L’impiego di portinnesti clonali nella moderna castanicoltura permette di rendere uniformi e costanti la gestione agronomica e la qualità delle produzioni. Inoltre gli ibridi clonali utilizzati come portinnesti presentano capacità nanizzante e maggiore resistenza alle fitopatie. I principali limiti di applicabilità sono dovuti alle caratteristiche della specie che, essendo ricca di sostanze tanniche, mostra una scarsa inclinazione all’autoradicazione. Tuttavia molte realtà europee stanno investendo in astoni innestati su portinnesti clonali. Protocolli efficaci di propagazione sono stati sviluppati presso il Chestnut R&D Center - Piemonte negli anni 2013-2018, con cloni ibridi eurogiapponesi. Sono inoltre in valutazione portinnesti clonali di provenienza spagnola, portoghese e attività di breeding per la selezione di portinnesti adatti alle cultivar italiane, come i marroni. I portinnesti prodotti hanno dimostrano buona compatibilità con le più diffuse cultivar italiane, seppure con alcune eccezioni. Sono state valutate diverse miscele di substrati per la propagazione attualmente utilizzate nel settore vivaistico; per favorire il processo di rizogenesi è risultato efficace l’acido indol-3-butirrico. È stata individuata la combinazione dei fattori ambientali determinanti nella riduzione della giovanilità, premessa indispensabile per l’autoradicazione. Dopo la radicazione le barbatelle possono agevolmente essere allevate in contenitore o messe in pieno campo l’anno successivo alla radicazione. Il protocollo individuato permette la moltiplicazione di ibridi di Castanea spp. anche a livello commerciale, ma per avviare un processo produttivo quantitativamente significativo e per un eventuale cambiamento di materiale genetico allevato, sono necessarie tempistiche lunghe.
La nuova castanicoltura intensiva su portinnesti clonali: materiali genetici, tecniche vivaistiche, vantaggi agronomici
Maria Gabriella Mellano
;Dario Donno;Gabriele Loris Beccaro
2020-01-01
Abstract
L’impiego di portinnesti clonali nella moderna castanicoltura permette di rendere uniformi e costanti la gestione agronomica e la qualità delle produzioni. Inoltre gli ibridi clonali utilizzati come portinnesti presentano capacità nanizzante e maggiore resistenza alle fitopatie. I principali limiti di applicabilità sono dovuti alle caratteristiche della specie che, essendo ricca di sostanze tanniche, mostra una scarsa inclinazione all’autoradicazione. Tuttavia molte realtà europee stanno investendo in astoni innestati su portinnesti clonali. Protocolli efficaci di propagazione sono stati sviluppati presso il Chestnut R&D Center - Piemonte negli anni 2013-2018, con cloni ibridi eurogiapponesi. Sono inoltre in valutazione portinnesti clonali di provenienza spagnola, portoghese e attività di breeding per la selezione di portinnesti adatti alle cultivar italiane, come i marroni. I portinnesti prodotti hanno dimostrano buona compatibilità con le più diffuse cultivar italiane, seppure con alcune eccezioni. Sono state valutate diverse miscele di substrati per la propagazione attualmente utilizzate nel settore vivaistico; per favorire il processo di rizogenesi è risultato efficace l’acido indol-3-butirrico. È stata individuata la combinazione dei fattori ambientali determinanti nella riduzione della giovanilità, premessa indispensabile per l’autoradicazione. Dopo la radicazione le barbatelle possono agevolmente essere allevate in contenitore o messe in pieno campo l’anno successivo alla radicazione. Il protocollo individuato permette la moltiplicazione di ibridi di Castanea spp. anche a livello commerciale, ma per avviare un processo produttivo quantitativamente significativo e per un eventuale cambiamento di materiale genetico allevato, sono necessarie tempistiche lunghe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.