Lo studio delle serie di temperature e precipitazioni merita grande attenzione perché permette di analizzare in dettaglio le variazioni che si sono verificate nel recente passato e le loro cause. Al fine di studiare correttamente queste variazioni, occorre però disporre di serie omogenee. Purtroppo, la maggior parte della serie presenta al loro interno dei fattori di natura non climatica che possono nascondere i reali cambiamenti verificatisi. Infatti, la discontinuità può essere dovuta a un cambiamento nella posizione della stazione, nella sostituzione degli strumenti di misura o ad una variazione dell’ambiente circostante. In questo studio, si sono analizzate 14 serie termopluviometriche a livello giornaliero in Piemonte che hanno misurato in continuo per 95 anni, dal 1914 al 2008. Come primo passo, si è svolta una ricerca storica su ogni stazione di misura, atta ad evidenziare le variazioni di registrazione (i metadata), subite da una stazione meteorologica durante i suoi anni di funzionamento ed infine si è applicato lo SPLIDHOM test (Mestre et al., in stampa) sulle serie giornaliere per valutare le disomogeneità di natura non climatica presenti. Successivamente, attraverso quattro diversi metodi di interpolazione spaziale (Eischeid et al., 1995), si sono ricostruiti alcuni valori mensili al fine di creare serie complete (senza dati mancanti). I primi due metodi utilizzati si basano su medie pesate aventi come peso rispettivamente il coefficiente di correlazione e l’inverso della distanza tra la serie candidata e le serie limitrofe, mentre il terzo metodo è la regressione multipla ed il quarto il valore medio tra i tre valori precedentemente calcolati. In questo modo si sono ottenute serie omogenee e complete sulle quali è stato dunque possibile calcolare i trends ricorrendo al test non parametrico di Mann-Kendall, per valutare l’attendibilità statistica della tendenza. Infine, per illustrare l'andamento medio ed estremo dei valori di temperature e precipitazioni, si sono calcolati gli indici climatici proposti dal Gruppo di Lavoro sull’individuazione dei cambiamenti climatici “CCL/CLIVAR” utilizzando come trentennio di riferimento il 1971-2000 (OMM, 2007). I risultati così ottenuti hanno permesso di individuare i principali climi locali presenti in Piemonte e di meglio comprendere le conseguenze delle variazioni climatiche su ambiente e società.
Studio delle lunghe serie giornaliere di temperature e precipitazioni e definizione di indici climatici in Piemonte
ACQUAOTTA, FIORELLA;FRATIANNI, SIMONA
2009-01-01
Abstract
Lo studio delle serie di temperature e precipitazioni merita grande attenzione perché permette di analizzare in dettaglio le variazioni che si sono verificate nel recente passato e le loro cause. Al fine di studiare correttamente queste variazioni, occorre però disporre di serie omogenee. Purtroppo, la maggior parte della serie presenta al loro interno dei fattori di natura non climatica che possono nascondere i reali cambiamenti verificatisi. Infatti, la discontinuità può essere dovuta a un cambiamento nella posizione della stazione, nella sostituzione degli strumenti di misura o ad una variazione dell’ambiente circostante. In questo studio, si sono analizzate 14 serie termopluviometriche a livello giornaliero in Piemonte che hanno misurato in continuo per 95 anni, dal 1914 al 2008. Come primo passo, si è svolta una ricerca storica su ogni stazione di misura, atta ad evidenziare le variazioni di registrazione (i metadata), subite da una stazione meteorologica durante i suoi anni di funzionamento ed infine si è applicato lo SPLIDHOM test (Mestre et al., in stampa) sulle serie giornaliere per valutare le disomogeneità di natura non climatica presenti. Successivamente, attraverso quattro diversi metodi di interpolazione spaziale (Eischeid et al., 1995), si sono ricostruiti alcuni valori mensili al fine di creare serie complete (senza dati mancanti). I primi due metodi utilizzati si basano su medie pesate aventi come peso rispettivamente il coefficiente di correlazione e l’inverso della distanza tra la serie candidata e le serie limitrofe, mentre il terzo metodo è la regressione multipla ed il quarto il valore medio tra i tre valori precedentemente calcolati. In questo modo si sono ottenute serie omogenee e complete sulle quali è stato dunque possibile calcolare i trends ricorrendo al test non parametrico di Mann-Kendall, per valutare l’attendibilità statistica della tendenza. Infine, per illustrare l'andamento medio ed estremo dei valori di temperature e precipitazioni, si sono calcolati gli indici climatici proposti dal Gruppo di Lavoro sull’individuazione dei cambiamenti climatici “CCL/CLIVAR” utilizzando come trentennio di riferimento il 1971-2000 (OMM, 2007). I risultati così ottenuti hanno permesso di individuare i principali climi locali presenti in Piemonte e di meglio comprendere le conseguenze delle variazioni climatiche su ambiente e società.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.