbiano lo spagnolo come seconda lingua, con un livello di competenza equivalente almeno a un B2 (descritto dal QCER). Verosimilmente, dunque, lo strumento che proponiamo potrà essere utilizzato nelle classi di spagnolo L2 a partire dall’ultimo anno dei corsi di laurea triennali e durante i due anni della laurea magistrale. Tuttavia, sebbene gli utenti potenziali siano studenti di spagnolo L2 di livello universitario, le schede sono orientate anche a traduttori che lavorino con la combinazione linguistica spagnolo- italiano e che non abbiano necessariamente familiarità con il lessico specialistico della linguistica. Da ciò deriva il tentativo di una semplificazione terminologica delle definizioni proposte e la predilezione di un metodo induttivo, dove un ruolo centrale è svolto dagli esempi d’uso tratti da un corpus parallelo. La presente ricerca si iscrive nel campo della lessicografia applicata all’insegnamento delle lingue, più precisamente, in quel campo multiprospettico che tenta una triangolazione fra tre prospettive per lo studio delle particelle discorsive: la didattica dello spagnolo come lingua straniera, la definizione lessicografica e un approccio contrastivo con l’italiano (Messias Nogueira, 2020). In effetti, tra le molteplici prospettive adottate nel corso degli ultimi tre decenni per lo studio delle particelle discorsive, il bilancio resta sostanzialmente negativo per quanto riguarda la ricaduta di questi saperi nelle aule di lingua straniera (Calvi & Mapelli, 2020; Sainz González, 2014). Di qui che la nostra proposta lessicografica bilingue abbia una vocazione fortemente didattica, con l’auspicio che possa trovare spazio nelle aule di spagnolo L2 al fine di dotare gli apprendenti di una maggiore consapevolezza intorno alla categoria funzionale delle particelle discorsive e al contributo che esse apportano alla costruzione della testualità.File | Dimensione | Formato | |
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