All’interno del contesto europeo la Germania è sicuramente uno dei paesi nei quali il sistema di garanzia mutualistica del credito a favore delle piccole e medie imprese è più sviluppato, capillare ed efficace. Si tratta però di un sistema che presenta caratteristiche radicalmente diverse rispetto a quello italiano, pur perseguendo sostanzialmente gli stessi obiettivi a favore dello stesso target di imprese. Storicamente i “confidi tedeschi” – le burgschftsbanken – sono nate negli anni immediatamente seguenti la fine della seconda guerra mondiale, su iniziativa privata, ma con un deciso impulso ed appoggio da parte del potere politico. In un contesto di pesante distruzione del tessuto economico, le burgschaftbanken sono state infatti considerate uno strumento strategico per facilitare e stimolare la ripresa dell’attività micro-imprenditoriale, con conseguenti benefici effetti sul tasso di occupazione. Negli anni ottanta il sistema delle bürgschaftsbanken ha attraversato una fase di profonda ristrutturazione. Gli enti di garanzia hanno perso la loro precedente connotazione settoriale e, grazie ad una ondata di fusioni ed acquisizioni, sono emerse un minor numero di organizzazioni più solide e con un’operatività a più ampio spettro. Negli stessi anni è stato sancito lo status bancario delle bürgschaftsbanken e la loro conseguente inclusione nel novero degli intermediari vigilati, soggetti al rispetto dei requisiti patrimoniali imposti dall’Accordo di Basilea. Questo status ha contribuito a rafforzare ulteriormente i legami fra le bürgschaftsbanken e le banche eroganti i prestiti alle piccole e medie imprese. Dopo la riunificazione fra Germania Est e Germania Ovest, lo schema di garanzia mutualistica è stato esteso ai nuovi Länder. In queste regioni sono dunque sorte alcune nuove bürgschaftsbanken sul modello di quelle esistenti. Dopo l’impulso iniziale fornito alla loro creazione, il sostegno pubblico a favore delle bürgschaftsbanken è continuato in maniera molto chiara, trasparente e strutturata. A differenza di quanto avvenuto nel nostro paese – dove gli interventi statali nel settore sono sempre stati farraginosi e discontinui – gli enti di garanzia tedeschi hanno quindi goduto di un contesto operativo e regolamentare definito, nonché di un concreto e costante inserimento nel quadro degli interventi di politica economica. Il sostegno più consistente è stato realizzato attraverso un sistema di controgaranzia, gestito congiuntamente dallo Stato centrale (Bund) e dalle autorità regionali (Länder). La controgaranzia prevede una copertura automatica e a costo zero di una quota delle perdite accertate dalle bürgschaftsbanken. Un secondo importante sostegno pubblico è scaturito invece dalla destinazione di una parte dei fondi del Piano Marshall. Attraverso tali fondi è stato creato un canale di finanziamento revolving, a tassi agevolati, tuttora disponibile per le bürgschaftsbanken (v. paragrafo 2.1 per maggiori dettagli).
The credit guarantee system in Germany
DE VINCENTIIS, Paola
2008-01-01
Abstract
All’interno del contesto europeo la Germania è sicuramente uno dei paesi nei quali il sistema di garanzia mutualistica del credito a favore delle piccole e medie imprese è più sviluppato, capillare ed efficace. Si tratta però di un sistema che presenta caratteristiche radicalmente diverse rispetto a quello italiano, pur perseguendo sostanzialmente gli stessi obiettivi a favore dello stesso target di imprese. Storicamente i “confidi tedeschi” – le burgschftsbanken – sono nate negli anni immediatamente seguenti la fine della seconda guerra mondiale, su iniziativa privata, ma con un deciso impulso ed appoggio da parte del potere politico. In un contesto di pesante distruzione del tessuto economico, le burgschaftbanken sono state infatti considerate uno strumento strategico per facilitare e stimolare la ripresa dell’attività micro-imprenditoriale, con conseguenti benefici effetti sul tasso di occupazione. Negli anni ottanta il sistema delle bürgschaftsbanken ha attraversato una fase di profonda ristrutturazione. Gli enti di garanzia hanno perso la loro precedente connotazione settoriale e, grazie ad una ondata di fusioni ed acquisizioni, sono emerse un minor numero di organizzazioni più solide e con un’operatività a più ampio spettro. Negli stessi anni è stato sancito lo status bancario delle bürgschaftsbanken e la loro conseguente inclusione nel novero degli intermediari vigilati, soggetti al rispetto dei requisiti patrimoniali imposti dall’Accordo di Basilea. Questo status ha contribuito a rafforzare ulteriormente i legami fra le bürgschaftsbanken e le banche eroganti i prestiti alle piccole e medie imprese. Dopo la riunificazione fra Germania Est e Germania Ovest, lo schema di garanzia mutualistica è stato esteso ai nuovi Länder. In queste regioni sono dunque sorte alcune nuove bürgschaftsbanken sul modello di quelle esistenti. Dopo l’impulso iniziale fornito alla loro creazione, il sostegno pubblico a favore delle bürgschaftsbanken è continuato in maniera molto chiara, trasparente e strutturata. A differenza di quanto avvenuto nel nostro paese – dove gli interventi statali nel settore sono sempre stati farraginosi e discontinui – gli enti di garanzia tedeschi hanno quindi goduto di un contesto operativo e regolamentare definito, nonché di un concreto e costante inserimento nel quadro degli interventi di politica economica. Il sostegno più consistente è stato realizzato attraverso un sistema di controgaranzia, gestito congiuntamente dallo Stato centrale (Bund) e dalle autorità regionali (Länder). La controgaranzia prevede una copertura automatica e a costo zero di una quota delle perdite accertate dalle bürgschaftsbanken. Un secondo importante sostegno pubblico è scaturito invece dalla destinazione di una parte dei fondi del Piano Marshall. Attraverso tali fondi è stato creato un canale di finanziamento revolving, a tassi agevolati, tuttora disponibile per le bürgschaftsbanken (v. paragrafo 2.1 per maggiori dettagli).File | Dimensione | Formato | |
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