Gli epitaphioi logoi che Gregorio di Nazianzo pronunciò in onore dei membri della sua famiglia fra il 369 e il 374 sono espressione di una pratica sociale antica con cui le famiglie aristocratiche , al momento del trapasso di un loro congiunto, avevano l’occasione di riaffermare pubblicamente il loro prestigio. Il contributo intende mostrare i modi della cristianizzazione del genere mediante il discorso agiografico e, nello stesso tempo, come questo, entrato a far parte della grammatica del linguaggio della legittimazione del potere di un gruppo familiare, approdi ad una soluzione originale , specialmente se confrontata al discorso agiografico predominante che legava la santità al rifiuto del matrimonio e all’abbandono del gruppo familiare. Il risultato è una sorta di santità laica, in cui la perfezione riesce a convivere con l’unione matrimoniale, la cura dei figli e l’attenzione alla prosperità familiare, ancorché temperata dall’uso retto della ricchezza. Questa proposta agiografica è comprensibile soltanto sullo sfondo di una stagione breve dello sviluppo della letteratura agiografica tardo antica, nel limitato volgere di tempo in cui la Vita di Antonio di Atanasio di Alessandria , vettore di straordinario successo letterario del modello monastico, sta già circolando ma vi è ancora spazio per modelli di santità diversi da quello monastico e da quello vescovile.

Discorso agiografico e promozione del genos: Gregorio di Nazianzo

MONACI, Adele
2006-01-01

Abstract

Gli epitaphioi logoi che Gregorio di Nazianzo pronunciò in onore dei membri della sua famiglia fra il 369 e il 374 sono espressione di una pratica sociale antica con cui le famiglie aristocratiche , al momento del trapasso di un loro congiunto, avevano l’occasione di riaffermare pubblicamente il loro prestigio. Il contributo intende mostrare i modi della cristianizzazione del genere mediante il discorso agiografico e, nello stesso tempo, come questo, entrato a far parte della grammatica del linguaggio della legittimazione del potere di un gruppo familiare, approdi ad una soluzione originale , specialmente se confrontata al discorso agiografico predominante che legava la santità al rifiuto del matrimonio e all’abbandono del gruppo familiare. Il risultato è una sorta di santità laica, in cui la perfezione riesce a convivere con l’unione matrimoniale, la cura dei figli e l’attenzione alla prosperità familiare, ancorché temperata dall’uso retto della ricchezza. Questa proposta agiografica è comprensibile soltanto sullo sfondo di una stagione breve dello sviluppo della letteratura agiografica tardo antica, nel limitato volgere di tempo in cui la Vita di Antonio di Atanasio di Alessandria , vettore di straordinario successo letterario del modello monastico, sta già circolando ma vi è ancora spazio per modelli di santità diversi da quello monastico e da quello vescovile.
2006
3
165
185
A. MONACI CASTAGNO
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