A sedici anni dalla riforma costituzione del Titolo V (2001) nel Paese non si è ancora giunti a una riorganizzazione compiuta delle funzioni amministrative e dei ruoli dei vari enti ai diversi livelli, da quello comunale a quello di area vasta. Non solo l’auspicato riordino istituzionale non si è realizzato, ma il quadro generale a livello nazionale si è fatto ancora più complicato: la crisi delle Province, la mancata organizzazione delle funzioni di area vasta e la frammentazione interna delle competenze hanno comportato un forte indebolimento della capacità di governo e indirizzo del territorio. Tra le questioni aperte, il contributo si concentra in modo particolare sul dibattito centro/periferia, già iniziato con la legge L.142/90. La crisi del 2008 ha infatti accelerato il processo e creato le premesse per un riordino territoriale a partire dal rilancio delle città maggiori (e delle città metropolitane L.56/14), indebolendo fortemente le periferie. Nello stesso tempo, però, il tentativo di rilancio competitivo trainato dallo sviluppo metropolitano si scontra con alcune difficoltà strutturali. L’analisi dello stato di salute dei territori piemontesi condotta da IRES Piemonte all’interno del Progetto Antenne (progetto di “ascolto” dei territori piemontesi avviato nel 2016) e per la redazione del Piano Strategico della Città Metropolitana di Torino e l’aggiornamento del Piano Territoriale Regionale (PTR), lo mostrano con evidenza: a livello regionale segnali di dinamismo si colgono più dai territori esterni che dal centro. Inoltre, manca un riconoscimento dei sistemi locali esistenti, che per storia, struttura e coerenza, hanno da sempre rappresentato la geometria più idonea per il coordinamento delle strategie di area vasta. Le evidenze presentate nel paper sono infine contestualizzate rispetto alla situazione di stallo decisionale e moltiplicazione delle partizioni territoriali che caratterizza i principali attori della pianificazione regionale (Regione Piemonte, CM di Torino, Province, Comuni e Unioni di Comuni. In assenza di un indirizzo strategico pianificatorio forte e condiviso, tanto il centralismo decisionale quanto la deregulation dimostrano ampi margini di inefficienza).

L’area vasta e il riequilibrio intra-regionale. Il dinamismo della periferia e il ruolo degli Ait nella Regione Piemonte

ROTA F
2018-01-01

Abstract

A sedici anni dalla riforma costituzione del Titolo V (2001) nel Paese non si è ancora giunti a una riorganizzazione compiuta delle funzioni amministrative e dei ruoli dei vari enti ai diversi livelli, da quello comunale a quello di area vasta. Non solo l’auspicato riordino istituzionale non si è realizzato, ma il quadro generale a livello nazionale si è fatto ancora più complicato: la crisi delle Province, la mancata organizzazione delle funzioni di area vasta e la frammentazione interna delle competenze hanno comportato un forte indebolimento della capacità di governo e indirizzo del territorio. Tra le questioni aperte, il contributo si concentra in modo particolare sul dibattito centro/periferia, già iniziato con la legge L.142/90. La crisi del 2008 ha infatti accelerato il processo e creato le premesse per un riordino territoriale a partire dal rilancio delle città maggiori (e delle città metropolitane L.56/14), indebolendo fortemente le periferie. Nello stesso tempo, però, il tentativo di rilancio competitivo trainato dallo sviluppo metropolitano si scontra con alcune difficoltà strutturali. L’analisi dello stato di salute dei territori piemontesi condotta da IRES Piemonte all’interno del Progetto Antenne (progetto di “ascolto” dei territori piemontesi avviato nel 2016) e per la redazione del Piano Strategico della Città Metropolitana di Torino e l’aggiornamento del Piano Territoriale Regionale (PTR), lo mostrano con evidenza: a livello regionale segnali di dinamismo si colgono più dai territori esterni che dal centro. Inoltre, manca un riconoscimento dei sistemi locali esistenti, che per storia, struttura e coerenza, hanno da sempre rappresentato la geometria più idonea per il coordinamento delle strategie di area vasta. Le evidenze presentate nel paper sono infine contestualizzate rispetto alla situazione di stallo decisionale e moltiplicazione delle partizioni territoriali che caratterizza i principali attori della pianificazione regionale (Regione Piemonte, CM di Torino, Province, Comuni e Unioni di Comuni. In assenza di un indirizzo strategico pianificatorio forte e condiviso, tanto il centralismo decisionale quanto la deregulation dimostrano ampi margini di inefficienza).
2018
Giornata di studio della Società di Studi Geografici "Barriere/Barriers"
Pescara
1 dicembre 2017
16 NS
497
508
http://www.societastudigeografici.it/wp-content/uploads/2019/12/Memorie_Geografiche_2018.pdf
area vasta; pianificazione; sistemi territoriali
LELLA L; ROTA F
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