OBIETTIVI: Tra le specie batteriche frequentemente riconosciute come agenti eziologici di gastroenteriti vi sono i Campylobacter termo tolleranti. L’enterite da Campylobacter è una zoonosi ed oltre agli alimenti di origine animale, un importante ruolo nella diffusione di questi batteri patogeni spetta al ciclo dell’acqua. In genere le acque, soprattutto superficiali, possono essere contaminate da questi patogeni enterici in conseguenza di fenomeni di dilavamento di suoli contaminati da deiezioni di animali selvatici o di allevamento, dall’immissione di reflui civili o zootecnici non trattati o degli effluenti di impianti di depurazione. Lo scopo di questo lavoro è stato la messa a punto ed applicazione di un protocollo di PCR per la ricerca di Campylobacter spp., C. jejuni e C. coli nelle acque. METODI: Sono state inizialmente testate due differenti metodologie di concentrazione del campione acquoso, la filtrazione (filtri di nitrocellulosa, 0,45 μm) e la centrifugazione (20 minuti a 14.000 g) seguite da due differenti protocolli di PCR. Il primo protocollo basato su una amplificazione con una coppia di primers specifica per il genere Campylobacter accoppiato ad una amplificazione (Triplex- PCR) in grado di evidenziare prodotti di PCR corrispondenti a C. jejuni, C. lari e C. coli. Il secondo protocollo di PCR ha previsto l’impiego di una Multiplex PCR per monitorare contemporaneamente la presenza di m.o. ascrivibili al genere Campylobacter spp. e alle specie C. jejuni e C. coli. Per valutare la sensibilità del metodo messo a punto sono state inoculate concentrazioni scalari note di C.jejuni. Il protocollo ottimizzato è stato successivamente utilizzato per la ricerca delle specie patogene di Campylobacter in differenti risorse idriche superficiali del Piemonte e della Liguria. RISULTATI: Le prove condotte in laboratorio hanno mostrato risultati migliori con la centrifugazione come metodo di concentrazione del campione acquoso associata al protocollo Multiplex-PCR. Il metodo sviluppato ha permesso di rilevare in campioni acquosi inoculati basse concentrazioni di C. jejuni (circa 10 UFC) dimostrando una elevata sensibilità. I risultati ottenuti nel monitoraggio delle risorse idriche superficiali in Piemonte e Liguria hanno evidenziato la presenza di Campylobacter spp. in una sola risorsa idrica indagata. CONCLUSIONI: In conclusione il protocollo sviluppato in questo studio potrebbe essere applicato routinariamente per la valutazione del rischio microbiologico da Campylobacter patogeni nelle acque superficiali.
SVILUPPO ED APPLICAZIONE DI METODI PER LA RICERCA DI CAMPYLOBACTER PATOGENI NELLE ACQUE SUPERFICIALI
BONETTA, Silvia;CARRARO, Elisabetta
2012-01-01
Abstract
OBIETTIVI: Tra le specie batteriche frequentemente riconosciute come agenti eziologici di gastroenteriti vi sono i Campylobacter termo tolleranti. L’enterite da Campylobacter è una zoonosi ed oltre agli alimenti di origine animale, un importante ruolo nella diffusione di questi batteri patogeni spetta al ciclo dell’acqua. In genere le acque, soprattutto superficiali, possono essere contaminate da questi patogeni enterici in conseguenza di fenomeni di dilavamento di suoli contaminati da deiezioni di animali selvatici o di allevamento, dall’immissione di reflui civili o zootecnici non trattati o degli effluenti di impianti di depurazione. Lo scopo di questo lavoro è stato la messa a punto ed applicazione di un protocollo di PCR per la ricerca di Campylobacter spp., C. jejuni e C. coli nelle acque. METODI: Sono state inizialmente testate due differenti metodologie di concentrazione del campione acquoso, la filtrazione (filtri di nitrocellulosa, 0,45 μm) e la centrifugazione (20 minuti a 14.000 g) seguite da due differenti protocolli di PCR. Il primo protocollo basato su una amplificazione con una coppia di primers specifica per il genere Campylobacter accoppiato ad una amplificazione (Triplex- PCR) in grado di evidenziare prodotti di PCR corrispondenti a C. jejuni, C. lari e C. coli. Il secondo protocollo di PCR ha previsto l’impiego di una Multiplex PCR per monitorare contemporaneamente la presenza di m.o. ascrivibili al genere Campylobacter spp. e alle specie C. jejuni e C. coli. Per valutare la sensibilità del metodo messo a punto sono state inoculate concentrazioni scalari note di C.jejuni. Il protocollo ottimizzato è stato successivamente utilizzato per la ricerca delle specie patogene di Campylobacter in differenti risorse idriche superficiali del Piemonte e della Liguria. RISULTATI: Le prove condotte in laboratorio hanno mostrato risultati migliori con la centrifugazione come metodo di concentrazione del campione acquoso associata al protocollo Multiplex-PCR. Il metodo sviluppato ha permesso di rilevare in campioni acquosi inoculati basse concentrazioni di C. jejuni (circa 10 UFC) dimostrando una elevata sensibilità. I risultati ottenuti nel monitoraggio delle risorse idriche superficiali in Piemonte e Liguria hanno evidenziato la presenza di Campylobacter spp. in una sola risorsa idrica indagata. CONCLUSIONI: In conclusione il protocollo sviluppato in questo studio potrebbe essere applicato routinariamente per la valutazione del rischio microbiologico da Campylobacter patogeni nelle acque superficiali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.