Nonostante la crescente resistenza osservata in vitro nei confronti degli antibiotici usati comunemente per la terapia delle infezioni delle vie respiratorie sostenute da Streptococcus pyogenes, a tutt’oggi i dati clinici che confermano un reale fallimento terapeutico sono scarsi. Infatti, la completa efficacia di un agente antimicrobico non può essere soltanto determinata dalla valutazione della sua MIC poichè i test di sensibilità in vitro risultano incompleti e insufficienti, in quanto non tengono conto di alcuni elementi che giocano un ruolo chiave nell’infezione in vivo, quali la funzionalità delle cellule di difesa dell’ospite e l’eventuale attività immunomodulante dei farmaci. Di conseguenza, per garantire una più completa valutazione dell’efficacia terapeutica di un farmaco, le sue potenzialità immunomodulanti dovrebbero essere sempre determinate in associazione all’attività antibatterica esercitata in vitro. L’obiettivo in cui si inquadra la ricerca svolta dalle Unità Operative (UO)* afferenti al Programma di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale PRIN 2005 è stato approfondire le attuali conoscenze sui complessi meccanismi patogenici dell'infezione batterica sostenuta da patogeni antibiotico-resistenti e d’individuare nuove strategie terapeutiche. In particolare, l’UO1 ha valutato sia l’attività fagocitaria che la capacità battericida intracellulare dei fagociti, in presenza ed in assenza del macrolide eritromicina, nei confronti di ceppi di S. pyogenes eritromicino-sensibili (ES) e eritromicino-resistenti (ER), appartenenti ai fenotipi costitutivo, inducibile e M, forniti dalle UO 2 e 3, al fine di mettere in luce eventuali differenze nella sensibilità batterica ai PMN in relazione al loro diverso profilo di resistenza. I risultati ottenuti evidenziano che nelle condizioni in cui concentrazioni inibenti di eritromicina, PMN e streptococchi siano contemporaneamente presenti nel mezzo di coltura, l’attività fagocitaria dei PMN si mantiene su valori sovrapponibili a quelli dei controlli privi di farmaco per tutto il periodo di osservazione, indicando che il macrolide non altera la funzionalità dei fagociti. Per quanto riguarda il killing intracellulare, i dati evidenziano una buona capacità microbicida dei PMN in presenza del farmaco, rispetto ai controlli, sia per i ceppi ES che per i ceppi ER appartenenti ai tre fenotipi, sottolineando, in ogni caso, una migliore attività di killing da parte dei PMN umani nei confronti degli streptococchi ES. Dai risultati ottenuti si evince che il sistema immunitario aspecifico, coadiuvato dall’antibiotico, potrebbe essere in grado, di fronte a microrganismi resistenti, di contrastare l’attacco microbico e di ridurre la diffusione dell’infezione anche in vivo.
Ruolo degli agenti antimicrobici nel mediare la risposta immunitaria aspecifica nei confronti di patogeni antibiotico-sensibili e antibiotico-resistenti
BANCHE, Giuliana;MANDRAS, Narcisa;ROANA, Janira;SCALAS, Daniela;ALLIZOND, VALERIA;TULLIO, Viviana Cristina;CUFFINI, Annamaria;CARLONE, Nicola
2008-01-01
Abstract
Nonostante la crescente resistenza osservata in vitro nei confronti degli antibiotici usati comunemente per la terapia delle infezioni delle vie respiratorie sostenute da Streptococcus pyogenes, a tutt’oggi i dati clinici che confermano un reale fallimento terapeutico sono scarsi. Infatti, la completa efficacia di un agente antimicrobico non può essere soltanto determinata dalla valutazione della sua MIC poichè i test di sensibilità in vitro risultano incompleti e insufficienti, in quanto non tengono conto di alcuni elementi che giocano un ruolo chiave nell’infezione in vivo, quali la funzionalità delle cellule di difesa dell’ospite e l’eventuale attività immunomodulante dei farmaci. Di conseguenza, per garantire una più completa valutazione dell’efficacia terapeutica di un farmaco, le sue potenzialità immunomodulanti dovrebbero essere sempre determinate in associazione all’attività antibatterica esercitata in vitro. L’obiettivo in cui si inquadra la ricerca svolta dalle Unità Operative (UO)* afferenti al Programma di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale PRIN 2005 è stato approfondire le attuali conoscenze sui complessi meccanismi patogenici dell'infezione batterica sostenuta da patogeni antibiotico-resistenti e d’individuare nuove strategie terapeutiche. In particolare, l’UO1 ha valutato sia l’attività fagocitaria che la capacità battericida intracellulare dei fagociti, in presenza ed in assenza del macrolide eritromicina, nei confronti di ceppi di S. pyogenes eritromicino-sensibili (ES) e eritromicino-resistenti (ER), appartenenti ai fenotipi costitutivo, inducibile e M, forniti dalle UO 2 e 3, al fine di mettere in luce eventuali differenze nella sensibilità batterica ai PMN in relazione al loro diverso profilo di resistenza. I risultati ottenuti evidenziano che nelle condizioni in cui concentrazioni inibenti di eritromicina, PMN e streptococchi siano contemporaneamente presenti nel mezzo di coltura, l’attività fagocitaria dei PMN si mantiene su valori sovrapponibili a quelli dei controlli privi di farmaco per tutto il periodo di osservazione, indicando che il macrolide non altera la funzionalità dei fagociti. Per quanto riguarda il killing intracellulare, i dati evidenziano una buona capacità microbicida dei PMN in presenza del farmaco, rispetto ai controlli, sia per i ceppi ES che per i ceppi ER appartenenti ai tre fenotipi, sottolineando, in ogni caso, una migliore attività di killing da parte dei PMN umani nei confronti degli streptococchi ES. Dai risultati ottenuti si evince che il sistema immunitario aspecifico, coadiuvato dall’antibiotico, potrebbe essere in grado, di fronte a microrganismi resistenti, di contrastare l’attacco microbico e di ridurre la diffusione dell’infezione anche in vivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.