Introduzione Tra le complicanze della chirurgia protesica esiste il rischio di estrusione protesica, legato al decubito che in alcuni casi i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi, causandone l’erosione. Presentiamo la nostra esperienza nell’apicoplastica mediante utilizzo di rete di prolene. Materiali e metodi Negli ultimi 3 anni, sono giunti alla nostra osservazione 12 casi di decubito distale di cilindri protesici, con grave atteggiamento SST del glande. 8 pazienti sono portatori di impianto protesico semirigido del pene; 4 pazienti sono portatori di impianto protesico gonfiabile del pene (uno bi-componente, 3 tri-componenti). In 4 casi, la caduta dorsale del glande ha lasciato esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due era evidente una diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio 2011 ad apicolpastica dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene (Herniamesh in 10 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly del glande dagli apici. Nel paziente con diastasi dei corpi cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del pene una benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio vascolo-nervoso. È stata quindi eseguita la glandulopessi. Risultati Il tempo operatorio medio è stato di 2,5 ore. Tra le complicanze post-operatorie, segnaliamo: la comparsa di un’escara che ha coinvolto dalla seconda giornata post-operatoria la mucosa del glande in 2 pazienti; a risoluzione spontanea nel giro di 20 giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente l’edema cutaneo che ha coinvolto il III distale del pene, cui è infine residuato un incremento della circonferenza del pene. Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né di ematomi peno-scrotali. 10 pazienti hanno ripreso l’attività sessuale. In tutti i pazienti il glande è in asse. Conclusioni L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo, complesso, da eseguire con prudenza per il teorico rischio di lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente. Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo ed è indispensabile un adeguato periodo di astinenza dall’attività sessuale. Non irrilevante è l’allargamento circonferenziale che si ottiene con questo intervento.
Sostituzione di protesi peniena, dopo disassemblydel glande e ricostruzione complessa degliapici cavernosi, per lesione secondaria da decubitodel cilindro protesico, utilizzando biomaterialisintetici
ROLLE, Luigi;CERUTI, Carlo;GALLETTO, ELISA LUCIA;FALCONE, MARCO;FONTANA, Dario
2011-01-01
Abstract
Introduzione Tra le complicanze della chirurgia protesica esiste il rischio di estrusione protesica, legato al decubito che in alcuni casi i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi, causandone l’erosione. Presentiamo la nostra esperienza nell’apicoplastica mediante utilizzo di rete di prolene. Materiali e metodi Negli ultimi 3 anni, sono giunti alla nostra osservazione 12 casi di decubito distale di cilindri protesici, con grave atteggiamento SST del glande. 8 pazienti sono portatori di impianto protesico semirigido del pene; 4 pazienti sono portatori di impianto protesico gonfiabile del pene (uno bi-componente, 3 tri-componenti). In 4 casi, la caduta dorsale del glande ha lasciato esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due era evidente una diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio 2011 ad apicolpastica dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene (Herniamesh in 10 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly del glande dagli apici. Nel paziente con diastasi dei corpi cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del pene una benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio vascolo-nervoso. È stata quindi eseguita la glandulopessi. Risultati Il tempo operatorio medio è stato di 2,5 ore. Tra le complicanze post-operatorie, segnaliamo: la comparsa di un’escara che ha coinvolto dalla seconda giornata post-operatoria la mucosa del glande in 2 pazienti; a risoluzione spontanea nel giro di 20 giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente l’edema cutaneo che ha coinvolto il III distale del pene, cui è infine residuato un incremento della circonferenza del pene. Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né di ematomi peno-scrotali. 10 pazienti hanno ripreso l’attività sessuale. In tutti i pazienti il glande è in asse. Conclusioni L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo, complesso, da eseguire con prudenza per il teorico rischio di lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente. Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo ed è indispensabile un adeguato periodo di astinenza dall’attività sessuale. Non irrilevante è l’allargamento circonferenziale che si ottiene con questo intervento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.