Il materiale propagativo prodotto da un popolamento forestale può conservare solo in parte la variabilità genetica propria del bosco di origine. Questo aspetto risulta di particolare gravità nel caso il popolamento rappresenti una importante fonte di biodiversità e se il seme prodotto trova impiego in interventi di rinaturalizzazione. Al fine di valutare le perdite di biodiversità che avvengono durante la produzione sementiera in pino silvestre, sono stati stimati i livelli di variabilità genetica presenti in varie fasi della filiera vivaistica: Bosco da Seme (Olgelasca), Arboreto costituito a partire da materiale prodotto da tale Bosco (Dolcè), seme commerciale ottenuto dall’arboreto, postime presente in vivaio e due rimboschimenti effettuati con materiale prodotto nell’arboreto (Cortemilia e San Damiano Macra). L’analisi è stata effettuata valutando il polimorfismo presentato da marcatori genetici molecolari (RAPD). I risultati ottenuti evidenziano una consistente perdita di variabilità genetica già nel passaggio da Bosco da Seme ad Arboreto, imputabile al ridotto numero di piante del Bosco che hanno fornito i semi per la costituzione dell’arboreto (diciannove) e alla conseguente riduzione del pool genico. Il lotto di seme commerciale è risultato caratterizzato da una elevata omogeneità genetica, presumibilmente causata da modalità di raccolta che hanno privilegiato pochi individui. Ulteriori perdite di biodiversità, sia pure di minore entità, si ravvisano anche nei passaggi successivi. Sulla base dei risultati ottenuti, si è provveduto a modificare le tecniche di raccolta del seme da parte del personale dello Stabilimento per la Lavorazione dei Semi Forestali del CFS (Dogana di Peri).
Strategie di conservazione e gestione della biodiversità nella filiera di produzione di materiale forestale di propagazione
MONTELEONE, Ignazio;BELLETTI, Piero
2003-01-01
Abstract
Il materiale propagativo prodotto da un popolamento forestale può conservare solo in parte la variabilità genetica propria del bosco di origine. Questo aspetto risulta di particolare gravità nel caso il popolamento rappresenti una importante fonte di biodiversità e se il seme prodotto trova impiego in interventi di rinaturalizzazione. Al fine di valutare le perdite di biodiversità che avvengono durante la produzione sementiera in pino silvestre, sono stati stimati i livelli di variabilità genetica presenti in varie fasi della filiera vivaistica: Bosco da Seme (Olgelasca), Arboreto costituito a partire da materiale prodotto da tale Bosco (Dolcè), seme commerciale ottenuto dall’arboreto, postime presente in vivaio e due rimboschimenti effettuati con materiale prodotto nell’arboreto (Cortemilia e San Damiano Macra). L’analisi è stata effettuata valutando il polimorfismo presentato da marcatori genetici molecolari (RAPD). I risultati ottenuti evidenziano una consistente perdita di variabilità genetica già nel passaggio da Bosco da Seme ad Arboreto, imputabile al ridotto numero di piante del Bosco che hanno fornito i semi per la costituzione dell’arboreto (diciannove) e alla conseguente riduzione del pool genico. Il lotto di seme commerciale è risultato caratterizzato da una elevata omogeneità genetica, presumibilmente causata da modalità di raccolta che hanno privilegiato pochi individui. Ulteriori perdite di biodiversità, sia pure di minore entità, si ravvisano anche nei passaggi successivi. Sulla base dei risultati ottenuti, si è provveduto a modificare le tecniche di raccolta del seme da parte del personale dello Stabilimento per la Lavorazione dei Semi Forestali del CFS (Dogana di Peri).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.