Le testimonianze biologiche di individui riconducibili ad epoca pre-protostorica e storica, provenienti da siti di interesse archeologico, costituiscono a tutti gli effetti parte del nostro patrimonio culturale e sono tutelati ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Sono definibili come beni culturali ‘sensibili’, in quanto testimonianze uniche ed irripetibili dell’evoluzione umana la cui gestione non può prescindere da approcci multidisciplinari, in cui la conservazione deve essere non solo macroscopica ma anche genetica, e al contempo scienza ed etica non possono esimersi dall’entrare in dialogo. Presso il Laboratorio di Antropologia Fisica della SABAP-Bari, si è pertanto avviato un protocollo di gestione condiviso tra più figure professionali. La finalità è quella di assicurare programmate attività di catalogazione, prevenzione, manutenzione e restauro; al contempo ampio spazio viene destinato alle best practices per valorizzare tali beni, senza prescindere da mirati approcci etici definibili a seconda dei casi. I beni antropologici solo negli ultimi anni stanno divenendo oggetto di mirate forme di gestione da parte di specialisti, ciò costituisce un’opportunità per ampliare la salvaguardia e la trasmissione alle generazioni future di una parte poco nota e estremamente ‘sensibile’ del nostro patrimonio, ma al contempo rappresenta una responsabilità che interessa sia il mantenimento dell’integrità dei resti, sia il senso identitario che tali beni generano in maniera sempre crescente.
Human remains: beni culturali ‘sensibili’ verso nuove forme di tutela e valorizzazione
Angela SciattiCo-first
2021-01-01
Abstract
Le testimonianze biologiche di individui riconducibili ad epoca pre-protostorica e storica, provenienti da siti di interesse archeologico, costituiscono a tutti gli effetti parte del nostro patrimonio culturale e sono tutelati ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Sono definibili come beni culturali ‘sensibili’, in quanto testimonianze uniche ed irripetibili dell’evoluzione umana la cui gestione non può prescindere da approcci multidisciplinari, in cui la conservazione deve essere non solo macroscopica ma anche genetica, e al contempo scienza ed etica non possono esimersi dall’entrare in dialogo. Presso il Laboratorio di Antropologia Fisica della SABAP-Bari, si è pertanto avviato un protocollo di gestione condiviso tra più figure professionali. La finalità è quella di assicurare programmate attività di catalogazione, prevenzione, manutenzione e restauro; al contempo ampio spazio viene destinato alle best practices per valorizzare tali beni, senza prescindere da mirati approcci etici definibili a seconda dei casi. I beni antropologici solo negli ultimi anni stanno divenendo oggetto di mirate forme di gestione da parte di specialisti, ciò costituisce un’opportunità per ampliare la salvaguardia e la trasmissione alle generazioni future di una parte poco nota e estremamente ‘sensibile’ del nostro patrimonio, ma al contempo rappresenta una responsabilità che interessa sia il mantenimento dell’integrità dei resti, sia il senso identitario che tali beni generano in maniera sempre crescente.File | Dimensione | Formato | |
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