Le tragedie insistono su di un terreno ideologico molto ampio, i cui elementi, che talvolta appaiono stereotipati in una ‘gnomica del potere’ di maniera, si ripetono con una certa regolarità e coerenza all’interno di un quadro culturale, già definito dalla tradizione, centrato su alcune questioni forti di politica o meglio di etica della politica (rapporto re-tiranno, ruolo della Fortuna, ‘nobile schiavitù’, valore/disvalore dei regni bona, esistenza o meno di una giustizia divina, funzioni e limiti dei consiglieri e così via), alle quali sono fornite risposte diversificate in un ampio spettro di soluzioni. Nonostante quest’ampiezza di soluzioni nel corpus, ogni tragedia ci è apparsa presentare una fisionomia distinta ed affrontare una o più delle ‘questioni forti’ in modo preciso, univoco e non contraddittorio. In particolare, il Furens, l’unico dramma con un eroe positivo , è fra tutti quello in cui l’opposizione re-tiranno è presentata con perentoria convinzione ed è, soprattutto, iscritta in un quadro di giustizia superiore: il buon re è premiato, il tiranno prima o poi (al più tardi agli Inferi) riceve comunque la giusta punizione, gli dei hanno a cuore la giustizia sulla terra ed intervengono contro i tiranni – o per lo meno hanno la prerogativa di farlo. Al polo opposto si può collocare il Thyestes, il cui sconsolato messaggio sta nell’inconciliabilità tra filosofia e potere, tra il sapiens e la reggia: ogni re è un tiranno. Le altre sei tragedie si muovono tra queste due mete, più vicino al Furens le Troades e le Phoenissae, in cui il poeta riflette sul dominio della Fortuna, lasciando intravedere alcune crepe nella rassicurante antinomia re-tiranno; più problematiche sono la Medea, in cui tale antinomia è messa in forte discussione, e la Phaedra, i cui contributi più interessanti per il pensiero politico vengono dalla nutrice e da Ippolito. Ancor più decisamente vicine al Thyestes, infine, sono l’Oedipus e l’Agamemnon, in cui sono presenti alcuni aspetti di quella inconciliabilità che ritengo caratterizzare la tragedia di Atreo e Tieste. Si può quindi legittimamente parlare, credo, di un’evoluzione interna del pensiero politico nelle tragedie, anche se mancano indizi bastevoli per arrischiare solo su questa base una cronologia relativa o assoluta. Non si possono ottenere progressi sicuri per la datazione relativa o assoluta delle Tragedie con il metodo delle allusioni storiche (o tanto meno con lo studio dell’evoluzione politica). Ciò non significa, tuttavia, che questo dovrà restare un ‘problema senza soluzione’. La via da percorrere è a mio avviso quella di coordinare sinergicamente lo studio delle allusioni e del pensiero politico con i rari dati esterni a nostra disposizione, con eventuali richiami tra i singoli drammi e tra di essi ed opere coeve , con l’evoluzione stilistica e formale e soprattutto con quella metrica, forse la più promettente.

Pensiero politico ed esperienza storica nelle tragedie di Seneca

MALASPINA, Ermanno
2004-01-01

Abstract

Le tragedie insistono su di un terreno ideologico molto ampio, i cui elementi, che talvolta appaiono stereotipati in una ‘gnomica del potere’ di maniera, si ripetono con una certa regolarità e coerenza all’interno di un quadro culturale, già definito dalla tradizione, centrato su alcune questioni forti di politica o meglio di etica della politica (rapporto re-tiranno, ruolo della Fortuna, ‘nobile schiavitù’, valore/disvalore dei regni bona, esistenza o meno di una giustizia divina, funzioni e limiti dei consiglieri e così via), alle quali sono fornite risposte diversificate in un ampio spettro di soluzioni. Nonostante quest’ampiezza di soluzioni nel corpus, ogni tragedia ci è apparsa presentare una fisionomia distinta ed affrontare una o più delle ‘questioni forti’ in modo preciso, univoco e non contraddittorio. In particolare, il Furens, l’unico dramma con un eroe positivo , è fra tutti quello in cui l’opposizione re-tiranno è presentata con perentoria convinzione ed è, soprattutto, iscritta in un quadro di giustizia superiore: il buon re è premiato, il tiranno prima o poi (al più tardi agli Inferi) riceve comunque la giusta punizione, gli dei hanno a cuore la giustizia sulla terra ed intervengono contro i tiranni – o per lo meno hanno la prerogativa di farlo. Al polo opposto si può collocare il Thyestes, il cui sconsolato messaggio sta nell’inconciliabilità tra filosofia e potere, tra il sapiens e la reggia: ogni re è un tiranno. Le altre sei tragedie si muovono tra queste due mete, più vicino al Furens le Troades e le Phoenissae, in cui il poeta riflette sul dominio della Fortuna, lasciando intravedere alcune crepe nella rassicurante antinomia re-tiranno; più problematiche sono la Medea, in cui tale antinomia è messa in forte discussione, e la Phaedra, i cui contributi più interessanti per il pensiero politico vengono dalla nutrice e da Ippolito. Ancor più decisamente vicine al Thyestes, infine, sono l’Oedipus e l’Agamemnon, in cui sono presenti alcuni aspetti di quella inconciliabilità che ritengo caratterizzare la tragedia di Atreo e Tieste. Si può quindi legittimamente parlare, credo, di un’evoluzione interna del pensiero politico nelle tragedie, anche se mancano indizi bastevoli per arrischiare solo su questa base una cronologia relativa o assoluta. Non si possono ottenere progressi sicuri per la datazione relativa o assoluta delle Tragedie con il metodo delle allusioni storiche (o tanto meno con lo studio dell’evoluzione politica). Ciò non significa, tuttavia, che questo dovrà restare un ‘problema senza soluzione’. La via da percorrere è a mio avviso quella di coordinare sinergicamente lo studio delle allusioni e del pensiero politico con i rari dati esterni a nostra disposizione, con eventuali richiami tra i singoli drammi e tra di essi ed opere coeve , con l’evoluzione stilistica e formale e soprattutto con quella metrica, forse la più promettente.
2004
Entretiens Hardt L, Sénèque le Tragique
Fondation Hardt
1
267
320
9782600007504
http://www.fondationhardt.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=17&Itemid=29
Fondation Hardt; Sénéque; Seneca; Tragedie; politics; Hercules Furens; codex Etruscus; Entretien; politica; datazione delle tragedie di Seneca; allusioni politiche
Ermanno Malaspina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/69297
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