Nell’area mediterranea, gli arbusteti sono tra le formazioni maggiormente interessate dagli incendi a causa della loro elevata infiammabilità. A seguito dei cambiamenti d’uso del suolo, gli arbusteti mediterranei spesso invadono i pascoli e gli incolti, aumentando il rischio incendi. Inoltre, la loro espansione riduce le risorse pastorali del territorio, e in alcuni casi anche quelle naturalistiche. Di conseguenza, è di interesse gestionale trovare dei mezzi per ridurre il carico di combustibile, la copertura e la continuità di queste formazioni. Il fuoco prescritto è tra le tecniche più interessanti per questo scopo, ed è ampiamente utilizzato in alcuni Paesi mediterranei. Per una corretta applicazione di questa tecnica è ondamentale conoscere le caratteristiche dei combustibili (ad es., struttura, carico, umidità), e come queste determinano il comportamento del fuoco. Il presente studio intende analizzare le relazioni fra i combustibili e il comportamento del fuoco prescritto in formazioni a Spartium junceum, un arbusto in espansione nell’area mediterranea. Per la caratterizzazione del combustibile sono stati campionati alcuni arbusti in località Sella del Corticato, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (PNCVD), Campania. È stato impiegato il cosiddetto cube method, un metodo parzialmente distruttivo di scuola francese che consente di elaborare modelli in 3D degli arbusti. Le caratteristiche dei combustibili del singolo arbusto modello sono state analizzate con il software Fuel Manager (FPFM), un prodotto del progetto Fire Paradox, e sono stati elaborati dei modelli lineari per una stima indiretta del carico in funzione dell’altezza dello strato arbustivo. Le relazioni fra combustibili e comportamento del fuoco sono state studiate durante tre interventi di fuoco prescritto in Spartium junceum: due condotti nel PNCVD, nel febbraio 2009 e nel maggio 2011, e uno a Vence, Alpes Maritimes, Francia, nel marzo 2012. Durante gli interventi è stato stimato il carico di combustibile utilizzando i modelli elaborati, mentre le condizioni di umidità sono state determinate in base all’indice di pericolo incendi EFFIS. In ciascuna area è stata rilevata la variazione di temperatura del fuoco per mezzo di termocoppie di tipo K posizionate alla base dello strato arbustivo. L’analisi ha mostrato che lo Spartium junceum è un arbusto con un elevato carico di particelle fini molto infiammabili, presenti per lo più a livello della chioma. In tutti gli interventi il fuoco ha raggiunto temperature molto elevate (oltre 800 °C). Tuttavia, a causa della discontinuità del combustibile fine lungo il profilo verticale, in condizioni di umidità medio-alta e di bassa velocità del vento (interventi nel PNCVD), il fronte di fiamma non è riuscito a propagarsi in chioma e a procedere da una macchia di arbusti alla successiva, richiedendo ripetute accensioni da parte degli operatori. Viceversa, con umidità medio-bassa e velocità del vento e pendenza superiori (interventi a Vence), il fuoco ha assunto un comportamento esplosivo, procedendo per lunghi tratti senza ulteriori accensioni. L’applicazione del fuoco prescritto in queste condizioni richiede un’ottima pianificazione dell’intervento e personale esperto.

Fuoco prescritto in arbusteti mediterranei: caratteristiche del combustibile e comportamento del fuoco in formazioni a Spartium junceum

BOVIO, Giovanni;ASCOLI, DAVIDE
2013-01-01

Abstract

Nell’area mediterranea, gli arbusteti sono tra le formazioni maggiormente interessate dagli incendi a causa della loro elevata infiammabilità. A seguito dei cambiamenti d’uso del suolo, gli arbusteti mediterranei spesso invadono i pascoli e gli incolti, aumentando il rischio incendi. Inoltre, la loro espansione riduce le risorse pastorali del territorio, e in alcuni casi anche quelle naturalistiche. Di conseguenza, è di interesse gestionale trovare dei mezzi per ridurre il carico di combustibile, la copertura e la continuità di queste formazioni. Il fuoco prescritto è tra le tecniche più interessanti per questo scopo, ed è ampiamente utilizzato in alcuni Paesi mediterranei. Per una corretta applicazione di questa tecnica è ondamentale conoscere le caratteristiche dei combustibili (ad es., struttura, carico, umidità), e come queste determinano il comportamento del fuoco. Il presente studio intende analizzare le relazioni fra i combustibili e il comportamento del fuoco prescritto in formazioni a Spartium junceum, un arbusto in espansione nell’area mediterranea. Per la caratterizzazione del combustibile sono stati campionati alcuni arbusti in località Sella del Corticato, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (PNCVD), Campania. È stato impiegato il cosiddetto cube method, un metodo parzialmente distruttivo di scuola francese che consente di elaborare modelli in 3D degli arbusti. Le caratteristiche dei combustibili del singolo arbusto modello sono state analizzate con il software Fuel Manager (FPFM), un prodotto del progetto Fire Paradox, e sono stati elaborati dei modelli lineari per una stima indiretta del carico in funzione dell’altezza dello strato arbustivo. Le relazioni fra combustibili e comportamento del fuoco sono state studiate durante tre interventi di fuoco prescritto in Spartium junceum: due condotti nel PNCVD, nel febbraio 2009 e nel maggio 2011, e uno a Vence, Alpes Maritimes, Francia, nel marzo 2012. Durante gli interventi è stato stimato il carico di combustibile utilizzando i modelli elaborati, mentre le condizioni di umidità sono state determinate in base all’indice di pericolo incendi EFFIS. In ciascuna area è stata rilevata la variazione di temperatura del fuoco per mezzo di termocoppie di tipo K posizionate alla base dello strato arbustivo. L’analisi ha mostrato che lo Spartium junceum è un arbusto con un elevato carico di particelle fini molto infiammabili, presenti per lo più a livello della chioma. In tutti gli interventi il fuoco ha raggiunto temperature molto elevate (oltre 800 °C). Tuttavia, a causa della discontinuità del combustibile fine lungo il profilo verticale, in condizioni di umidità medio-alta e di bassa velocità del vento (interventi nel PNCVD), il fronte di fiamma non è riuscito a propagarsi in chioma e a procedere da una macchia di arbusti alla successiva, richiedendo ripetute accensioni da parte degli operatori. Viceversa, con umidità medio-bassa e velocità del vento e pendenza superiori (interventi a Vence), il fuoco ha assunto un comportamento esplosivo, procedendo per lunghi tratti senza ulteriori accensioni. L’applicazione del fuoco prescritto in queste condizioni richiede un’ottima pianificazione dell’intervento e personale esperto.
2013
IX Congresso Nazionale SISEF. Multifunzionalità degli Ecosistemi Forestali Montani: Sfide e Opportunità per la Ricerca e lo Sviluppo
Bolzano
16-19 settembre 2013
Abstract-book
SISEF Editore
60
60
http://www.sisef.it/sisef/congresso-ix/material/ix_congresso_sisef_abstract_book_poster_07_09_2013.pdf
Fuoco prescritto; Incendi boschivi; Selvicoltura
D. Castagneri; A. Esposito; S. Mazzoleni; G. Bovio; D. Ascoli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/139286
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