Nell’Enciclica è forte l’appello a una “nuova sintesi umanistica”, perché “La complessità e gravità dell'attuale situazione economica giustamente ci preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore” (CV 21). Anche per la filosofa liberale Nussbaum c’è bisogno della cultura umanistica per promuovere una cittadinanza inclusiva, una “democrazia umana, sensibile verso l’altro, intesa a garantire ad ognuno le giuste opportunità di vita, libertà e ricerca della felicità”. Ronald Dworkin, un altro pensatore liberale, propone un ideale umanistico in cui libertà ed uguaglianza siano in armonia perché non ci sia una distribuzione delle risorse iniqua e affinché nessuno sia privato di “fare della propria vita qualcosa di prezioso” Nussbaum e Dworkin sono solo due esempi che dimostrano come il pensiero liberale sia in proficuo fermento. Per Habermas, di fronte ai problemi bioetici dell’attualità la filosofia deve riaprire una discussione su quella che lui chiama “auto comprensione etica della specie”, ovvero sull’autocomprensione di ciascun essere umano del proprio appartenere alla specie umana. Molta filosofia contemporanea sostiene che sia necessario riaprire una discussione filosofica sull’umano, ma si rifiuta di compiere un’indagine “metafisica” e si limita a narrare, soprattutto la vulnerabilità e la precarietà della condizione umana, auspicando solidarietà e reciprocità.

Introduzione: una nuova sintesi umanistica,

Sgreccia P
In corso di stampa

Abstract

Nell’Enciclica è forte l’appello a una “nuova sintesi umanistica”, perché “La complessità e gravità dell'attuale situazione economica giustamente ci preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore” (CV 21). Anche per la filosofa liberale Nussbaum c’è bisogno della cultura umanistica per promuovere una cittadinanza inclusiva, una “democrazia umana, sensibile verso l’altro, intesa a garantire ad ognuno le giuste opportunità di vita, libertà e ricerca della felicità”. Ronald Dworkin, un altro pensatore liberale, propone un ideale umanistico in cui libertà ed uguaglianza siano in armonia perché non ci sia una distribuzione delle risorse iniqua e affinché nessuno sia privato di “fare della propria vita qualcosa di prezioso” Nussbaum e Dworkin sono solo due esempi che dimostrano come il pensiero liberale sia in proficuo fermento. Per Habermas, di fronte ai problemi bioetici dell’attualità la filosofia deve riaprire una discussione su quella che lui chiama “auto comprensione etica della specie”, ovvero sull’autocomprensione di ciascun essere umano del proprio appartenere alla specie umana. Molta filosofia contemporanea sostiene che sia necessario riaprire una discussione filosofica sull’umano, ma si rifiuta di compiere un’indagine “metafisica” e si limita a narrare, soprattutto la vulnerabilità e la precarietà della condizione umana, auspicando solidarietà e reciprocità.
In corso di stampa
“Caritas in veritate: La globalizzazione in termini di relazionalità, di comunione e di condivisione
Istituto Teologico Camillianum
24/05/2012
“Caritas in veritate": La globalizzazione in termini di relazionalità, di comunione e di condivisione
35
2
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