L'autore ha voluto ripercorrere attraverso un indagine storica le varie fasi di cambiamenti che la psichiatria ha vissuto in questi ultimi cinquant’anni. La psichiatria, come disciplina, è progredita, se non sul piano della conoscenza positiva, almeno su quello di un innovativo approccio empirico, riguardante i suoi luoghi delle cure e la complessità dei propri oggetti d’interesse. La malattia mentale può mutare la propria espressività a seconda delle circostanze, della storia individuale, delle condizioni socioeconomiche e dello stesso rapporto interpersonale, sociale e umano con l’individuo e con il malato. Anche i progressi della neurobiologia e l’era della psicofarmacologia avviata negli anni 50’, ne hanno ampliato gli orizzonti epistemologici e metodologici. L’analisi effettuata sottolinea come le numerose situazioni storiche evidenziano la diversità dei giudizi collettivi su comportamenti dissonanti con la propria cultura e il continuo variare del concetto stesso di salute, sino ad arrivare al movimento basagliano che si è posto l’obiettivo di superare la realtà coercitiva, oppressiva e istituzionalizzata del manicomio e di portare all’esterno la psichiatria, integrandola con tutte le componenti sociali e politiche ad essa connesse. Da Basaglia in poi prende forma la modalità operativa della “continuità terapeutica” tentando di realizzarla attraverso un’intensa attività di formazione e aggiornamento, individuando unità operative multiprofessionali formate da medici, psicologi, educatori, infermieri e riabilitatori, operanti sia durante il ricovero in ospedale, sia presso l’ambulatorio, il domicilio e i luoghi di lavoro. L’autore infine pone l’accento sulle forti contraddizioni culturali e ideologiche che periodicamente hanno destabilizzato la “nuova psichiatria” italiana, al cui interno coesistono posizioni diverse e spesso inconciliabili, come si è visto nello stesso percorso parlamentare della legge n.180, auspicando il proseguimento del percorso di apertura e non di involuzione e ricorso a condizioni che riportino la cura della malattia mentale a situazioni manicomiali.
La follia dalla Stultifera navis alla medicina
FURLAN, Piermaria
2004-01-01
Abstract
L'autore ha voluto ripercorrere attraverso un indagine storica le varie fasi di cambiamenti che la psichiatria ha vissuto in questi ultimi cinquant’anni. La psichiatria, come disciplina, è progredita, se non sul piano della conoscenza positiva, almeno su quello di un innovativo approccio empirico, riguardante i suoi luoghi delle cure e la complessità dei propri oggetti d’interesse. La malattia mentale può mutare la propria espressività a seconda delle circostanze, della storia individuale, delle condizioni socioeconomiche e dello stesso rapporto interpersonale, sociale e umano con l’individuo e con il malato. Anche i progressi della neurobiologia e l’era della psicofarmacologia avviata negli anni 50’, ne hanno ampliato gli orizzonti epistemologici e metodologici. L’analisi effettuata sottolinea come le numerose situazioni storiche evidenziano la diversità dei giudizi collettivi su comportamenti dissonanti con la propria cultura e il continuo variare del concetto stesso di salute, sino ad arrivare al movimento basagliano che si è posto l’obiettivo di superare la realtà coercitiva, oppressiva e istituzionalizzata del manicomio e di portare all’esterno la psichiatria, integrandola con tutte le componenti sociali e politiche ad essa connesse. Da Basaglia in poi prende forma la modalità operativa della “continuità terapeutica” tentando di realizzarla attraverso un’intensa attività di formazione e aggiornamento, individuando unità operative multiprofessionali formate da medici, psicologi, educatori, infermieri e riabilitatori, operanti sia durante il ricovero in ospedale, sia presso l’ambulatorio, il domicilio e i luoghi di lavoro. L’autore infine pone l’accento sulle forti contraddizioni culturali e ideologiche che periodicamente hanno destabilizzato la “nuova psichiatria” italiana, al cui interno coesistono posizioni diverse e spesso inconciliabili, come si è visto nello stesso percorso parlamentare della legge n.180, auspicando il proseguimento del percorso di apertura e non di involuzione e ricorso a condizioni che riportino la cura della malattia mentale a situazioni manicomiali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.