Originarie dell’Estremo Oriente, le camelie invernali possiedono, rispetto alle altre camelie, un pregio notevole: quello della fragranza. Inoltre, con la loro fioritura nei mesi autunnali vernini donano una nota di colore nei mesi tendenzialmente poco variopinti di fiori. Si tratta di specie (Camellia sasanqua, Camellia x vernalis, Camellia x hiemalis etc) finora poco studiate e valorizzate nel nostro Paese, mentre l’Australia e gli Stati Uniti hanno avuto sicuramente un ruolo primario nell’ibridazione e nell’ottenimento di nuove cultivar. Per questo motivo, il Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio dell’Università degli Studi di Torino, che da tempo dedica una particolare attenzione a quelle specie vegetali che possono avere un interesse e una potenzialità dal punto di vista economico per il territorio, ha iniziato ad occuparsi di queste specie con una sperimentazione finanziata dalla Regione Piemonte –Direzione Sviluppo dell’Agricoltura– e condotta in collaborazione col Consorzio Fiori Tipici del Lago Maggiore. Innanzitutto è stato considerato il patrimonio cultivarietale presente nell’area del Lago Maggiore essendo l’areale con peculiarità pedologiche, geografiche e storiche adatte allo sviluppo delle camelie. Quindi, su oltre cinquanta cultivar è stato intrapreso uno studio a livello morfologico e molecolare. Le ricerche, condotte per un periodo di cinque anni consecutivi, hanno permesso di giungere alla presente monografia che analizza con grande cura i risultati ottenuti, con lo scopo di fornire un testo completo, preciso, puntuale venendo a colmare la grave carenza che esisteva nel patrimonio della letteratura floricola. Esso può essere indicato come una “summa” a cui possono accedere non solo specialisti ma anche i numerosi appassionati di queste specie da fiore in tutta la loro infinita bellezza di forme e colori.
Le camelie invernali
SCARIOT, VALENTINA
2009-01-01
Abstract
Originarie dell’Estremo Oriente, le camelie invernali possiedono, rispetto alle altre camelie, un pregio notevole: quello della fragranza. Inoltre, con la loro fioritura nei mesi autunnali vernini donano una nota di colore nei mesi tendenzialmente poco variopinti di fiori. Si tratta di specie (Camellia sasanqua, Camellia x vernalis, Camellia x hiemalis etc) finora poco studiate e valorizzate nel nostro Paese, mentre l’Australia e gli Stati Uniti hanno avuto sicuramente un ruolo primario nell’ibridazione e nell’ottenimento di nuove cultivar. Per questo motivo, il Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio dell’Università degli Studi di Torino, che da tempo dedica una particolare attenzione a quelle specie vegetali che possono avere un interesse e una potenzialità dal punto di vista economico per il territorio, ha iniziato ad occuparsi di queste specie con una sperimentazione finanziata dalla Regione Piemonte –Direzione Sviluppo dell’Agricoltura– e condotta in collaborazione col Consorzio Fiori Tipici del Lago Maggiore. Innanzitutto è stato considerato il patrimonio cultivarietale presente nell’area del Lago Maggiore essendo l’areale con peculiarità pedologiche, geografiche e storiche adatte allo sviluppo delle camelie. Quindi, su oltre cinquanta cultivar è stato intrapreso uno studio a livello morfologico e molecolare. Le ricerche, condotte per un periodo di cinque anni consecutivi, hanno permesso di giungere alla presente monografia che analizza con grande cura i risultati ottenuti, con lo scopo di fornire un testo completo, preciso, puntuale venendo a colmare la grave carenza che esisteva nel patrimonio della letteratura floricola. Esso può essere indicato come una “summa” a cui possono accedere non solo specialisti ma anche i numerosi appassionati di queste specie da fiore in tutta la loro infinita bellezza di forme e colori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.