La letteratura ha evidenziato come il taboo e lo stigma associato al ciclo mestruale sia profondamente influenzato dal contesto sociale e abbia delle ripercussioni negative per le donne in termini di benessere, salute e status (Johnston-Robledo & Chrisler, 2013). Ciò è stato indagato alla luce della teoria dell’oggettivazione (AO) (Fredrickson & Roberts, 1997), in quanto l’interiorizzazione dello sguardo altrui comporta una percezione del corpo in termini sessuali che lo idealizzano secondo standard culturali in contrasto con la rappresentazione della donna durante il ciclo (Johnston-Robledo et al. 2003). I media contribuiscono ad alimentare queste rappresentazioni e questo taboo enfatizzando la dimensione di segretezza e imbarazzo (Chrisler, 2008), e diventa pertanto necessario far luce sui fattori che possano ridurne le conseguenze negative. Abbiamo condotto uno studio tramite un questionario online (N=168) per esaminare l’effetto dell’esposizione a due diversi spot pubblicitari (ciclo come taboo vs fenomeno quotidiano) di assorbenti igienici sull’AO in partecipanti italiane e svedesi. La Svezia sta infatti vivendo negli ultimi anni quella che è stata definita come la “Rivoluzione Mestruale”, volta a diffondere la consapevolezza del fenomeno all’interno del dibattito pubblico. I risultati mostrano come in entrambi i campioni livelli più alti di AO (nella dimensione di vergogna corporea) sono da ricondurre allo spot taboo solo per le partecipanti italiane. In più, è emerso che le conoscenze scientifiche del ciclo mestruale svolgerebbero un ruolo buffer nel ridurre gli effetti dello spot sull’AO. Ciò conferma la relazione emersa in letteratura tra auto-oggettivazione e rappresentazioni negative del ciclo mestruale, proponendo un’evidenza aggiuntiva all’idea che una conoscenza più approfondita del fenomeno, possibile solo attraverso la disponibilità ad affrontare apertamente questi temi, risulta un’efficace strategia per mitigare gli effetti di tali rappresentazioni.
"Giorni sì e giorni no...": tendenza all'auto-oggettivazione da parte di donne italiane e svedesi nelle rappresentazioni del ciclo mestruale
MOSSO, Cristina Onesta;SPADARO, GIULIANA
2016-01-01
Abstract
La letteratura ha evidenziato come il taboo e lo stigma associato al ciclo mestruale sia profondamente influenzato dal contesto sociale e abbia delle ripercussioni negative per le donne in termini di benessere, salute e status (Johnston-Robledo & Chrisler, 2013). Ciò è stato indagato alla luce della teoria dell’oggettivazione (AO) (Fredrickson & Roberts, 1997), in quanto l’interiorizzazione dello sguardo altrui comporta una percezione del corpo in termini sessuali che lo idealizzano secondo standard culturali in contrasto con la rappresentazione della donna durante il ciclo (Johnston-Robledo et al. 2003). I media contribuiscono ad alimentare queste rappresentazioni e questo taboo enfatizzando la dimensione di segretezza e imbarazzo (Chrisler, 2008), e diventa pertanto necessario far luce sui fattori che possano ridurne le conseguenze negative. Abbiamo condotto uno studio tramite un questionario online (N=168) per esaminare l’effetto dell’esposizione a due diversi spot pubblicitari (ciclo come taboo vs fenomeno quotidiano) di assorbenti igienici sull’AO in partecipanti italiane e svedesi. La Svezia sta infatti vivendo negli ultimi anni quella che è stata definita come la “Rivoluzione Mestruale”, volta a diffondere la consapevolezza del fenomeno all’interno del dibattito pubblico. I risultati mostrano come in entrambi i campioni livelli più alti di AO (nella dimensione di vergogna corporea) sono da ricondurre allo spot taboo solo per le partecipanti italiane. In più, è emerso che le conoscenze scientifiche del ciclo mestruale svolgerebbero un ruolo buffer nel ridurre gli effetti dello spot sull’AO. Ciò conferma la relazione emersa in letteratura tra auto-oggettivazione e rappresentazioni negative del ciclo mestruale, proponendo un’evidenza aggiuntiva all’idea che una conoscenza più approfondita del fenomeno, possibile solo attraverso la disponibilità ad affrontare apertamente questi temi, risulta un’efficace strategia per mitigare gli effetti di tali rappresentazioni.File | Dimensione | Formato | |
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