Nel 167 d.C. il retore Elio Aristide intervenne a Pergamo per perorare una causa particolarmente importante e attuale per la realtà storica del tempo: la cessazione delle discordie tra le principali città della provincia d’Asia. A tal fine pronunciò l’orazione XXIII (Peri homonoias tais polesin), mirabile summa delle tematiche più ricorrenti sull’argomento, qui spesso reinterpretate in maniera originale. Dall’analisi di tale discorso e del suo lessico sembra emergere la personalità non di un vano retore, ricco di luoghi comuni e nostalgico del passato, ma di un politico accorto, che sa intervenire nel modo migliore nella nuova realtà greca all’interno della totalizzante pax romana.
Reciprocità e concordia nell’orazione XXIII di Elio Aristide
BIANCO, Elisabetta
2009-01-01
Abstract
Nel 167 d.C. il retore Elio Aristide intervenne a Pergamo per perorare una causa particolarmente importante e attuale per la realtà storica del tempo: la cessazione delle discordie tra le principali città della provincia d’Asia. A tal fine pronunciò l’orazione XXIII (Peri homonoias tais polesin), mirabile summa delle tematiche più ricorrenti sull’argomento, qui spesso reinterpretate in maniera originale. Dall’analisi di tale discorso e del suo lessico sembra emergere la personalità non di un vano retore, ricco di luoghi comuni e nostalgico del passato, ma di un politico accorto, che sa intervenire nel modo migliore nella nuova realtà greca all’interno della totalizzante pax romana.File | Dimensione | Formato | |
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