Accanto alle più note oreficerie decorate con miniature su pergamena sotto placchette di cristallo di rocca prodotte a Venezia tra il tardo XIII e la metà del XIV secolo , ne esistono numerose altre poco studiate realizzate in altri centri , già noti per la lavorazione del cristallo di rocca , che permettono di aggiungere nuove considerazioni su questa particolare tecnica. Uno di questi è Parigi, dove nel XIV e XV secolo sono realizzate alcune opere particolarmente sontuose. Le più antiche, riconducibili alla committenza dei primi tre sovrani della casata dei Valois – Filippo VI (1328-1350), Giovanni II (1350-1364) e Carlo V (1364-1380) –, sembrano indicare che tale tecnica fosse a Parigi di esclusiva pertinenza reale. Grazie a una di queste opere, nota solo attraverso la descrizione che ne fa l'argentier di Giovanni II, Etienne de La Fontaine, nel suo libro di conti , riusciamo inoltre a conoscere il valore economico di tali realizzazioni, che risulta essere molto elevato. Le prime informazioni di queste ricerche, ricavabili dallo studio delle opere parigine, permettono quindi di confutare le ipotesi che vedono in questa tecnica un surrogato più economico degli smalti.
La miniatura sotto cristallo di rocca a Parigi nel XIV e XV secolo
Alessia Marzo
2019-01-01
Abstract
Accanto alle più note oreficerie decorate con miniature su pergamena sotto placchette di cristallo di rocca prodotte a Venezia tra il tardo XIII e la metà del XIV secolo , ne esistono numerose altre poco studiate realizzate in altri centri , già noti per la lavorazione del cristallo di rocca , che permettono di aggiungere nuove considerazioni su questa particolare tecnica. Uno di questi è Parigi, dove nel XIV e XV secolo sono realizzate alcune opere particolarmente sontuose. Le più antiche, riconducibili alla committenza dei primi tre sovrani della casata dei Valois – Filippo VI (1328-1350), Giovanni II (1350-1364) e Carlo V (1364-1380) –, sembrano indicare che tale tecnica fosse a Parigi di esclusiva pertinenza reale. Grazie a una di queste opere, nota solo attraverso la descrizione che ne fa l'argentier di Giovanni II, Etienne de La Fontaine, nel suo libro di conti , riusciamo inoltre a conoscere il valore economico di tali realizzazioni, che risulta essere molto elevato. Le prime informazioni di queste ricerche, ricavabili dallo studio delle opere parigine, permettono quindi di confutare le ipotesi che vedono in questa tecnica un surrogato più economico degli smalti.File | Dimensione | Formato | |
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