La scelta della scuola superiore costituisce un momento decisivo per studenti e famiglie. L’importanza della scelta deriva, innanzitutto, dal ruolo cruciale che la scuola riveste, in quanto agenzia di socializzazione, nel processo di insegnamento di norme e valori da una generazione all’altra. In secondo luogo, alla scelta sono connesse conseguenze sia in termini di orientamenti per la formazione successiva, sia sul piano degli sbocchi professionali e delle chance di mobilità sociale. Obiettivo dell’analisi è la ricostruzione delle modalità attraverso cui si effettua, in famiglia, la scelta della scuola superiore all’interno di un’offerta formativa articolata e complessa ma ancora strutturata secondo tre assi principali: licei, istituti tecnici e istituti professionali. Il contributo propone, a partire dalle analisi classiche dell’impatto delle proprietà individuali sulle scelte educative e alla luce delle più recenti riflessioni sui meccanismi di socializzazione in ambito familiare e scolastico, un percorso di approfondimento focalizzato su: a) la presenza di percorsi di continuità o discontinuità tra generazioni, secondo logiche di mobilità sociale e mantenimento di status. L’attenzione è rivolta, in primo luogo, agli effetti dei percorsi formativi e occupazionali dei genitori (l’esperienza scolastica dei genitori, il capitale culturale acquisito, la collocazione nel sistema di stratificazione di classe) sul tipo di scuola superiore scelta dai figli e dalle figlie. In secondo luogo, l’analisi è orientata a determinare l’esistenza di meccanismi in grado di modificare l’effetto traino dell’ ‘eredità’ sociale e culturale della famiglia d’origine (in particolare quello della performance scolastica); b) l’esplorazione della rilevanza della composizione della fratria e della presenza di possibili effetti intergenerazionali e intragenerazionali nel senso di omogeneità o eterogeneità delle scelte scolastiche dentro la stessa famiglia; c) l’analisi delle trasformazioni nelle modalità, nei contenuti e negli esiti del processo di insegnamento-apprendimento che avviene in famiglia e a scuola: in particolare, a fronte di una progressiva erosione delle strutture di autorità, si vuole indagare il valore simbolico riconosciuto alla scuola, il giudizio complessivo sull’esperienza scolastica e il grado di convergenza percepito dai giovani tra i modelli educativi presentati da insegnati e genitori. Le basi dati su cui si articolano le analisi sono rappresentate da un campione di 1127 famiglie torinesi di classe operaia urbana e di ceto medio con almeno un figlio/a alle scuole superiori, costruito a partire da una survey CATI e da un corpus di 70 interviste discorsive guidate realizzate con genitori e figli [Progetto Qualità della vita e chance formative di adolescenti di classe operaia torinese (Olagnero, Bonica, Cavaletto e Sappa, 2009)]. Una seconda base dati, proveniente dal progetto Il cambiamento dei valori, dei processi di socializzazione e dell’identità tra i giovani italiani (Garelli, Palmonari, Sciolla, 2006) è costituita da un campione di mille casi relativi a Torino e provincia di giovani italiani tra i 16 e i 29 anni, costruito mediante indagine survey, da 45 interviste discorsive guidate, realizzate con padri, madri e figli (intervistati separatamente e facenti parte dello stesso nucleo familiare). I dati quantitativi sono stati analizzati attraverso modelli di regressione logistica binomiale; quelli qualitativi attraverso software di analisi quantitativa di dati qualitativi (Alceste). I primi risultati confermano la persistenza di scelte scolastiche orientate dalle caratteristiche della famiglia d’origine. Significativo è, tuttavia, il ruolo del rendimento scolastico che sembra essere il più efficace antagonista della predestinazione di classe in termini di opportunità educative. Emerge, inoltre, in modo molto chiaro il ruolo decisivo del capitale culturale dei genitori. Inoltre si sottolinea la rilevanza della presenza di fratelli e sorelle (coetanei o maggiori) nel determinare convergenze e omogeneità nella scelta. Infine le analisi relative ai modelli educativi veicolati dalle diverse agenzie di socializzazione mettono in luce l’esistenza di una specializzazione di tali agenzie (scuola e famiglia hanno ambiti di intervento e sfere d’azione peculiari e non sovrapposte), e la presenza, da una parte, di un clima negoziale in famiglia, fondato sulla condivisione di valori, e dall’altra di un clima invece improntato a prese di posizione e distanza rispetto agli insegnanti, specie quando non autorevoli.

Le scelte scolastiche: cambiamenti e persistenze tra (e dentro) le generazioni

TORRIONI, Paola Maria;CAVALETTO, Giulia Maria
2009-01-01

Abstract

La scelta della scuola superiore costituisce un momento decisivo per studenti e famiglie. L’importanza della scelta deriva, innanzitutto, dal ruolo cruciale che la scuola riveste, in quanto agenzia di socializzazione, nel processo di insegnamento di norme e valori da una generazione all’altra. In secondo luogo, alla scelta sono connesse conseguenze sia in termini di orientamenti per la formazione successiva, sia sul piano degli sbocchi professionali e delle chance di mobilità sociale. Obiettivo dell’analisi è la ricostruzione delle modalità attraverso cui si effettua, in famiglia, la scelta della scuola superiore all’interno di un’offerta formativa articolata e complessa ma ancora strutturata secondo tre assi principali: licei, istituti tecnici e istituti professionali. Il contributo propone, a partire dalle analisi classiche dell’impatto delle proprietà individuali sulle scelte educative e alla luce delle più recenti riflessioni sui meccanismi di socializzazione in ambito familiare e scolastico, un percorso di approfondimento focalizzato su: a) la presenza di percorsi di continuità o discontinuità tra generazioni, secondo logiche di mobilità sociale e mantenimento di status. L’attenzione è rivolta, in primo luogo, agli effetti dei percorsi formativi e occupazionali dei genitori (l’esperienza scolastica dei genitori, il capitale culturale acquisito, la collocazione nel sistema di stratificazione di classe) sul tipo di scuola superiore scelta dai figli e dalle figlie. In secondo luogo, l’analisi è orientata a determinare l’esistenza di meccanismi in grado di modificare l’effetto traino dell’ ‘eredità’ sociale e culturale della famiglia d’origine (in particolare quello della performance scolastica); b) l’esplorazione della rilevanza della composizione della fratria e della presenza di possibili effetti intergenerazionali e intragenerazionali nel senso di omogeneità o eterogeneità delle scelte scolastiche dentro la stessa famiglia; c) l’analisi delle trasformazioni nelle modalità, nei contenuti e negli esiti del processo di insegnamento-apprendimento che avviene in famiglia e a scuola: in particolare, a fronte di una progressiva erosione delle strutture di autorità, si vuole indagare il valore simbolico riconosciuto alla scuola, il giudizio complessivo sull’esperienza scolastica e il grado di convergenza percepito dai giovani tra i modelli educativi presentati da insegnati e genitori. Le basi dati su cui si articolano le analisi sono rappresentate da un campione di 1127 famiglie torinesi di classe operaia urbana e di ceto medio con almeno un figlio/a alle scuole superiori, costruito a partire da una survey CATI e da un corpus di 70 interviste discorsive guidate realizzate con genitori e figli [Progetto Qualità della vita e chance formative di adolescenti di classe operaia torinese (Olagnero, Bonica, Cavaletto e Sappa, 2009)]. Una seconda base dati, proveniente dal progetto Il cambiamento dei valori, dei processi di socializzazione e dell’identità tra i giovani italiani (Garelli, Palmonari, Sciolla, 2006) è costituita da un campione di mille casi relativi a Torino e provincia di giovani italiani tra i 16 e i 29 anni, costruito mediante indagine survey, da 45 interviste discorsive guidate, realizzate con padri, madri e figli (intervistati separatamente e facenti parte dello stesso nucleo familiare). I dati quantitativi sono stati analizzati attraverso modelli di regressione logistica binomiale; quelli qualitativi attraverso software di analisi quantitativa di dati qualitativi (Alceste). I primi risultati confermano la persistenza di scelte scolastiche orientate dalle caratteristiche della famiglia d’origine. Significativo è, tuttavia, il ruolo del rendimento scolastico che sembra essere il più efficace antagonista della predestinazione di classe in termini di opportunità educative. Emerge, inoltre, in modo molto chiaro il ruolo decisivo del capitale culturale dei genitori. Inoltre si sottolinea la rilevanza della presenza di fratelli e sorelle (coetanei o maggiori) nel determinare convergenze e omogeneità nella scelta. Infine le analisi relative ai modelli educativi veicolati dalle diverse agenzie di socializzazione mettono in luce l’esistenza di una specializzazione di tali agenzie (scuola e famiglia hanno ambiti di intervento e sfere d’azione peculiari e non sovrapposte), e la presenza, da una parte, di un clima negoziale in famiglia, fondato sulla condivisione di valori, e dall’altra di un clima invece improntato a prese di posizione e distanza rispetto agli insegnanti, specie quando non autorevoli.
2009
http://www.unito.it/unitoWAR/page/dipartimenti2/D013/D013_sez_variabile_12?id=772070
Rapporti tra le generazioni; famiglia; scuola
P.M. Torrioni; G. M. Cavaletto
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