Il lapis lazuli è una delle pietre preziose più antiche, essendo stata utilizzata per la glittica già 7000 anni fa: gioielli, amuleti, sigilli e intarsi sono esempi di oggetti prodotti utilizzando questo materiale. A causa della bassa probabilità che si verifichino le corrette condizioni geologiche per la sua formazione, esistono poche miniere da cui poterlo estrarre. Benché attualmente le miniere del Badakhshan in Afghanistan siano considerate le uniche impiegate in tempi antichi, anche altri siti d’estrazione sono stati presi in considerazione. In questo lavoro è stato eseguito uno studio sistematico multi-tecnica con lo scopo di identificare elementi discriminati nei lapis lazuli di differenti provenienze. Le rocce analizzate, che appartengono al Museo di Storia Naturale di Firenze, provengono da quattro delle principali miniere conosciute: Badakhshan (Afghanistan), Ovalle (Chile), Irkutsk (Siberia) e Lyadzhuar Dara (monti del Pamir in Tajikistan). Da questi campioni sono state ricavate diciassette sezioni sottili caratterizzate presso l’Università di Torino per mezzo di catodoluminescenza (CL) a catodo freddo, micro-Raman, SEM-EDS e SEM-CL. Tali misure sono state propedeutiche alle misure mirate di microscopia ionica, eseguite presso il laboratorio LABEC dell’INFN di Firenze, che hanno confermato quanto osservato con le tecniche più convenzionali, aggiungendo ulteriori fattori discriminanti. I principali vantaggi delle tecniche di microscopia ionica (PIXE, PIGE, ionoluminescenza) risiedono nella possibilità di operare in aria, senza alcuna preparazione del campione e senza contatti con l’opera. Questo sarà di fondamentale importanza quando saranno analizzati oggetti archeologici in lapis lazuli, per un confronto con quanto ottenuto in questa prima fase di caratterizzazione delle rocce. Le analisi hanno mostrato la possibilità di differenziare i giacimenti d’estrazione sotto indagine, anche se tali risultati dovranno trovare conferma aumentando la statistica dei campioni di roccia analizzati.

Studi di provenienza di Lapis Lazuli: caratterizzazione preliminare di rocce da differenti giacimenti

RE, ALESSANDRO;LO GIUDICE, Alessandro;OLIVERO, Paolo;ANGELICI, Debora
2010-01-01

Abstract

Il lapis lazuli è una delle pietre preziose più antiche, essendo stata utilizzata per la glittica già 7000 anni fa: gioielli, amuleti, sigilli e intarsi sono esempi di oggetti prodotti utilizzando questo materiale. A causa della bassa probabilità che si verifichino le corrette condizioni geologiche per la sua formazione, esistono poche miniere da cui poterlo estrarre. Benché attualmente le miniere del Badakhshan in Afghanistan siano considerate le uniche impiegate in tempi antichi, anche altri siti d’estrazione sono stati presi in considerazione. In questo lavoro è stato eseguito uno studio sistematico multi-tecnica con lo scopo di identificare elementi discriminati nei lapis lazuli di differenti provenienze. Le rocce analizzate, che appartengono al Museo di Storia Naturale di Firenze, provengono da quattro delle principali miniere conosciute: Badakhshan (Afghanistan), Ovalle (Chile), Irkutsk (Siberia) e Lyadzhuar Dara (monti del Pamir in Tajikistan). Da questi campioni sono state ricavate diciassette sezioni sottili caratterizzate presso l’Università di Torino per mezzo di catodoluminescenza (CL) a catodo freddo, micro-Raman, SEM-EDS e SEM-CL. Tali misure sono state propedeutiche alle misure mirate di microscopia ionica, eseguite presso il laboratorio LABEC dell’INFN di Firenze, che hanno confermato quanto osservato con le tecniche più convenzionali, aggiungendo ulteriori fattori discriminanti. I principali vantaggi delle tecniche di microscopia ionica (PIXE, PIGE, ionoluminescenza) risiedono nella possibilità di operare in aria, senza alcuna preparazione del campione e senza contatti con l’opera. Questo sarà di fondamentale importanza quando saranno analizzati oggetti archeologici in lapis lazuli, per un confronto con quanto ottenuto in questa prima fase di caratterizzazione delle rocce. Le analisi hanno mostrato la possibilità di differenziare i giacimenti d’estrazione sotto indagine, anche se tali risultati dovranno trovare conferma aumentando la statistica dei campioni di roccia analizzati.
2010
http://www.dfs.unito.it/solid/PUBBLICAZIONI/pub_generale.html
Lapis Lazuli; Provenienza; Archeometria; Ion Beam Analysis; Microanalisi; Catodoluminescenza
A. Re; A. Lo Giudice; P. Olivero; G. Pratesi; D. Angelici
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