Primo grande lavoro bachiano su testo latino, il Magnificat sta al centro di una costellazione di lavori collegati per via liturgica, letteraria e musicale. Nel decennio che separa il concepimento del Magnificat (BWV 243a) dalla sua revisione (BWV 243) Bach intrattenne col Canticum Mariae un rapporto intenso. Cadendo a poche settimane dal suo insediamento a Lipsia, la Festa della Visitazione del 1723 offerse al neo-Kantor l’occasione per presentare il Magnificat insieme a una nuova versione dell'ultima Cantata di Weimar, Herz und Mund und Tat und Leben (BWV 147). Sei mesi dopo, la Festa della Natività gli diede modo d’addobbare il Magnificat con quattro brevi ma importanti tropi; inoltre, la liturgia di quel giorno lo indusse a proporre un’altra Cantata del tempo di Weimar, Christen, ätzet diesen Tag (BWV 63), e a comporre il Sanctus in Re maggiore (BWV 238). L’anno seguente la Festa della Visitazione costituì per Bach l’occasione per comporre una Cantata, Meine Seele erhebt den Herren (BWV 10), il cui testo in parte parafrasa e in parte traduce quello del Cantico di Maria. Sebbene da quel giorno la disponibilità di un’intonazione figurale in latino e di una Cantata su testo tedesco gli consentissero di fronteggiare tutte le occasioni liturgiche che ne prescrivevano l’impiego, il rapporto del Kantor col Canticum rimase sempre fecondo.

Fra Kantor e Canticum. Bach e il Magnificat

RIZZUTI, Alberto
2011-01-01

Abstract

Primo grande lavoro bachiano su testo latino, il Magnificat sta al centro di una costellazione di lavori collegati per via liturgica, letteraria e musicale. Nel decennio che separa il concepimento del Magnificat (BWV 243a) dalla sua revisione (BWV 243) Bach intrattenne col Canticum Mariae un rapporto intenso. Cadendo a poche settimane dal suo insediamento a Lipsia, la Festa della Visitazione del 1723 offerse al neo-Kantor l’occasione per presentare il Magnificat insieme a una nuova versione dell'ultima Cantata di Weimar, Herz und Mund und Tat und Leben (BWV 147). Sei mesi dopo, la Festa della Natività gli diede modo d’addobbare il Magnificat con quattro brevi ma importanti tropi; inoltre, la liturgia di quel giorno lo indusse a proporre un’altra Cantata del tempo di Weimar, Christen, ätzet diesen Tag (BWV 63), e a comporre il Sanctus in Re maggiore (BWV 238). L’anno seguente la Festa della Visitazione costituì per Bach l’occasione per comporre una Cantata, Meine Seele erhebt den Herren (BWV 10), il cui testo in parte parafrasa e in parte traduce quello del Cantico di Maria. Sebbene da quel giorno la disponibilità di un’intonazione figurale in latino e di una Cantata su testo tedesco gli consentissero di fronteggiare tutte le occasioni liturgiche che ne prescrivevano l’impiego, il rapporto del Kantor col Canticum rimase sempre fecondo.
2011
Edizioni dell'Orso
1
208
9788862742788
http://www.ediorso.it
Bach; Magnificat; Lipsia; Cantata
Alberto Rizzuti
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Rizzuti - Fra Kantor e canticum.pdf

Accesso aperto

Dimensione 716.71 kB
Formato Adobe PDF
716.71 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/85374
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact