All’interno del progetto Per la Pace, che ha offerto un’esperienza residenziale a famiglie ucraine in fuga dalla guerra, il presente contributo illustra l’applicazione concreta del modello socio-psico-pedagogico elaborato in risposta alla complessità dei bisogni emersi. Il capitolo si inserisce nella più ampia riflessione sul ruolo delle scienze dell’educazione, della sociologia e della psicologia nell’organizzazione di interventi educativi e di sollievo per popolazioni sfollate in contesti di guerra, offrendo una prospettiva integrata utile anche in ottica comparativa e trasferibile in altri scenari emergenziali. I diversi apporti, in modo integrato, hanno consentito di effettuare le scelte di fondo che hanno caratterizzato l’accoglienza, la proposta educativa per bambini e ragazzi e il sostegno agli adulti. Nello specifico, gli operatori hanno potuto fruire di una formazione centrata sugli aspetti pedagogici e psicologici. Hanno inoltre collaborato alla realizzazione di un monitoraggio centrato sugli aspetti educativi, volto a cogliere i bisogni degli ospiti, per progettare le attività nel modo più attento possibile alle necessità degli specifici gruppi. Educatori, animatori e mediatori hanno inoltre fruito di una supervisione di tipo sia pedagogico che psicologico e hanno collaborato alla realizzazione di focus group di sostegno alla genitorialità, seguiti e supportati da professionisti. Gli apporti pedagogici hanno rivolto dunque un’attenzione particolare ai bambini e ai ragazzi coinvolti nei soggiorni, affinché la proposta educativa fosse adeguata a rispondere ai loro bisogni. L’apporto sociologico si è focalizzato invece particolarmente sulle strategie utili per dare voce agli adulti e per sostenere la «genitorialità sospesa» tra due culture, trovando le strategie più adeguate in una situazione così complessa. Il contributo della psicologia si è centrato infine sui bisogni degli operatori nel relazionarsi con adulti e bambini, sottoposti a un trauma grave. L’intreccio metodologico di queste prospettive ha rappresentato un elemento fondativo nella costruzione di un ambiente accogliente e trasformativo, volto a promuovere resilienza, agency e benessere, non solo nei partecipanti, ma anche nei professionisti coinvolti.
Il modello socio-psico-pedagogico applicato: metodologia degli interventi
Cesare Albasi;Anna Rosa Favretto;Manuel Finelli;Paola Ricchiardi;Emanuela Maria Teresa Torre
2025-01-01
Abstract
All’interno del progetto Per la Pace, che ha offerto un’esperienza residenziale a famiglie ucraine in fuga dalla guerra, il presente contributo illustra l’applicazione concreta del modello socio-psico-pedagogico elaborato in risposta alla complessità dei bisogni emersi. Il capitolo si inserisce nella più ampia riflessione sul ruolo delle scienze dell’educazione, della sociologia e della psicologia nell’organizzazione di interventi educativi e di sollievo per popolazioni sfollate in contesti di guerra, offrendo una prospettiva integrata utile anche in ottica comparativa e trasferibile in altri scenari emergenziali. I diversi apporti, in modo integrato, hanno consentito di effettuare le scelte di fondo che hanno caratterizzato l’accoglienza, la proposta educativa per bambini e ragazzi e il sostegno agli adulti. Nello specifico, gli operatori hanno potuto fruire di una formazione centrata sugli aspetti pedagogici e psicologici. Hanno inoltre collaborato alla realizzazione di un monitoraggio centrato sugli aspetti educativi, volto a cogliere i bisogni degli ospiti, per progettare le attività nel modo più attento possibile alle necessità degli specifici gruppi. Educatori, animatori e mediatori hanno inoltre fruito di una supervisione di tipo sia pedagogico che psicologico e hanno collaborato alla realizzazione di focus group di sostegno alla genitorialità, seguiti e supportati da professionisti. Gli apporti pedagogici hanno rivolto dunque un’attenzione particolare ai bambini e ai ragazzi coinvolti nei soggiorni, affinché la proposta educativa fosse adeguata a rispondere ai loro bisogni. L’apporto sociologico si è focalizzato invece particolarmente sulle strategie utili per dare voce agli adulti e per sostenere la «genitorialità sospesa» tra due culture, trovando le strategie più adeguate in una situazione così complessa. Il contributo della psicologia si è centrato infine sui bisogni degli operatori nel relazionarsi con adulti e bambini, sottoposti a un trauma grave. L’intreccio metodologico di queste prospettive ha rappresentato un elemento fondativo nella costruzione di un ambiente accogliente e trasformativo, volto a promuovere resilienza, agency e benessere, non solo nei partecipanti, ma anche nei professionisti coinvolti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



