Il dibattito sulla complessità ed il risveglio di interesse nei confronti dei sistemi dotati di capacità di auto-organizzazione e di adattamento, primi fra tutti i sistemi viventi, obbligano a porsi interrogativi sulle cause che li determinano e dunque riaprono questioni che la scienza sembrava aver abbandonato in via definitiva. Ci riferiamo qui al tema della teleonomia che da Bacone in poi, con la nascita della scienza moderna, è stato confinato nel campo della metafisica e ritenuto estraneo al modo di spiegazione causale della natura che è peculiare della scienza. Tuttavia, lo stato attuale delle conoscenze sui sistemi complessi suggerisce che l’esclusione a priori del concetto di fine dalle categorie di spiegazione causale risponda più ad un irrigidimento dogmatico che non ad una oggettiva necessità e possa rappresentare un ostacolo alla comprensione di tali sistemi. In questo articolo ci proponiamo di discutere il nuovo significato che il concetto di finalismo acquisisce nella prospettiva offerta dal dibattito sulla complessità, illustrando quegli orientamenti che propongono soluzioni non metafisiche al problema e ne sostengono la funzionalità all’interno dell'analisi scientifica dei sistemi complessi. Proporremo inoltre alcuni spunti di riflessione in merito alle possibilità che tale originale prospettiva offre al dialogo tra teologia e scienza.
Il recupero dei concetti di teleonomia e complessità in ambito scientifico nella prospettiva del dialogo tra scienza e teologia
GHIBAUDI, Elena Maria;
2010-01-01
Abstract
Il dibattito sulla complessità ed il risveglio di interesse nei confronti dei sistemi dotati di capacità di auto-organizzazione e di adattamento, primi fra tutti i sistemi viventi, obbligano a porsi interrogativi sulle cause che li determinano e dunque riaprono questioni che la scienza sembrava aver abbandonato in via definitiva. Ci riferiamo qui al tema della teleonomia che da Bacone in poi, con la nascita della scienza moderna, è stato confinato nel campo della metafisica e ritenuto estraneo al modo di spiegazione causale della natura che è peculiare della scienza. Tuttavia, lo stato attuale delle conoscenze sui sistemi complessi suggerisce che l’esclusione a priori del concetto di fine dalle categorie di spiegazione causale risponda più ad un irrigidimento dogmatico che non ad una oggettiva necessità e possa rappresentare un ostacolo alla comprensione di tali sistemi. In questo articolo ci proponiamo di discutere il nuovo significato che il concetto di finalismo acquisisce nella prospettiva offerta dal dibattito sulla complessità, illustrando quegli orientamenti che propongono soluzioni non metafisiche al problema e ne sostengono la funzionalità all’interno dell'analisi scientifica dei sistemi complessi. Proporremo inoltre alcuni spunti di riflessione in merito alle possibilità che tale originale prospettiva offre al dialogo tra teologia e scienza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.