L’articolo affronta il tema dell’incongruenza di genere, analizzandone le implicazioni bioetiche, sociali e culturali. Si osserva l’aumento dell’interesse clinico verso questa realtà, evidenziato dalla crescita delle pubblicazioni e dalla revisione delle classificazioni diagnostiche nel DSM-5-TR e nell’ICD-11. Inoltre, gli standard di cura aggiornati riflettono una maggiore attenzione per il benessere delle persone con incongruenza di genere. Particolare attenzione è riservata ai minori, al centro di dibattiti sull’uso di ormoni bloccanti la pubertà. Questi farmaci, temporanei e reversibili, offrono ai giovani il tempo necessario per esplorare la propria identità senza affrontare cambiamenti fisici indesiderati. Tuttavia, permangono critiche sul loro utilizzo, spesso legate a stereotipi di vulnerabilità intrinseca dei minori. L’articolo esamina anche il fenomeno del “gender panic”, che polarizza il dibattito pubblico. La rappresentazione di donne cisgender e minori come categorie vulnerabili viene strumentalizzata per giustificare restrizioni ai diritti delle persone transgender. Questo avviene in contesti come l’accesso a spazi pubblici (bagni e spogliatoi) e l’educazione, perpetuando pregiudizi e rafforzando una cultura patriarcale. In conclusione, si sottolinea come il dibattito sull’identità di genere non riguardi solo una minoranza, ma rifletta questioni più ampie sulla natura di genere e sui dispositivi di oppressione che colpiscono donne, minori e persone transgender. Riconoscere questi meccanismi è essenziale per promuovere una società inclusiva e rispettosa delle diversità.

Identità e stereotipi di genere. Argomenti sulla vulnerabilità di donne e minori

Matteo Cresti
2024-01-01

Abstract

L’articolo affronta il tema dell’incongruenza di genere, analizzandone le implicazioni bioetiche, sociali e culturali. Si osserva l’aumento dell’interesse clinico verso questa realtà, evidenziato dalla crescita delle pubblicazioni e dalla revisione delle classificazioni diagnostiche nel DSM-5-TR e nell’ICD-11. Inoltre, gli standard di cura aggiornati riflettono una maggiore attenzione per il benessere delle persone con incongruenza di genere. Particolare attenzione è riservata ai minori, al centro di dibattiti sull’uso di ormoni bloccanti la pubertà. Questi farmaci, temporanei e reversibili, offrono ai giovani il tempo necessario per esplorare la propria identità senza affrontare cambiamenti fisici indesiderati. Tuttavia, permangono critiche sul loro utilizzo, spesso legate a stereotipi di vulnerabilità intrinseca dei minori. L’articolo esamina anche il fenomeno del “gender panic”, che polarizza il dibattito pubblico. La rappresentazione di donne cisgender e minori come categorie vulnerabili viene strumentalizzata per giustificare restrizioni ai diritti delle persone transgender. Questo avviene in contesti come l’accesso a spazi pubblici (bagni e spogliatoi) e l’educazione, perpetuando pregiudizi e rafforzando una cultura patriarcale. In conclusione, si sottolinea come il dibattito sull’identità di genere non riguardi solo una minoranza, ma rifletta questioni più ampie sulla natura di genere e sui dispositivi di oppressione che colpiscono donne, minori e persone transgender. Riconoscere questi meccanismi è essenziale per promuovere una società inclusiva e rispettosa delle diversità.
2024
NEU
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identità di genere, transgender, misoginia, patriarcato
Matteo Cresti
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