Fino ad oggi, in ambito comunitario, la disciplina in materia di etichettatura è stata regolata soprattutto attraverso l’emanazione di Direttive “orizzontali”, che prevedono precetti applicabili indistintamente a tutti i settori, e di Direttive “verticali”, che disciplinano singole tipologie di prodotto. La prima Direttiva quadro di armonizzazione risale al 18 dicembre del 1978 (Direttiva 79/112/CEE). Essa è stata recepita in Italia dal D.lgs. 109/1992 e ha subito, negli anni, numerose modifiche. La Direttiva 79/112/CEE è stata abrogata dalla Direttiva 2000/13/CE che attualmente rappresenta, unitamente a tutte le variazioni da allora intercorse, la normativa comunitaria di riferimento. Mentre le modifiche avvenute nel corso degli anni sono andate ad incidere a livello comunitario sulla Direttiva 2000/13/CE, invece in ambito nazionale hanno investito sempre l’articolato del D.lgs. 109/1992. La normativa comunitaria sull’etichettatura ha certamente contribuito all’armonizzazione della disciplina in materia in vigore nei diversi Stati membri. È noto, tuttavia, che la Direttiva è un fatto che, pur vincolando gli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi in essa previsti, lascia gli organi nazionali liberi nella scelta delle forme e dei mezzi necessari al raggiungimento di detti risultati. È per tale motivo che ogni Stato membro ha recepito questa normativa privilegiando, ad esempio, le esigenze di operatori nazionali (industriali e commerciali), le tipicità locali, le abitudini alimentari del Paese. Tali differenze di applicazione hanno originato, e continuano a creare, numerose controversie nell’UE ed il legislatore comunitario, ben conscio della presenza di tali disparità, ha evidenziato nel secondo considerando alla Direttiva 2000/13/CE che “differenze tra le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di etichettatura dei prodotti alimentari possono ostacolarne la libera circolazione e possono creare disparità nelle condizioni di concorrenza [...]. È pertanto necessario ravvicinare dette legislazioni per contribuire al funzionamento del mercato interno”. A tale Direttiva, in ogni caso, deve essere riconosciuto il merito di aver compiuto un riordino della disciplina inerente l’etichettatura alimentare, la cui regolamentazione, essendo stata più volte oggetto di modificazioni, era oramai caratterizzata da un articolato complesso e disorganico. Anche per eliminare queste disparità, la Commissione europea il 30 gennaio 2008 ha presentato un riassetto del settore mediante la proposta di Regolamento relativa alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori. Al momento della consegna alla stampa di questa guida (ottobre 2009), non si hanno definitive indicazioni sull’adozione di questo Regolamento e, quindi, sul suo testo definitivo. Peraltro, in considerazione del rilevante impatto che il Regolamento, una volta adottato, avrà sulla materia oggetto della presente guida, verrà fatto cenno nel testo alle principali novità che la proposta intende apportare alla legislazione vigente. Lo scopo di questa guida è fornire agli operatori del settore alimentare utili indicazioni sull’applicazione della normativa portata dal D.lgs. 109/1992 (e successive modifiche) concernente l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari preconfezionati. Essa desidera inoltre presentare alcuni prossimi possibili orientamenti comunitari in materia.
L’etichettatura dei prodotti alimentari. La normativa comunitaria e nazionale
PERCIVALE, Franco
2009-01-01
Abstract
Fino ad oggi, in ambito comunitario, la disciplina in materia di etichettatura è stata regolata soprattutto attraverso l’emanazione di Direttive “orizzontali”, che prevedono precetti applicabili indistintamente a tutti i settori, e di Direttive “verticali”, che disciplinano singole tipologie di prodotto. La prima Direttiva quadro di armonizzazione risale al 18 dicembre del 1978 (Direttiva 79/112/CEE). Essa è stata recepita in Italia dal D.lgs. 109/1992 e ha subito, negli anni, numerose modifiche. La Direttiva 79/112/CEE è stata abrogata dalla Direttiva 2000/13/CE che attualmente rappresenta, unitamente a tutte le variazioni da allora intercorse, la normativa comunitaria di riferimento. Mentre le modifiche avvenute nel corso degli anni sono andate ad incidere a livello comunitario sulla Direttiva 2000/13/CE, invece in ambito nazionale hanno investito sempre l’articolato del D.lgs. 109/1992. La normativa comunitaria sull’etichettatura ha certamente contribuito all’armonizzazione della disciplina in materia in vigore nei diversi Stati membri. È noto, tuttavia, che la Direttiva è un fatto che, pur vincolando gli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi in essa previsti, lascia gli organi nazionali liberi nella scelta delle forme e dei mezzi necessari al raggiungimento di detti risultati. È per tale motivo che ogni Stato membro ha recepito questa normativa privilegiando, ad esempio, le esigenze di operatori nazionali (industriali e commerciali), le tipicità locali, le abitudini alimentari del Paese. Tali differenze di applicazione hanno originato, e continuano a creare, numerose controversie nell’UE ed il legislatore comunitario, ben conscio della presenza di tali disparità, ha evidenziato nel secondo considerando alla Direttiva 2000/13/CE che “differenze tra le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di etichettatura dei prodotti alimentari possono ostacolarne la libera circolazione e possono creare disparità nelle condizioni di concorrenza [...]. È pertanto necessario ravvicinare dette legislazioni per contribuire al funzionamento del mercato interno”. A tale Direttiva, in ogni caso, deve essere riconosciuto il merito di aver compiuto un riordino della disciplina inerente l’etichettatura alimentare, la cui regolamentazione, essendo stata più volte oggetto di modificazioni, era oramai caratterizzata da un articolato complesso e disorganico. Anche per eliminare queste disparità, la Commissione europea il 30 gennaio 2008 ha presentato un riassetto del settore mediante la proposta di Regolamento relativa alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori. Al momento della consegna alla stampa di questa guida (ottobre 2009), non si hanno definitive indicazioni sull’adozione di questo Regolamento e, quindi, sul suo testo definitivo. Peraltro, in considerazione del rilevante impatto che il Regolamento, una volta adottato, avrà sulla materia oggetto della presente guida, verrà fatto cenno nel testo alle principali novità che la proposta intende apportare alla legislazione vigente. Lo scopo di questa guida è fornire agli operatori del settore alimentare utili indicazioni sull’applicazione della normativa portata dal D.lgs. 109/1992 (e successive modifiche) concernente l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari preconfezionati. Essa desidera inoltre presentare alcuni prossimi possibili orientamenti comunitari in materia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.