Il mirtillo gigante è specie adatta a valorizzare terreni acidi e marginali, non idonei per altre specie di interesse agrario. La coltura, tra i piccoli frutti, è in rapida espansione in Italia, dove rappresenta in molti areali una non trascurabile fonte di reddito e si colloca tra le attività integrative che ben si prestano ad affiancare il turismo rurale e l’agriturismo. I frutti, derivando da una coltura che, soprattutto nelle zone maggiormente vocate, rispetta pienamente i canoni dell’agricoltura biologica, soddisfano le moderne esigenze dei consumatori, sempre più orientati verso cibi naturali, genuini, che evocano natura e ambienti incontaminati. Ai mirtilli giganti si possono inoltre attribuire molte proprietà fitoterapiche per la ricchezza in polifenoli, tannini, pectine, acido citrico, malico, tartarico, benzoico, idrochinone. La capacità antiossidante del mirtillo, misurata con il metodo ORAC, è la più elevata tra tutti i frutti e le verdure fresche, anche se è stata osservata una certa variabilità tra le diverse varietà e in relazione allo stadio di maturazione. L’attivita “scavenger” (letteralmente “spazzino”) posseduta dai tannini, dagli acidi ferulici, e dai derivati flavonoici e antocianici è in grado di eliminare l’anione perossido, ritenuto causa di danni da ischemia-riperfusione, processi di infiammazione cronici, tumori, sclerosi multipla, diabete, giocando un ruolo importante nella prevenzione di tali malattie (Albasini, 1991). Le bacche contengono importanti fattori con azione protettiva sul sistema circolatorio e micro-capillare, sono impiegate come ipoglicemizzanti o per curare arteriosclerosi, iperazotemia, fragilità capillare, retinopatie, disturbi circolatori, epatopatie, infezioni urinarie. Per tutte queste considerazioni riteniamo che questa coltura possa rappresentare, nei mercati di qualità e di nicchia, un’interessante opportunità. Le osservazioni fin qui effettuate e quelle in programma nei prossimi anni potranno offrire ai mirtillicoltori indicazioni utili circa le varietà da impiantare per ottenere il miglior successo colturale.

Tecniche di produzione del mirtillo gigante in Italia

BOUNOUS, Giancarlo;BECCARO, GABRIELE LORIS;
2003-01-01

Abstract

Il mirtillo gigante è specie adatta a valorizzare terreni acidi e marginali, non idonei per altre specie di interesse agrario. La coltura, tra i piccoli frutti, è in rapida espansione in Italia, dove rappresenta in molti areali una non trascurabile fonte di reddito e si colloca tra le attività integrative che ben si prestano ad affiancare il turismo rurale e l’agriturismo. I frutti, derivando da una coltura che, soprattutto nelle zone maggiormente vocate, rispetta pienamente i canoni dell’agricoltura biologica, soddisfano le moderne esigenze dei consumatori, sempre più orientati verso cibi naturali, genuini, che evocano natura e ambienti incontaminati. Ai mirtilli giganti si possono inoltre attribuire molte proprietà fitoterapiche per la ricchezza in polifenoli, tannini, pectine, acido citrico, malico, tartarico, benzoico, idrochinone. La capacità antiossidante del mirtillo, misurata con il metodo ORAC, è la più elevata tra tutti i frutti e le verdure fresche, anche se è stata osservata una certa variabilità tra le diverse varietà e in relazione allo stadio di maturazione. L’attivita “scavenger” (letteralmente “spazzino”) posseduta dai tannini, dagli acidi ferulici, e dai derivati flavonoici e antocianici è in grado di eliminare l’anione perossido, ritenuto causa di danni da ischemia-riperfusione, processi di infiammazione cronici, tumori, sclerosi multipla, diabete, giocando un ruolo importante nella prevenzione di tali malattie (Albasini, 1991). Le bacche contengono importanti fattori con azione protettiva sul sistema circolatorio e micro-capillare, sono impiegate come ipoglicemizzanti o per curare arteriosclerosi, iperazotemia, fragilità capillare, retinopatie, disturbi circolatori, epatopatie, infezioni urinarie. Per tutte queste considerazioni riteniamo che questa coltura possa rappresentare, nei mercati di qualità e di nicchia, un’interessante opportunità. Le osservazioni fin qui effettuate e quelle in programma nei prossimi anni potranno offrire ai mirtillicoltori indicazioni utili circa le varietà da impiantare per ottenere il miglior successo colturale.
2003
11
24
30
Vaccinium corymbosum
G. BOUNOUS; G. BECCARO; M. BAUDINO; R. GIORDANO
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