Le fonti scritte, presenti in modo molto limitato per il periodo altomedievale, i dati di scavo incompleti, documentano solo parzialmente le trasformazioni territoriali e sociali avvenute nel V secolo e nel corso di quelli successivi: il quadro di desolazione e di abbandono finora proposto non è del tutto compatibile con la situazione storico-politica generale. Il valore, non solo epigrafico, della lapide di Castrofino, è indiscutibile ma considerandolo nella sua unicità rimane solo la tessera di un mosaico molto più complesso la cui ricomposizione e cioè la necessità di ricollegarlo in verticale ed in orizzontale con il suo tempo ed il contesto culturale di provenienza è uno degli obiettivi che intendiamo percorrere. La centralità della valle e dei percorsi che la attraversavano e quindi la possibilità che le comunicazioni non si fossero interrotte completamente, ma fossero rimaste ad unire uomini, merci ed idee costituiscono un elemento importante da cui ripartire per delinearne i contenuti e le modalità di attuazione. Una delle possibili chiavi di lettura risiede nella comprensione delle modalità secondo cui si stabiliscono i rapporti tra i siti individuati, i mercati di approvvigionamento e smistamento delle merci, ed i centri di potere rappresentati dalle città. L’influenza dei centri urbani sul territorio rurale si è espressa principalmente in termini di imposizioni e di orientamenti, a loro volta condizionanti il carattere delle signorie e delle forme di controllo della produzione contadina. In modo particolare, in questo caso, lo studio della produzione agricola ed animale, diventa un importante elemento di analisi. Come base iniziale di riferimento si è cercato, in questa fase, di raccogliere e riesaminare i dati editi, per promuovere una ricerca finalizzata a definire la struttura insediativa e produttiva di questo territorio, analizzando le trasformazioni introdotte tra il V ed il secolo XI nella suddivisione organizzativa dello spazio e le relative interazioni con il potere politico comunale e con la formazione dei patrimoni fondiari di alcuni importanti monasteri genovesi. Lo studio delle unità produttive, tramite i metodi e le conoscenze dell’archeologia del paesaggio ligure, contribuirà alla ricostruzione delle tecniche di sfruttamento agricolo, delle strategie di potere adottate dai ceti dominanti per indirizzare e modificare le attività delle singole comunità locali e delle modalità per controllare, in questo caso particolare, i traffici commerciali da e verso la pianura padana.

Fonti scritte e cultura materiale del territorio fra tardoantico e altomedioevo in Val Polcevera (Genova): problemi aperti e prospettive di ricerca

DE VINGO, Paolo;
2003-01-01

Abstract

Le fonti scritte, presenti in modo molto limitato per il periodo altomedievale, i dati di scavo incompleti, documentano solo parzialmente le trasformazioni territoriali e sociali avvenute nel V secolo e nel corso di quelli successivi: il quadro di desolazione e di abbandono finora proposto non è del tutto compatibile con la situazione storico-politica generale. Il valore, non solo epigrafico, della lapide di Castrofino, è indiscutibile ma considerandolo nella sua unicità rimane solo la tessera di un mosaico molto più complesso la cui ricomposizione e cioè la necessità di ricollegarlo in verticale ed in orizzontale con il suo tempo ed il contesto culturale di provenienza è uno degli obiettivi che intendiamo percorrere. La centralità della valle e dei percorsi che la attraversavano e quindi la possibilità che le comunicazioni non si fossero interrotte completamente, ma fossero rimaste ad unire uomini, merci ed idee costituiscono un elemento importante da cui ripartire per delinearne i contenuti e le modalità di attuazione. Una delle possibili chiavi di lettura risiede nella comprensione delle modalità secondo cui si stabiliscono i rapporti tra i siti individuati, i mercati di approvvigionamento e smistamento delle merci, ed i centri di potere rappresentati dalle città. L’influenza dei centri urbani sul territorio rurale si è espressa principalmente in termini di imposizioni e di orientamenti, a loro volta condizionanti il carattere delle signorie e delle forme di controllo della produzione contadina. In modo particolare, in questo caso, lo studio della produzione agricola ed animale, diventa un importante elemento di analisi. Come base iniziale di riferimento si è cercato, in questa fase, di raccogliere e riesaminare i dati editi, per promuovere una ricerca finalizzata a definire la struttura insediativa e produttiva di questo territorio, analizzando le trasformazioni introdotte tra il V ed il secolo XI nella suddivisione organizzativa dello spazio e le relative interazioni con il potere politico comunale e con la formazione dei patrimoni fondiari di alcuni importanti monasteri genovesi. Lo studio delle unità produttive, tramite i metodi e le conoscenze dell’archeologia del paesaggio ligure, contribuirà alla ricostruzione delle tecniche di sfruttamento agricolo, delle strategie di potere adottate dai ceti dominanti per indirizzare e modificare le attività delle singole comunità locali e delle modalità per controllare, in questo caso particolare, i traffici commerciali da e verso la pianura padana.
2003
III Congresso Nazionale doi Archeologia Medievale
Castello di Salerno-Complesso di Santa Sofia
2-5 ottobre 2003
Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
Edizioni All'Insegna del Giglio s.a.s.
III
I
32
36
Monasteri; Dati epigrafici; Patrimoni fondiari
de Vingo P; Frondoni A
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