L’ipertensione in gravidanza rappresenta un problema di notevoli complessità e rilevanza clinica. Nei paesi occidentali questa complicazione della gravidanza è la principale causa di mortalità perinatale ed è seconda solo all’embolia polmonare come causa più frequente di mortalità materna. La complessità dell’eziopatogenesi ne rende difficoltosa la prevenzione e la notevole variabilità del quadro sintomatologico pone seri problemi di inquadramento nosologico. La terapia, nonostante i progressi della ricerca farmacologica, che ha messo a disposizione dei clinici numerosi presidi di dimostrata efficacia, si basa, oggi come in passato, sullo stesso cardine, l’espletamento anticipato del parto. Da un punto di vista nosologico si riconoscono due gruppi fondamentali di disturbi ipertensivi della gravidanza: le forme gestazionali, indotte dalla gravidanza, e le forme croniche, preesistenti alla gravidanza stessa. I due tipi di ipertensione differiscono in modo sostanziale per quanto riguarda l’eziopatogenesi, la fisiopatologia, l’epidemiologia, l’outcome materno e perinatale ed il management clinico, e non sempre la diagnosi differenziale risulta agevole. Attualmente, la classificazione più utilizzata a livello internazionale è quella del “National High Blood Pressure Education Program Working Group on High Blood Pressure in Pregnancy”, che fa capo all’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG). Secondo questa classificazione vengono individuati quattro tipi di disturbi ipertensivi della gravidanza: - ipertensione cronica - peeclampsia-eclampsia - ipertensione cronica con preeclampsia sovrapposta - ipertensione gestazionale L’origine eziopatogenetica dell’ipertensione indotta dalla gravidanza non è stata ancora sufficientemente chiarita nei suoi aspetti fondamentali. A tutt’oggi, infatti, non è stato identificato il “primum movens” che avvia la complessa catena di eventi che conducono al quadro patologico conclamato. Pertanto l’eziologia della malattia è da ritenersi sconosciuta. Una componente genetica della preeclampsia è stata suggerita fin dagli anni ’70. Rimane non chiarito tuttavia quali siano i geni responsabili e la modalità della loro trasmissione. I più recenti studi genetici e l’analisi di incidenza in gemelli monozigotici permettono di ipotizzare una trasmissione di tipo multifattoriale. Alcuni dati epidemiologici suggeriscono che anche il genotipo fetale o almeno la componente di origine paterna possa svolgere un ruolo importante nell’eziopatogenesi della preeclampsia. L’ipotesi di un coinvolgimento della struttura genotipica fetale presuppone un ruolo del sistema HLA (human leukocyte antigens), capace di indurre risposte immunitarie a tipo “rigetto” nei confronti di antigeni superficiali “not-self”. A tutt’oggi, peraltro gli studi relativi al ruolo di componenti del sistema HLA materno o fetale nella patogenesi della preeclampsia non sono definitivi. Il meccanismo eziopatogenetico dell’ipertensione gravidica, estremamente complesso, comprende, tra gli altri, alcuni fattori che sembrano avere un supporto sperimentale e razionale particolarmente convincente. Essi sono: 1) il mancato adattamento della trama vascolare uterina alla gravidanza, 2) l’aumento del tono vasocostrittore, 3) le anomalie del sistema della coagulazione, 4) le modificazione della reattività immunologica, 5) le alterazioni del metabolismo dell’acido arachidonico.

L’ipertensione in gravidanza: cause ed effetti

BENEDETTO, Chiara;MAROZIO, Luca
2010-01-01

Abstract

L’ipertensione in gravidanza rappresenta un problema di notevoli complessità e rilevanza clinica. Nei paesi occidentali questa complicazione della gravidanza è la principale causa di mortalità perinatale ed è seconda solo all’embolia polmonare come causa più frequente di mortalità materna. La complessità dell’eziopatogenesi ne rende difficoltosa la prevenzione e la notevole variabilità del quadro sintomatologico pone seri problemi di inquadramento nosologico. La terapia, nonostante i progressi della ricerca farmacologica, che ha messo a disposizione dei clinici numerosi presidi di dimostrata efficacia, si basa, oggi come in passato, sullo stesso cardine, l’espletamento anticipato del parto. Da un punto di vista nosologico si riconoscono due gruppi fondamentali di disturbi ipertensivi della gravidanza: le forme gestazionali, indotte dalla gravidanza, e le forme croniche, preesistenti alla gravidanza stessa. I due tipi di ipertensione differiscono in modo sostanziale per quanto riguarda l’eziopatogenesi, la fisiopatologia, l’epidemiologia, l’outcome materno e perinatale ed il management clinico, e non sempre la diagnosi differenziale risulta agevole. Attualmente, la classificazione più utilizzata a livello internazionale è quella del “National High Blood Pressure Education Program Working Group on High Blood Pressure in Pregnancy”, che fa capo all’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG). Secondo questa classificazione vengono individuati quattro tipi di disturbi ipertensivi della gravidanza: - ipertensione cronica - peeclampsia-eclampsia - ipertensione cronica con preeclampsia sovrapposta - ipertensione gestazionale L’origine eziopatogenetica dell’ipertensione indotta dalla gravidanza non è stata ancora sufficientemente chiarita nei suoi aspetti fondamentali. A tutt’oggi, infatti, non è stato identificato il “primum movens” che avvia la complessa catena di eventi che conducono al quadro patologico conclamato. Pertanto l’eziologia della malattia è da ritenersi sconosciuta. Una componente genetica della preeclampsia è stata suggerita fin dagli anni ’70. Rimane non chiarito tuttavia quali siano i geni responsabili e la modalità della loro trasmissione. I più recenti studi genetici e l’analisi di incidenza in gemelli monozigotici permettono di ipotizzare una trasmissione di tipo multifattoriale. Alcuni dati epidemiologici suggeriscono che anche il genotipo fetale o almeno la componente di origine paterna possa svolgere un ruolo importante nell’eziopatogenesi della preeclampsia. L’ipotesi di un coinvolgimento della struttura genotipica fetale presuppone un ruolo del sistema HLA (human leukocyte antigens), capace di indurre risposte immunitarie a tipo “rigetto” nei confronti di antigeni superficiali “not-self”. A tutt’oggi, peraltro gli studi relativi al ruolo di componenti del sistema HLA materno o fetale nella patogenesi della preeclampsia non sono definitivi. Il meccanismo eziopatogenetico dell’ipertensione gravidica, estremamente complesso, comprende, tra gli altri, alcuni fattori che sembrano avere un supporto sperimentale e razionale particolarmente convincente. Essi sono: 1) il mancato adattamento della trama vascolare uterina alla gravidanza, 2) l’aumento del tono vasocostrittore, 3) le anomalie del sistema della coagulazione, 4) le modificazione della reattività immunologica, 5) le alterazioni del metabolismo dell’acido arachidonico.
2010
Benedetto C.; Marozio L.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/78081
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