Introduzione. Gli antipsicotici sono i farmaci di prima linea per il trattamento della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici. Tuttavia, alcuni studi clinici suggeriscono che l’esposizione a lungo termine agli antipsicotici di prima generazione (FGA), di seconda generazione (SGA), e le politerapie con antipsicotici possano contribuire all’eccesso di mortalità precoce di questa tipologia di pazienti. Obiettivi. Obiettivo dello studio è valutare l’associazione tra l’esposizione recente agli antipsicotici ed il rischio di morte in una coorte di pazienti torinesi ricoverati per disturbi psicotici. Metodi. La popolazione in studio è costituita da 5,508 pazienti residenti a Torino e ricoverati almeno una volta tra il 1997 ed il 2010 per schizofrenia, disturbo paranoide, e altre psicosi non organiche come causa primaria del ricovero. Le informazioni di interesse sono state recuperate attraverso record linkage tra l’archivio SDO, l’anagrafe, i censimenti, l’archivio di mortalità, e l’archivio delle prescrizioni farmaceutiche. Ogni anno di follow-up è stato classificato per ciascun soggetto in base all’esposizione allo specifico trattamento: è stato considerato esposto ad un determinato antipsicotico in quell’anno ogni soggetto che secondo l’archivio delle prescrizioni farmaceutiche ne aveva acquistato almeno 3 scatole durante l’anno. Gli anni di trattamento sono stati poi classificati come monoterapie, politerapie di antipsicotici e politerapie di antipsicotici e altro se il paziente in quell’anno aveva acquistato solo un antipsicotico, 2 diversi antipsicotici, o un antipsicotico e un altro farmaco psicoattivo. Tutti coloro che non rientravano nelle categorie di trattamento sono stati classificati come non trattati. Le monoterapie sono state ulteriormente classificate in antipsicotici di prima (FGA) o seconda generazione (SGA). L’associazione tra l’esposizione al trattamento nell’ultimo anno di follow-up e la mortalità è stata studiata attraverso un modello aggiustato di regressione di Poisson. Risultati. Rispetto ai pazienti non trattati, i pazienti esposti a monoterapia con FGA nell’ultimo anno di follow-up mostravano un rischio di morte per cause naturali inferiore (IRR 0.64; CI95%: 0.41-1.00, p=0.048), mentre quelli con monoterapia con SGA e in politerapia con antipsicotico e altro erano protetti sia nei confronti della mortalità per tutte le cause (IRR 0.69; CI95%: 0.50-0.94 e IRR 0.62; CI95%: 0.60-0.83 rispettivamente) che per le cause naturali (IRR 0.65; CI95%: 0.46-0.92 e IRR 0.53; CI95%: 0.37-0.74 rispettivamente). Il rischio di mortalità dei pazienti in politerapia con soli antipsicotici non era significativamente diverso da quello dei non trattati. Conclusioni. I risultati dello studio sono coerenti con quelli delle grandi coorti osservazionali condotte nel Nord Europa utilizzando archivi socio-sanitari. Assicurare corrette strategie di trattamento per i pazienti psicotici deve essere una priorità per il sistema delle cure della salute mentale.

Il trattamento con antipsicotici e la mortalità dei pazienti ricoverati per schizofrenia e altri disturbi psicotici nella città di Torino

Brambilla R;Costa G;Vigna-Taglianti F.
2016-01-01

Abstract

Introduzione. Gli antipsicotici sono i farmaci di prima linea per il trattamento della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici. Tuttavia, alcuni studi clinici suggeriscono che l’esposizione a lungo termine agli antipsicotici di prima generazione (FGA), di seconda generazione (SGA), e le politerapie con antipsicotici possano contribuire all’eccesso di mortalità precoce di questa tipologia di pazienti. Obiettivi. Obiettivo dello studio è valutare l’associazione tra l’esposizione recente agli antipsicotici ed il rischio di morte in una coorte di pazienti torinesi ricoverati per disturbi psicotici. Metodi. La popolazione in studio è costituita da 5,508 pazienti residenti a Torino e ricoverati almeno una volta tra il 1997 ed il 2010 per schizofrenia, disturbo paranoide, e altre psicosi non organiche come causa primaria del ricovero. Le informazioni di interesse sono state recuperate attraverso record linkage tra l’archivio SDO, l’anagrafe, i censimenti, l’archivio di mortalità, e l’archivio delle prescrizioni farmaceutiche. Ogni anno di follow-up è stato classificato per ciascun soggetto in base all’esposizione allo specifico trattamento: è stato considerato esposto ad un determinato antipsicotico in quell’anno ogni soggetto che secondo l’archivio delle prescrizioni farmaceutiche ne aveva acquistato almeno 3 scatole durante l’anno. Gli anni di trattamento sono stati poi classificati come monoterapie, politerapie di antipsicotici e politerapie di antipsicotici e altro se il paziente in quell’anno aveva acquistato solo un antipsicotico, 2 diversi antipsicotici, o un antipsicotico e un altro farmaco psicoattivo. Tutti coloro che non rientravano nelle categorie di trattamento sono stati classificati come non trattati. Le monoterapie sono state ulteriormente classificate in antipsicotici di prima (FGA) o seconda generazione (SGA). L’associazione tra l’esposizione al trattamento nell’ultimo anno di follow-up e la mortalità è stata studiata attraverso un modello aggiustato di regressione di Poisson. Risultati. Rispetto ai pazienti non trattati, i pazienti esposti a monoterapia con FGA nell’ultimo anno di follow-up mostravano un rischio di morte per cause naturali inferiore (IRR 0.64; CI95%: 0.41-1.00, p=0.048), mentre quelli con monoterapia con SGA e in politerapia con antipsicotico e altro erano protetti sia nei confronti della mortalità per tutte le cause (IRR 0.69; CI95%: 0.50-0.94 e IRR 0.62; CI95%: 0.60-0.83 rispettivamente) che per le cause naturali (IRR 0.65; CI95%: 0.46-0.92 e IRR 0.53; CI95%: 0.37-0.74 rispettivamente). Il rischio di mortalità dei pazienti in politerapia con soli antipsicotici non era significativamente diverso da quello dei non trattati. Conclusioni. I risultati dello studio sono coerenti con quelli delle grandi coorti osservazionali condotte nel Nord Europa utilizzando archivi socio-sanitari. Assicurare corrette strategie di trattamento per i pazienti psicotici deve essere una priorità per il sistema delle cure della salute mentale.
2016
40° Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia “Le evidenze in epidemiologia: una storia lunga 40 anni”
Torino
19-21 Ottobre 2016
Abstract book
132
132
Brambilla R, Diecidue R, Cuomo GL, Costa G, Vigna-Taglianti F.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1709832
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