Il rinnovato interesse per la crisi di salinità messiniana ha condotto a nuovi studi riguardanti il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese. E’ stato recentemente analizzato il sondaggio di Narzole (Langhe, Piemonte centrale), descritto ed illustrato nella pubblicazione postuma di Sturani (1976). In tale sondaggio il limite Miocene-Pliocene è rappresentato da un livello arenitico nerastro potente circa un metro che separa i depositi di ambiente lagunare-lacustre ipoalino, corrispondenti alle Marne a Congeria (e correlati con le ben note “Facies di Lago-Mare”) del Messiniano post-evaporitico dai depositi marini emipelagici delle Argille Azzurre del Pliocene Inferiore (Dela Pierre et al., 2005). Il contenuto paleontologico delle Marne a Congeria appare scarso e rappresentato da molluschi di acque salmastre e marine e da foraminiferi planctonici del Tortoniano e del Messiniano inferiore (Globorotalia conomiozea, Gt. nicolae, Gt. suterae). I foraminiferi bentonici sono scarsi e costituiti da specie tipiche di ambiente di piattaforma esterna e batiale (Siphonina reticulata, Uvigerina rutila), considerate rimaneggiate, come anche le specie planctoniche. Gli ostracodi salmastri (Loxocorniculina djafarovi) sono molto scarsi. Le associazioni a Foraminiferi contenute nelle successioni marine corrispondenti alle Argille Azzurre plioceniche basali appaiono invece ricche e ben diversificate e permettono, in base della presenza di Sphaeroidinellopsis dehiscens, di attribuire alla biozona MPl 1 dello Zancleano tali sedimenti. Le specie planctoniche sono frequenti (P/(P+B=60-70%) e le specie bentoniche circalitorali profonde-epibatiali (Anomalinoides helicinus, Hoeglundina elegans, Uvigerina rutila, etc.) sono comuni, mentre i taxa caratteristici di ambiente infralitorale (Elphidium spp. ) sono molto rari. Gli ostracodi sono scarsi e rappresentati da specie marine profonde (Bythocypris obtusata). L’analisi micropaleontologica preliminare del sondaggio di Narzole conferma l’instaurarsi di condizioni marine profonde nel Bacino Terziario Piemontese all’inizio del Pliocene già documentate da Trenkwalder et al. (in stampa) in una successione affiorante nella Collina di Torino. Bibliografia Sturani C. (1976) – Messinian facies in the Piedmont Basin. Mem. Soc. Geol. It., 16, 11-25. Dela Pierre F., Irace A., Trenkwalder S. & Violanti D. (2005) – Il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese: confronto tra dati di sottosuolo e di affioramento. V Giornate di Paleontologia, Urbino, 20-22 maggio 2005, Riass.: p. 21. Trenkwalder S., Violanti D., d’Atri A., Lozar F., Dela Pierre F. & Irace A. (in stampa) - The Miocene/Pliocene boundary and the Early Pliocene micropalaeontological record: new data from the Tertiary Piedmont Basin (Moncucco quarry, Torino Hill, Northwestern Italy), Boll. Soc. Paleont. It., Messinian Paleontology, 47 (2), ISSN 0375-7633.
Il sondaggio di Narzole (Alba, Piemonte): associazioni a foraminiferi ed ostracodi al limite Miocene-Pliocene
VIOLANTI, Donata
2008-01-01
Abstract
Il rinnovato interesse per la crisi di salinità messiniana ha condotto a nuovi studi riguardanti il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese. E’ stato recentemente analizzato il sondaggio di Narzole (Langhe, Piemonte centrale), descritto ed illustrato nella pubblicazione postuma di Sturani (1976). In tale sondaggio il limite Miocene-Pliocene è rappresentato da un livello arenitico nerastro potente circa un metro che separa i depositi di ambiente lagunare-lacustre ipoalino, corrispondenti alle Marne a Congeria (e correlati con le ben note “Facies di Lago-Mare”) del Messiniano post-evaporitico dai depositi marini emipelagici delle Argille Azzurre del Pliocene Inferiore (Dela Pierre et al., 2005). Il contenuto paleontologico delle Marne a Congeria appare scarso e rappresentato da molluschi di acque salmastre e marine e da foraminiferi planctonici del Tortoniano e del Messiniano inferiore (Globorotalia conomiozea, Gt. nicolae, Gt. suterae). I foraminiferi bentonici sono scarsi e costituiti da specie tipiche di ambiente di piattaforma esterna e batiale (Siphonina reticulata, Uvigerina rutila), considerate rimaneggiate, come anche le specie planctoniche. Gli ostracodi salmastri (Loxocorniculina djafarovi) sono molto scarsi. Le associazioni a Foraminiferi contenute nelle successioni marine corrispondenti alle Argille Azzurre plioceniche basali appaiono invece ricche e ben diversificate e permettono, in base della presenza di Sphaeroidinellopsis dehiscens, di attribuire alla biozona MPl 1 dello Zancleano tali sedimenti. Le specie planctoniche sono frequenti (P/(P+B=60-70%) e le specie bentoniche circalitorali profonde-epibatiali (Anomalinoides helicinus, Hoeglundina elegans, Uvigerina rutila, etc.) sono comuni, mentre i taxa caratteristici di ambiente infralitorale (Elphidium spp. ) sono molto rari. Gli ostracodi sono scarsi e rappresentati da specie marine profonde (Bythocypris obtusata). L’analisi micropaleontologica preliminare del sondaggio di Narzole conferma l’instaurarsi di condizioni marine profonde nel Bacino Terziario Piemontese all’inizio del Pliocene già documentate da Trenkwalder et al. (in stampa) in una successione affiorante nella Collina di Torino. Bibliografia Sturani C. (1976) – Messinian facies in the Piedmont Basin. Mem. Soc. Geol. It., 16, 11-25. Dela Pierre F., Irace A., Trenkwalder S. & Violanti D. (2005) – Il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese: confronto tra dati di sottosuolo e di affioramento. V Giornate di Paleontologia, Urbino, 20-22 maggio 2005, Riass.: p. 21. Trenkwalder S., Violanti D., d’Atri A., Lozar F., Dela Pierre F. & Irace A. (in stampa) - The Miocene/Pliocene boundary and the Early Pliocene micropalaeontological record: new data from the Tertiary Piedmont Basin (Moncucco quarry, Torino Hill, Northwestern Italy), Boll. Soc. Paleont. It., Messinian Paleontology, 47 (2), ISSN 0375-7633.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.