Quando leggiamo, di solito pensiamo che l'esito della nostra lettura sia molto simile a quello degli altri lettori. Ciò non è vero: ci sono ampie prove sperimentali che lo dimostrano. Il fatto che lo stesso testo letterario possa essere letto in modo parzialmente diverso da persone diverse costituisce uno dei fondamenti dell'esperienza estetica. L'esperienza estetica richiede emozioni intense, che sono possibili soltanto se nel testo abbiamo proiettato qualcosa che ci riguarda direttamente. Senza una forte partecipazione emotiva, una gran parte del nostro rapporto con la letteratura non sarebbe possibile e il ruolo stesso dell'arte sarebbe marginale e forse insignificante nell'esperienza umana. Un testo sopravvive nel tempo se permette letture nelle quali i diversi lettori possono trovare qualcosa che ritengono importante e in cui possono riconoscersi. In questo articolo presento lo studio della percezione di sei personaggi: Lucia nei Promessi sposi di Manzoni (1840), Fosca nell’omonimo romanzo di Tarchetti (1869), Angiolina in Senilità di Svevo (1898), Carla negli Indifferenti di Moravia (1929), Francesco Ingravallo in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda (1957) e Cris in Abitare il vento di Vassalli (1980). La lettura di un testo porta alla costruzione di un modello di situazione che richiede - oltre a una competenza di tipo linguistico - una competenza di tipo enciclopedico, che può variare anche molto da lettore a lettore. L'analisi empirica degli atti di lettura ci mostra come lo stesso personaggio dello stesso testo può essere concretizzato in modo molto diverso da lettori diversi, sulla base di diverse esperienze precedenti e di aspettative differenti.
Le forme del personaggio nel romanzo: uno studio empirico
NEMESIO, Aldo Severino
2010-01-01
Abstract
Quando leggiamo, di solito pensiamo che l'esito della nostra lettura sia molto simile a quello degli altri lettori. Ciò non è vero: ci sono ampie prove sperimentali che lo dimostrano. Il fatto che lo stesso testo letterario possa essere letto in modo parzialmente diverso da persone diverse costituisce uno dei fondamenti dell'esperienza estetica. L'esperienza estetica richiede emozioni intense, che sono possibili soltanto se nel testo abbiamo proiettato qualcosa che ci riguarda direttamente. Senza una forte partecipazione emotiva, una gran parte del nostro rapporto con la letteratura non sarebbe possibile e il ruolo stesso dell'arte sarebbe marginale e forse insignificante nell'esperienza umana. Un testo sopravvive nel tempo se permette letture nelle quali i diversi lettori possono trovare qualcosa che ritengono importante e in cui possono riconoscersi. In questo articolo presento lo studio della percezione di sei personaggi: Lucia nei Promessi sposi di Manzoni (1840), Fosca nell’omonimo romanzo di Tarchetti (1869), Angiolina in Senilità di Svevo (1898), Carla negli Indifferenti di Moravia (1929), Francesco Ingravallo in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda (1957) e Cris in Abitare il vento di Vassalli (1980). La lettura di un testo porta alla costruzione di un modello di situazione che richiede - oltre a una competenza di tipo linguistico - una competenza di tipo enciclopedico, che può variare anche molto da lettore a lettore. L'analisi empirica degli atti di lettura ci mostra come lo stesso personaggio dello stesso testo può essere concretizzato in modo molto diverso da lettori diversi, sulla base di diverse esperienze precedenti e di aspettative differenti.File | Dimensione | Formato | |
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