La nostra epoca e' profondamente segnata dalla ricerca di una vita piu' sana, di un ritorno alla natura e ai valori essenziali. In questo contesto, la fitoterapia appare come la “risposta ideale” alle molte malattie che caratterizzano la nostra societa', dallo stress e l’insonnia, dalle allergie alimentari alle patologie infettive con alterazione delle difese immunitarie, ecc. I progressi della ricerca scientifica hanno aperto per la fitoterapia nuovi orizzonti, con la messa a punto di metodologie scientifiche intese ad identificare i principi attivi vegetali e le loro proprieta', e la scoperta di forme terapeutiche e galeniche piu' sicure, piu' adeguate e piu' efficaci. Spesso i farmaci "classici" o "chimici" vengono contrapposti alla fitoterapia ma, nell'arsenale terapeutico di cui oggi disponiamo, ciascuno dei due tipi di farmaci ha una sua collocazione, senza escludersi a vicenda. La fitoterapia risulta a tutti gli effetti una terapia che richiede comunque la conoscenza di dosaggi e indicazioni cliniche e, come la medicina convenzionale, non e' scevra di effetti collaterali. Tuttavia, se da un lato sempre piu' prove sperimentali ci permettono di valutare e convalidare in modo scientifico le proprieta' dei prodotti naturali, dall’altro esiste ancora un grosso divario tra quanto affermato nella letteratura scientifica e quanto viene proposto in commercio. La pubblicita' della maggior parte dei prodotti in vendita attribuisce ai fitoterapici non solo attivita' antimicrobica, in parte convalidata da studi scientifici, ma anche buona attivita' sulle difese immunitarie che sembrerebbero venir stimolate dai prodotti naturali. Sono tante le piante studiate per la loro attivita' immunostimolante, di cui alcune gia' utilizzate dalla medicina popolare come antivirali, antibatterici, antimicotici ed antitumorali. Inoltre, sono state studiate anche le proprieta' di funghi, alghe e licheni. Per gli studi sono stati utilizzati soprattutto decotti ed estratti idroalcolici delle piante, ma anche, in misura minore, frazioni chimicamente definite, quali polisaccaridi, glicoproteine, saponine, flavonoidi o alcaloidi. Dalle ricerche effettuate e' emerso che le piante e i loro derivati possono determinare un aumento del numero di cellule immunocompetenti (PMN, macrofagi, cellule Natural Killer, linfociti B e T), e una maggiore produzione di citochine e di anticorpi. Tra le piante ad attivita' anti-infiammatoria che inibiscono la produzione di TNF-alfa, IL-6, IL-12 e prostaglandine, ma stimolano la produzione di IL-10 e IL-4 spiccano, tra le Liliaceae, Allium sativum L. e Aloe vera Tourn. ex Linn Syn: Aloe barbadensis Miller, tra le Asteraceae, Echinacea angustifolia DC ed E. purpurea L. Moench, mentre tra le Rubiaceae e le Fabaceae, ritroviamo, rispettivamente, Uncaria tomentosa Willd. ex Schult. e Astragalus membranaceus (Fisch. Ex Link) Bge. Altre, come A. vera e Melaleuca alternifolia Cheel. (Mirtaceae), esercitano attivita' anti-ossidante con riduzione della produzione di NO (ossido di azoto) e delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) e un aumento della superossido dismutasi (SOD), mentre le Echinaceae e l’Astragalus stimolano la fagocitosi dei macrofagi. Nessun effetto o effetti negativi sulle funzioni dei neutrofili sono stati, rispettivamente, evidenziati in presenza di A.vera e del “coriandolo romano” (Nigella sativa L. – Ranunculaceae). Andrographis paniculata (Burm. f.) Nees. (Acanthaceae), “re dei bitters”, ed Eleutherococcus senticosus Maxim. (Araliaceae), il “ginseng siberiano” sono in grado, invece, di stimolare le cellule NK, la chemiotassi dei macrofagi e la proliferazione dei linfociti. E' stato, inoltre, evidenziato che i polisaccaridi delle piante, in particolare quelli di A. membranaceus, del “Ginseng” (Panax quinquefolius L.- Araliaceae), di E. angustifolia ed E. purpurea, di Eleutherococcus senticosus, della “campanella cinese” (Platycodon grandiflorum Jacq.- Campanulaceae) e del micete Ganoderma lucidum Curt., possano scatenare l’espressione di alcuni Toll-Like Receptors, che giocano un ruolo chiave nel riconoscimento dei microrganismi invasori e nello scatenare una risposta di tipo infiammatorio. Alla luce di questi dati, abbiamo voluto valutare gli effetti in vitro dell’olio essenziale di timo rosso (Thymus vulgaris L.–Lamiaceae), a concentrazioni subinibenti, sull’attivita' di killing intracellulare dei granulociti polimorfonucleati (PMN) di soggetti sani, nei confronti di un ceppo di Candida albicans, uno dei piu' importanti lieviti responsabili di infezioni fungine. La scelta di questo fitoterapico e' stata determinata dalla sua riconosciuta attivita' antimicrobica in vitro, sia nei confronti di batteri che di miceti. I risultati preliminari evidenziano un incremento dell’attivita' fungicida intracellulare da parte dei PMN in presenza del timo rosso, rispetto ai controlli privi dell’olio essenziale, indicando una sua probabile interazione positiva con le difese aspecifiche dell’ospite. Anche se i risultati ottenuti fino ad oggi sull’influenza delle piante e dei loro derivati sul sistema immunitario dell’ospite sono numerosi e molto incoraggianti, essi sono tuttavia ancora frammentari e incompleti e riguardano per lo piu' studi in vitro o sugli animali. Poiche' non si puo' attribuire ai prodotti naturali nessuna proprieta' curativa se non dove cio' sia stato dimostrato dalla ricerca scientifica, molti studi sono ancora necessari per poter attribuire con certezza alle piante e ai loro derivati attivita' immunomodulante e per poter comprendere quali siano i meccanismi con cui questa si attui.
Fitoterapici e difese immunitarie: immaginazione o realta'?
TULLIO, Viviana Cristina;SCALAS, Daniela;ROANA, Janira;BANCHE, Giuliana;ALLIZOND, VALERIA;MANDRAS, Narcisa;CUFFINI, Annamaria;CARLONE, Nicola
2010-01-01
Abstract
La nostra epoca e' profondamente segnata dalla ricerca di una vita piu' sana, di un ritorno alla natura e ai valori essenziali. In questo contesto, la fitoterapia appare come la “risposta ideale” alle molte malattie che caratterizzano la nostra societa', dallo stress e l’insonnia, dalle allergie alimentari alle patologie infettive con alterazione delle difese immunitarie, ecc. I progressi della ricerca scientifica hanno aperto per la fitoterapia nuovi orizzonti, con la messa a punto di metodologie scientifiche intese ad identificare i principi attivi vegetali e le loro proprieta', e la scoperta di forme terapeutiche e galeniche piu' sicure, piu' adeguate e piu' efficaci. Spesso i farmaci "classici" o "chimici" vengono contrapposti alla fitoterapia ma, nell'arsenale terapeutico di cui oggi disponiamo, ciascuno dei due tipi di farmaci ha una sua collocazione, senza escludersi a vicenda. La fitoterapia risulta a tutti gli effetti una terapia che richiede comunque la conoscenza di dosaggi e indicazioni cliniche e, come la medicina convenzionale, non e' scevra di effetti collaterali. Tuttavia, se da un lato sempre piu' prove sperimentali ci permettono di valutare e convalidare in modo scientifico le proprieta' dei prodotti naturali, dall’altro esiste ancora un grosso divario tra quanto affermato nella letteratura scientifica e quanto viene proposto in commercio. La pubblicita' della maggior parte dei prodotti in vendita attribuisce ai fitoterapici non solo attivita' antimicrobica, in parte convalidata da studi scientifici, ma anche buona attivita' sulle difese immunitarie che sembrerebbero venir stimolate dai prodotti naturali. Sono tante le piante studiate per la loro attivita' immunostimolante, di cui alcune gia' utilizzate dalla medicina popolare come antivirali, antibatterici, antimicotici ed antitumorali. Inoltre, sono state studiate anche le proprieta' di funghi, alghe e licheni. Per gli studi sono stati utilizzati soprattutto decotti ed estratti idroalcolici delle piante, ma anche, in misura minore, frazioni chimicamente definite, quali polisaccaridi, glicoproteine, saponine, flavonoidi o alcaloidi. Dalle ricerche effettuate e' emerso che le piante e i loro derivati possono determinare un aumento del numero di cellule immunocompetenti (PMN, macrofagi, cellule Natural Killer, linfociti B e T), e una maggiore produzione di citochine e di anticorpi. Tra le piante ad attivita' anti-infiammatoria che inibiscono la produzione di TNF-alfa, IL-6, IL-12 e prostaglandine, ma stimolano la produzione di IL-10 e IL-4 spiccano, tra le Liliaceae, Allium sativum L. e Aloe vera Tourn. ex Linn Syn: Aloe barbadensis Miller, tra le Asteraceae, Echinacea angustifolia DC ed E. purpurea L. Moench, mentre tra le Rubiaceae e le Fabaceae, ritroviamo, rispettivamente, Uncaria tomentosa Willd. ex Schult. e Astragalus membranaceus (Fisch. Ex Link) Bge. Altre, come A. vera e Melaleuca alternifolia Cheel. (Mirtaceae), esercitano attivita' anti-ossidante con riduzione della produzione di NO (ossido di azoto) e delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) e un aumento della superossido dismutasi (SOD), mentre le Echinaceae e l’Astragalus stimolano la fagocitosi dei macrofagi. Nessun effetto o effetti negativi sulle funzioni dei neutrofili sono stati, rispettivamente, evidenziati in presenza di A.vera e del “coriandolo romano” (Nigella sativa L. – Ranunculaceae). Andrographis paniculata (Burm. f.) Nees. (Acanthaceae), “re dei bitters”, ed Eleutherococcus senticosus Maxim. (Araliaceae), il “ginseng siberiano” sono in grado, invece, di stimolare le cellule NK, la chemiotassi dei macrofagi e la proliferazione dei linfociti. E' stato, inoltre, evidenziato che i polisaccaridi delle piante, in particolare quelli di A. membranaceus, del “Ginseng” (Panax quinquefolius L.- Araliaceae), di E. angustifolia ed E. purpurea, di Eleutherococcus senticosus, della “campanella cinese” (Platycodon grandiflorum Jacq.- Campanulaceae) e del micete Ganoderma lucidum Curt., possano scatenare l’espressione di alcuni Toll-Like Receptors, che giocano un ruolo chiave nel riconoscimento dei microrganismi invasori e nello scatenare una risposta di tipo infiammatorio. Alla luce di questi dati, abbiamo voluto valutare gli effetti in vitro dell’olio essenziale di timo rosso (Thymus vulgaris L.–Lamiaceae), a concentrazioni subinibenti, sull’attivita' di killing intracellulare dei granulociti polimorfonucleati (PMN) di soggetti sani, nei confronti di un ceppo di Candida albicans, uno dei piu' importanti lieviti responsabili di infezioni fungine. La scelta di questo fitoterapico e' stata determinata dalla sua riconosciuta attivita' antimicrobica in vitro, sia nei confronti di batteri che di miceti. I risultati preliminari evidenziano un incremento dell’attivita' fungicida intracellulare da parte dei PMN in presenza del timo rosso, rispetto ai controlli privi dell’olio essenziale, indicando una sua probabile interazione positiva con le difese aspecifiche dell’ospite. Anche se i risultati ottenuti fino ad oggi sull’influenza delle piante e dei loro derivati sul sistema immunitario dell’ospite sono numerosi e molto incoraggianti, essi sono tuttavia ancora frammentari e incompleti e riguardano per lo piu' studi in vitro o sugli animali. Poiche' non si puo' attribuire ai prodotti naturali nessuna proprieta' curativa se non dove cio' sia stato dimostrato dalla ricerca scientifica, molti studi sono ancora necessari per poter attribuire con certezza alle piante e ai loro derivati attivita' immunomodulante e per poter comprendere quali siano i meccanismi con cui questa si attui.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.