Questo articolo descrive un modello computazionale di agente che costituisce un'estensione del modello BDI (Beliefs-Desires-Intentions). Come nel modello BDI standard, l'agente determina le proprie linee di azione in base ai propri obiettivi e alle credenze cha ha sullo stato attuale dell'ambiente in cui deve operare. Per scegliere la linea di azione più appropriata, l'agente costruisce dei piani alternativi e li valuta in base alle proprie preferenze; il piano prescelto descrive le azioni da compiere e costituisce l'intenzione dell'agente. L'articolo descrive come, nella valutazione dei piani alternativi, l'agente debba tener conto anche delle possibili re-azioni dell'ambiente alle proprie azioni, e in particolare delle norme e regole definite nell'ambiente e delle reazioni di altri agenti. Naturalmente, ciò richiede che l'agente sia in grado di "immaginare" tali reazioni e il modello presentato prevede che ciò avvenga grazie alla capacità degli agenti di attribuire capacità di pianificazione ai propri simili. Tutto ciò caratterizza un agente che si comporta razionalmente, ma l'articolo sottolinea come tale razionalità sia limitata da vincoli computazionali. Di conseguenza, l'irrazionalità emerge principalmente come limitazione pratica di un modello di comportamento razionale; ma nel lavoro si evidenzia come a volte il termine "irrazionale" sia usato in modo improprio per riferirsi ad una razionalità "sociale" che può essere in contrasto con le preferenze dell'agente e come altre forme di irrazionalità richiedano modifiche strutturali del modello.
Il ruolo della razionalità nella pianificazione
LESMO, Leonardo
2006-01-01
Abstract
Questo articolo descrive un modello computazionale di agente che costituisce un'estensione del modello BDI (Beliefs-Desires-Intentions). Come nel modello BDI standard, l'agente determina le proprie linee di azione in base ai propri obiettivi e alle credenze cha ha sullo stato attuale dell'ambiente in cui deve operare. Per scegliere la linea di azione più appropriata, l'agente costruisce dei piani alternativi e li valuta in base alle proprie preferenze; il piano prescelto descrive le azioni da compiere e costituisce l'intenzione dell'agente. L'articolo descrive come, nella valutazione dei piani alternativi, l'agente debba tener conto anche delle possibili re-azioni dell'ambiente alle proprie azioni, e in particolare delle norme e regole definite nell'ambiente e delle reazioni di altri agenti. Naturalmente, ciò richiede che l'agente sia in grado di "immaginare" tali reazioni e il modello presentato prevede che ciò avvenga grazie alla capacità degli agenti di attribuire capacità di pianificazione ai propri simili. Tutto ciò caratterizza un agente che si comporta razionalmente, ma l'articolo sottolinea come tale razionalità sia limitata da vincoli computazionali. Di conseguenza, l'irrazionalità emerge principalmente come limitazione pratica di un modello di comportamento razionale; ma nel lavoro si evidenzia come a volte il termine "irrazionale" sia usato in modo improprio per riferirsi ad una razionalità "sociale" che può essere in contrasto con le preferenze dell'agente e come altre forme di irrazionalità richiedano modifiche strutturali del modello.File | Dimensione | Formato | |
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