Introduzione e obiettivi. Nei pazienti candidati a prostatectomia radicale che, pur desiderosi di mantenere una attività sessuale, non possono beneficiare (per criteri oncologici o perchè già portatori di DE) di una procedura nerve-sparing, la funzione erettile può essere ristabilita mediante un successivo impianto protesico. Il posizionamento in addome del serbatoio delle protesi tricomponenti dopo prostatectomia laparoscopica/ robotica, che viene di solito condotta per via transperitoneale, può risultare indaginoso ed esporre a rischi. Le soluzioni sono rappresentate dal posizionamento intraperitoneale sotto vista del serbatoio mediante un’incisione di servizio oppure dal ricorso al posizionamento del serbatoio nella parete addominale, alternativa valida ma che può essere poco accettabile in pazienti magri, nonostante la disponibilità dei nuovi serbatoi a profilo ridotto, per la difficoltà di occultare completamente il reservoir. Materiali e metodi. Il posizionamento del reservoir durante prostatectomia robotica richiede solo pochi minuti e avviene sotto vista in sede intraperitoneale. Il tubo di connessione, tappato con apposito accessorio, viene facilmente attratto nello scroto attraverso una minima incisione (1 cm) mediante una pinza di Kelly i cui rebbi vengono fatti penetrare in addome a monte dell’anello inguinale esterno sotto controllo laparoscopico; l’estremità del tubo viene fissata con un punto di sutura. Risultati e discussione. L’impianto del reservoir durante prostatectomia open era stato proposto da Boyd, che ne aveva verificato fattibilità e sicurezza; il posizionamento del serbatoio durante prostatectomia extrafasciale transperitoneale robotica nei pazienti motivati alla riabilitazione protesica, finora mai proposto, risulta particolarmente vantaggioso perchè permette un posizionamento intra-addominale sicuro, scevro dai rischi di lesione intestinali connessi con un posizionamento differito, e con rischi infettivi minimizzati dai vantaggi della tecnica robotica: perfetta tenuta dell’anastomosi vescico-uretrale e basso rischio di raccolte. L’estremità del tubo di connessione risulta di facile reperimento in sede scrotale in occasione dell’impianto dei cilindri e dell’attivatore anche dopo alcuni mesi dalla procedura. Conclusioni. Il posizionamento contestuale del reservoir può rappresentare una valida opzione in pazienti candidati a prostatectomia radicale laparosco pi ca/robotica extrafasciale e motivati alla riabilitazione protesica.

IMPIANTO CONTESTUALE DI RESERVOIR PER PROTESI TRICOMPONENTE DURANTE PROSTATECTOMIA RADICALE EXTRAFASCIALE ROBO TICA

CERUTI, Carlo;ROLLE, Luigi;FALCONE, MARCO;GALLETTO, ELISA LUCIA;FREA, Bruno
2013-01-01

Abstract

Introduzione e obiettivi. Nei pazienti candidati a prostatectomia radicale che, pur desiderosi di mantenere una attività sessuale, non possono beneficiare (per criteri oncologici o perchè già portatori di DE) di una procedura nerve-sparing, la funzione erettile può essere ristabilita mediante un successivo impianto protesico. Il posizionamento in addome del serbatoio delle protesi tricomponenti dopo prostatectomia laparoscopica/ robotica, che viene di solito condotta per via transperitoneale, può risultare indaginoso ed esporre a rischi. Le soluzioni sono rappresentate dal posizionamento intraperitoneale sotto vista del serbatoio mediante un’incisione di servizio oppure dal ricorso al posizionamento del serbatoio nella parete addominale, alternativa valida ma che può essere poco accettabile in pazienti magri, nonostante la disponibilità dei nuovi serbatoi a profilo ridotto, per la difficoltà di occultare completamente il reservoir. Materiali e metodi. Il posizionamento del reservoir durante prostatectomia robotica richiede solo pochi minuti e avviene sotto vista in sede intraperitoneale. Il tubo di connessione, tappato con apposito accessorio, viene facilmente attratto nello scroto attraverso una minima incisione (1 cm) mediante una pinza di Kelly i cui rebbi vengono fatti penetrare in addome a monte dell’anello inguinale esterno sotto controllo laparoscopico; l’estremità del tubo viene fissata con un punto di sutura. Risultati e discussione. L’impianto del reservoir durante prostatectomia open era stato proposto da Boyd, che ne aveva verificato fattibilità e sicurezza; il posizionamento del serbatoio durante prostatectomia extrafasciale transperitoneale robotica nei pazienti motivati alla riabilitazione protesica, finora mai proposto, risulta particolarmente vantaggioso perchè permette un posizionamento intra-addominale sicuro, scevro dai rischi di lesione intestinali connessi con un posizionamento differito, e con rischi infettivi minimizzati dai vantaggi della tecnica robotica: perfetta tenuta dell’anastomosi vescico-uretrale e basso rischio di raccolte. L’estremità del tubo di connessione risulta di facile reperimento in sede scrotale in occasione dell’impianto dei cilindri e dell’attivatore anche dopo alcuni mesi dalla procedura. Conclusioni. Il posizionamento contestuale del reservoir può rappresentare una valida opzione in pazienti candidati a prostatectomia radicale laparosco pi ca/robotica extrafasciale e motivati alla riabilitazione protesica.
2013
XXIX Congresso SIA
Firenze
settembre 2013
85
3 s1
44
44
Carlo Ceruti; Luigi Rolle; Omidreza Sedigh; Massimiliano Timpano; Marco Falcone; Elisa Galletto; Mirko Preto; Bruno Frea
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