O ano de 1993: una proposta di lettura il cui intento è riattualizzare il testo di José Saramago in coincidenza con il ventennale dell’attribuzione del premio Nobel. Partendo dalla costatazione che questo libro si sottrae esemplarmente a qualsiasi definizione di ordine genologico, pur conservando ben chiaro il legame che lo collega a una circostanza storica o contingente, il testo, anche in virtù della sua struttura frammentaria in versetti dal respiro biblico e con evidenti ritmi e toni poetici non appare datato, al contrario, nel corso dei più di quaranta anni dalla pubblicazione, ha acquisito un nuovo senso. Di fatto, a nostro parere, da un lato è diventato un vero e proprio scrigno, dove sono custodite le sementi delle future opere dello scrittore; dall’altro una allegoria del mondo attuale, dovuto alla potenziale proiezione in un futuro, forse distopico, ma anche radicalmente intriso di una visione “redentrice” dell’autore, per il quale l’uomo potrà conoscere un nuovo inizio solo recuperando uno stadio “primitivo” , “o doloroso nascimento duma primeira palavra” e con essa i valori di una nuova umanità possibile. Si tratterebbe, quindi, di una “opera aperta”, usando il conosciuto titolo di Umberto Eco, capace di sollecitare il lettore verso nuovi percorsi interpretativi.
"Debaixo da sombra que a criança levanta": ler hoje o Ano de 1993
ABBATI, Orietta
2020-01-01
Abstract
O ano de 1993: una proposta di lettura il cui intento è riattualizzare il testo di José Saramago in coincidenza con il ventennale dell’attribuzione del premio Nobel. Partendo dalla costatazione che questo libro si sottrae esemplarmente a qualsiasi definizione di ordine genologico, pur conservando ben chiaro il legame che lo collega a una circostanza storica o contingente, il testo, anche in virtù della sua struttura frammentaria in versetti dal respiro biblico e con evidenti ritmi e toni poetici non appare datato, al contrario, nel corso dei più di quaranta anni dalla pubblicazione, ha acquisito un nuovo senso. Di fatto, a nostro parere, da un lato è diventato un vero e proprio scrigno, dove sono custodite le sementi delle future opere dello scrittore; dall’altro una allegoria del mondo attuale, dovuto alla potenziale proiezione in un futuro, forse distopico, ma anche radicalmente intriso di una visione “redentrice” dell’autore, per il quale l’uomo potrà conoscere un nuovo inizio solo recuperando uno stadio “primitivo” , “o doloroso nascimento duma primeira palavra” e con essa i valori di una nuova umanità possibile. Si tratterebbe, quindi, di una “opera aperta”, usando il conosciuto titolo di Umberto Eco, capace di sollecitare il lettore verso nuovi percorsi interpretativi.File | Dimensione | Formato | |
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