Introduzione Tra le complicanze della chirurgia protesica, l’infezione della protesi è sicuramente la più temibile, ma non meno importante va considerato il rischio di estrusione protesica, legato al decubito che in alcuni casi i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi, causandone l’erosione. Materiali e metodi Negli ultimi 2 anni, sono giunti alla nostra osservazione 8 casi di decubito distale di un cilindro protesico, con grave atteggiamento SST del glande. Sei pazienti sono portatori di impianto protesico semirigido del pene; 2 pazienti sono portatori di impianto protesico gonfiabile del pene (uno bi-componente, l’altro tri-componente). In 2 casi, la caduta dorsale del glande ha lasciato esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due era evidente una diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio 2010 ad apicolpastica dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene (Herniamesh in 6 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly del glande dagli apici. Nel paziente con diastasi dei corpi cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del pene una benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio vascolo-nervoso. È stata quindi eseguita la glandulopessi. Risultati Il tempo operatorio medio è stato di 2,5 ore. Il follow-up medio dei pazienti è di 3,5 mesi (tra i 7 mesi ed 1 mese al momento della stesura dell’abstract). Tra le complicanze post-operatorie, segnaliamo: la comparsa di un’escara che ha coinvolto dalla seconda giornata post-operatoria la mucosa del glande in 2 pazienti; a risoluzione spontanea nel giro di 20 giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente l’edema cutaneo che ha coinvolto il III distale del pene, cui è in fine residuato un incremento della circonferenza del pene. Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né di ematomi peno-scrotali. Sei pazienti hanno ripreso l’attività sessuale e il glande è in asse. Conclusioni L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo, complesso, da eseguire con pazienza per il rischio di lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente. Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo ed è indispensabile un adeguato periodo di astinenza dall’attività sessuale. Non irrilevante è l’allargamento circonferenziale che si ottiene con questo intervento
Apicoplastica mediante innesto di rete in prolene e glandulopessi in pazienti portatori di protesi peniena a rischio di estrusione per erosione dell'apice cavernoso
ROLLE, Luigi;CERUTI, Carlo;FONTANA, Dario
2010-01-01
Abstract
Introduzione Tra le complicanze della chirurgia protesica, l’infezione della protesi è sicuramente la più temibile, ma non meno importante va considerato il rischio di estrusione protesica, legato al decubito che in alcuni casi i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi, causandone l’erosione. Materiali e metodi Negli ultimi 2 anni, sono giunti alla nostra osservazione 8 casi di decubito distale di un cilindro protesico, con grave atteggiamento SST del glande. Sei pazienti sono portatori di impianto protesico semirigido del pene; 2 pazienti sono portatori di impianto protesico gonfiabile del pene (uno bi-componente, l’altro tri-componente). In 2 casi, la caduta dorsale del glande ha lasciato esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due era evidente una diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio 2010 ad apicolpastica dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene (Herniamesh in 6 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly del glande dagli apici. Nel paziente con diastasi dei corpi cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del pene una benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio vascolo-nervoso. È stata quindi eseguita la glandulopessi. Risultati Il tempo operatorio medio è stato di 2,5 ore. Il follow-up medio dei pazienti è di 3,5 mesi (tra i 7 mesi ed 1 mese al momento della stesura dell’abstract). Tra le complicanze post-operatorie, segnaliamo: la comparsa di un’escara che ha coinvolto dalla seconda giornata post-operatoria la mucosa del glande in 2 pazienti; a risoluzione spontanea nel giro di 20 giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente l’edema cutaneo che ha coinvolto il III distale del pene, cui è in fine residuato un incremento della circonferenza del pene. Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né di ematomi peno-scrotali. Sei pazienti hanno ripreso l’attività sessuale e il glande è in asse. Conclusioni L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo, complesso, da eseguire con pazienza per il rischio di lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente. Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo ed è indispensabile un adeguato periodo di astinenza dall’attività sessuale. Non irrilevante è l’allargamento circonferenziale che si ottiene con questo interventoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.