Saggio su l’“Accademia della Fama, tenuta nel gran Museo della Gloria sopra la magnificenza dell’A.R. di Carlo Emmanuele II, Duca di Savoia, Re di Cipro, ecc., e il merito di Madama Reale suo cuore, rapporto […] nella nascita del Principe Reale di Piemonte” (1666) di Francesco Fulvio Frugoni, acuto teorico e ingegnoso manipolatore di forme e linguaggi teatrali e romanzeschi del mondo alla rovescia. L’indagine rileva che l’encomio di Carlo Emanuele II e della sua sposa è un discorso sul potere e sulle sue infinite immagini, sulla relazione a chiasmo tra la rappresentazione del potere e il potere della rappresentazione. Nello studio assume particolare rilevanza l’analisi della funzione che, nella legittimazione del progetto politico del principe cristiano, Frugoni assegna alla letteratura, e in particolare alla scrittura encomiastica, garantita dalla grandezza dell’uomo di lettere, “principe dell’ingegno”, custode della pedagogia religiosa e morale ed educatore del sovrano alla virtù e alla salvezza eterna, alla gestione cattolica del governo. Perciò nelle pagine conclusive del saggio l’encomio del “principe del dominio” appare perfettamente organico alla missione di Frugoni dei Minimi di San Francesco da Paola, al progetto suo e del suo ordine di formazione dell’uomo e della società, attuato con tecniche diverse, alla sua aspirazione a essere addirittura intermediario tra il principe e la Chiesa, all’ambizione di concorrere a un progetto materiale e spirituale di difesa della fede. L’“Accademia della Fama, tenuta nel gran Museo della Gloria” è, nell’analisi, l’utopia del dominio della religione e della morale sulla politica, è l’ipotesi della conciliazione tra fede, etica e potere, la metafora della realtà fondata sulle virtù, opposta quindi al contemporaneo mondo alla rovescia.
Il chiasmo del potere: l’“Accademia della Fama” di Francesco Fulvio Frugoni
ZANDRINO, Barbara
1987-01-01
Abstract
Saggio su l’“Accademia della Fama, tenuta nel gran Museo della Gloria sopra la magnificenza dell’A.R. di Carlo Emmanuele II, Duca di Savoia, Re di Cipro, ecc., e il merito di Madama Reale suo cuore, rapporto […] nella nascita del Principe Reale di Piemonte” (1666) di Francesco Fulvio Frugoni, acuto teorico e ingegnoso manipolatore di forme e linguaggi teatrali e romanzeschi del mondo alla rovescia. L’indagine rileva che l’encomio di Carlo Emanuele II e della sua sposa è un discorso sul potere e sulle sue infinite immagini, sulla relazione a chiasmo tra la rappresentazione del potere e il potere della rappresentazione. Nello studio assume particolare rilevanza l’analisi della funzione che, nella legittimazione del progetto politico del principe cristiano, Frugoni assegna alla letteratura, e in particolare alla scrittura encomiastica, garantita dalla grandezza dell’uomo di lettere, “principe dell’ingegno”, custode della pedagogia religiosa e morale ed educatore del sovrano alla virtù e alla salvezza eterna, alla gestione cattolica del governo. Perciò nelle pagine conclusive del saggio l’encomio del “principe del dominio” appare perfettamente organico alla missione di Frugoni dei Minimi di San Francesco da Paola, al progetto suo e del suo ordine di formazione dell’uomo e della società, attuato con tecniche diverse, alla sua aspirazione a essere addirittura intermediario tra il principe e la Chiesa, all’ambizione di concorrere a un progetto materiale e spirituale di difesa della fede. L’“Accademia della Fama, tenuta nel gran Museo della Gloria” è, nell’analisi, l’utopia del dominio della religione e della morale sulla politica, è l’ipotesi della conciliazione tra fede, etica e potere, la metafora della realtà fondata sulle virtù, opposta quindi al contemporaneo mondo alla rovescia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.