Pur vicini territorialmente e favoriti dall’uso frequente della lingua francese gli zoologi del Regno di Sardegna non hanno avuto, salvi rari casi, stretti rapporti di collaborazione con i colleghi francesi fino agli inizi dell’Ottocento. I legami diventano invece assai più frequenti dopo la Rivoluzione con l’occupazione francese del Piemonte e la sua conseguente trasformazione in provincia metropolitana. Ciò è avvenuto anche, ma con formule di governo diverse, per altri stati italiani, prima indipendenti, aprendo un canale privilegiato con i centri di ricerca e i ricercatori d’oltralpe. I primi decenni dell’Ottocento sono caratterizzati dalla presenza, a Parigi, nel Muséum d’Histoire Naturelle, di zoologi di fama mondiale, mentre nella capitale del nuovo Impero affluiscono materiali biologici frutto delle spedizioni francesi in tutto il mondo. L’Università di Torino dipende strettamente da quella di Parigi e George Cuvier (1769-1832), che visiterà Torino nel 1810, ne è Ispettore generale e poi Grand Maître. A Parigi, tra gli altri, insegna Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829) e circa 25 sono i suoi allievi italiani, tra cui il napoletano Giosué Sangiovanni (1775-1849) e il piemontese Franco Andrea Bonelli (1784-1830). Anche se già nel 1802 a Torino Michele Spirito Giorna (1741-1809) è chiamato su una cattedra di Zoologia e Anatomia comparata, in realtà la prima cattedra italiana di zoologia risulta essere quella istituita a Napoli nel 1806. Grazie alla frequentazione di Lamarck gli zoologi italiani diffondono le nuove idee evoluzionistiche in Italia e Torino è uno dei centri più attivi. L’Accademia delle Scienze di Torino annovera fra i suoi soci numerosi biologi animali francesi e i rapporti epistolari del periodo sono frequenti. Con la caduta dell’Impero francese, rimangono comunque stretti i rapporti fra ricercatori e, in seguito a diverse vicende politico-istituzionali, troviamo in Italia Carlo Luciano Bonaparte (1803-1857), nipote diretto di Napoleone I, noto ornitologo, che fu patrocinatore delle Riunioni degli Scienziati italiani. In Francia, Ferdinando Arborio di Breme, duca di Sartirana (1807-1869) sarà l’unico presidente italiano della Société entomologique de France, nel 1844. Infine l’esploratore-naturalista Léon Croizat (1894-1992), di famiglia originaria di Chambery, nasce e si forma a Torino frequentandone il vivace ambiente culturale radunato attorno all’erpetologo Peracca. È riconosciuto come il padre del metodo biogeografico noto come Panbiogeografia. Nel corso del Novecento gli zoologi torinesi, pur non tralasciando gli ormai consolidati rapporti con le istituzioni transalpine, sembrano aprirsi con sempre maggiore interesse a un più vasto panorama scientifico internazionale.

I LEGAMI STORICO-SCIENTIFICI TRA ZOOLOGI FRANCESI E PIEMONTESI

Palestrini C.
2017-01-01

Abstract

Pur vicini territorialmente e favoriti dall’uso frequente della lingua francese gli zoologi del Regno di Sardegna non hanno avuto, salvi rari casi, stretti rapporti di collaborazione con i colleghi francesi fino agli inizi dell’Ottocento. I legami diventano invece assai più frequenti dopo la Rivoluzione con l’occupazione francese del Piemonte e la sua conseguente trasformazione in provincia metropolitana. Ciò è avvenuto anche, ma con formule di governo diverse, per altri stati italiani, prima indipendenti, aprendo un canale privilegiato con i centri di ricerca e i ricercatori d’oltralpe. I primi decenni dell’Ottocento sono caratterizzati dalla presenza, a Parigi, nel Muséum d’Histoire Naturelle, di zoologi di fama mondiale, mentre nella capitale del nuovo Impero affluiscono materiali biologici frutto delle spedizioni francesi in tutto il mondo. L’Università di Torino dipende strettamente da quella di Parigi e George Cuvier (1769-1832), che visiterà Torino nel 1810, ne è Ispettore generale e poi Grand Maître. A Parigi, tra gli altri, insegna Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829) e circa 25 sono i suoi allievi italiani, tra cui il napoletano Giosué Sangiovanni (1775-1849) e il piemontese Franco Andrea Bonelli (1784-1830). Anche se già nel 1802 a Torino Michele Spirito Giorna (1741-1809) è chiamato su una cattedra di Zoologia e Anatomia comparata, in realtà la prima cattedra italiana di zoologia risulta essere quella istituita a Napoli nel 1806. Grazie alla frequentazione di Lamarck gli zoologi italiani diffondono le nuove idee evoluzionistiche in Italia e Torino è uno dei centri più attivi. L’Accademia delle Scienze di Torino annovera fra i suoi soci numerosi biologi animali francesi e i rapporti epistolari del periodo sono frequenti. Con la caduta dell’Impero francese, rimangono comunque stretti i rapporti fra ricercatori e, in seguito a diverse vicende politico-istituzionali, troviamo in Italia Carlo Luciano Bonaparte (1803-1857), nipote diretto di Napoleone I, noto ornitologo, che fu patrocinatore delle Riunioni degli Scienziati italiani. In Francia, Ferdinando Arborio di Breme, duca di Sartirana (1807-1869) sarà l’unico presidente italiano della Société entomologique de France, nel 1844. Infine l’esploratore-naturalista Léon Croizat (1894-1992), di famiglia originaria di Chambery, nasce e si forma a Torino frequentandone il vivace ambiente culturale radunato attorno all’erpetologo Peracca. È riconosciuto come il padre del metodo biogeografico noto come Panbiogeografia. Nel corso del Novecento gli zoologi torinesi, pur non tralasciando gli ormai consolidati rapporti con le istituzioni transalpine, sembrano aprirsi con sempre maggiore interesse a un più vasto panorama scientifico internazionale.
2017
78th Congress of Unione Zoologica Italiana. Second Joint Meeting of Société Zoologique de France and Unione Zoologica Italiana
Torino
18.09.2017-23.09.2017
The evolution of animal diversity: a comparative approach
Donna D., Moietta M., Palestrini C., Peretto P., Roggero A. - Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università degli Studi di Torino and Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino, Italy
9
27
978-88-905691-7-3
Passerin, P.; Palestrini, Claudia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1652467
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