Il mantenimento della qualifica di azienda indenne da Rinotracheite Infettiva Bovina (IBR) rappresenta un costo elevato in termini di risorse umane e materiali, dal momento che tutti gli animali in età diagnostica devono essere sottoposti annualmente ad un esame sierologico individuale. Il test sierologico attualmente utilizzato è di tipo competitivo, il quale non risulta particolarmente sensibile nel caso sia applicato su latte di massa a causa della eccessiva diluizione degli anticorpi nel campione in esame. Per superare questi inconvenienti sono stati sviluppati un protocollo di purificazione/concentrazione delle immunoglobuline IgG da latte ed un test ELISA di tipo indiretto utilizzando la glicoproteina E ricombinante di Bovine Herpesvirus 1 (BoHV1) espressa in un sistema eucariota. La sensibilità analitica del test è stata inizialmente valutata in laboratorio con diluizioni scalari di latte positivo in latte negativo. In tali condizioni il test consente di ottenere un risultato positivo alla diluizione 1:40 (prevalenza teorica intra-allevamento di 2,5%). In condizioni di campo il test è stato applicato su campioni di latte massale provenienti da aziende indenni, ufficialmente indenni e positive, delle quali era noto lo stato sanitario dei singoli animali in lattazione. Fra queste ultime sono risultate positive al test, aziende con prevalenza di infezione negli animali in lattazione superiore al 2,5%. Fra le aziende indenni ed ufficialmente indenni (n=46), una è risultata positiva al test ELISA indiretto dopo la purificazione/concentrazione del campione di latte di massa. Su quest’ultima, i campioni di latte individuale (n=67) hanno evidenziato una singola positività (prevalenza 1,49%), confermata con esame sierologico ufficiale: una vacca di 10 anni, vaccinata con vaccino tradizionale vivo 7 anni prima e mai allontanata dopo la negativizzazione sierologica. Si è trattato verosimilmente di una positività da riattivazione del ceppo vaccinale senza fase escretiva. Il latte di questo animale ha comunque positivizzato il test ELISA è ha consentito di confermare la validità del test in condizioni di campo. Escludendo di conseguenza questo campione, il test proposto ha presentato una specificità diagnostica del 100% (95% CI 92,2%-100%). Il metodo descritto può essere quindi proposto come metodo di screening per la sorveglianza delle aziende da latte che hanno ottenuto la qualifica di indennità de IBR, consentendo di svelare circolazioni virali anche di modesta entità. Inoltre, un ulteriore vantaggio presentato da questo approccio, è rappresentato dalla possibilità di intensificare i controlli, aumentando così la precocità del processo diagnostico nel controllo e nella sorveglianza di IBR.
La sorveglianza sanitaria nelle aziende bovine gE negative mediante analisi sul latte di massa
MURATORE, ELVIRA;NOGAROL, Chiara;PROFITI, Margherita;BERTOLOTTI, Luigi;ROSATI, Sergio
2014-01-01
Abstract
Il mantenimento della qualifica di azienda indenne da Rinotracheite Infettiva Bovina (IBR) rappresenta un costo elevato in termini di risorse umane e materiali, dal momento che tutti gli animali in età diagnostica devono essere sottoposti annualmente ad un esame sierologico individuale. Il test sierologico attualmente utilizzato è di tipo competitivo, il quale non risulta particolarmente sensibile nel caso sia applicato su latte di massa a causa della eccessiva diluizione degli anticorpi nel campione in esame. Per superare questi inconvenienti sono stati sviluppati un protocollo di purificazione/concentrazione delle immunoglobuline IgG da latte ed un test ELISA di tipo indiretto utilizzando la glicoproteina E ricombinante di Bovine Herpesvirus 1 (BoHV1) espressa in un sistema eucariota. La sensibilità analitica del test è stata inizialmente valutata in laboratorio con diluizioni scalari di latte positivo in latte negativo. In tali condizioni il test consente di ottenere un risultato positivo alla diluizione 1:40 (prevalenza teorica intra-allevamento di 2,5%). In condizioni di campo il test è stato applicato su campioni di latte massale provenienti da aziende indenni, ufficialmente indenni e positive, delle quali era noto lo stato sanitario dei singoli animali in lattazione. Fra queste ultime sono risultate positive al test, aziende con prevalenza di infezione negli animali in lattazione superiore al 2,5%. Fra le aziende indenni ed ufficialmente indenni (n=46), una è risultata positiva al test ELISA indiretto dopo la purificazione/concentrazione del campione di latte di massa. Su quest’ultima, i campioni di latte individuale (n=67) hanno evidenziato una singola positività (prevalenza 1,49%), confermata con esame sierologico ufficiale: una vacca di 10 anni, vaccinata con vaccino tradizionale vivo 7 anni prima e mai allontanata dopo la negativizzazione sierologica. Si è trattato verosimilmente di una positività da riattivazione del ceppo vaccinale senza fase escretiva. Il latte di questo animale ha comunque positivizzato il test ELISA è ha consentito di confermare la validità del test in condizioni di campo. Escludendo di conseguenza questo campione, il test proposto ha presentato una specificità diagnostica del 100% (95% CI 92,2%-100%). Il metodo descritto può essere quindi proposto come metodo di screening per la sorveglianza delle aziende da latte che hanno ottenuto la qualifica di indennità de IBR, consentendo di svelare circolazioni virali anche di modesta entità. Inoltre, un ulteriore vantaggio presentato da questo approccio, è rappresentato dalla possibilità di intensificare i controlli, aumentando così la precocità del processo diagnostico nel controllo e nella sorveglianza di IBR.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.