Le domande che hanno guidato la mia ricerca di dottorato sono due: che cosa significa abitare la Val di Fiemme, dopo la tempesta? E chi sono gli abitanti di questo territorio? Da un lato vi sono i membri di un'istituzione medievale, comproprietari di un patrimonio ambientale comprendente il 60% della vallata; dall'altro, una miriade di esseri viventi di cui la tempesta Vaia aveva improvvisamente evidenziato le specifiche capacita vitali e d'azione. Ho scelto di focalizzarmi sui mutamenti delle relazioni culturali ed ecologiche tra la comunità umana e il patrimonio forestale della Valle, nel contesto del post-disastro Vaia. La ricerca, e la tesi che ne condensa i risultati, si trova pertanto all'intersezione tra tre macro-aree dell'antropologia culturale: quella alpina, per lo specifico contesto montano; quella ambientale, per la prospettiva ecologica necessaria a integrare il patrimonio ambientale; quella dei disastri, con cui inquadrare il fenomeno Vaia. Per ciascuna di esse ho adottato approcci più specifici, funzionali al piano metodologico: rimanendo nel solco dell'antropologia alpina italiana, sono ricorso all'indagine storica per confrontarmi con la grande mole di materiale documentario, statistico e archivistico riguardante la Val di Fiemme, buona parte della quale si trova raccolto negli archivi comunali, in pubblicazioni di storiografi locali e nell'archivio della Magnifica Comunità, presso l'ex-palazzo vescovile di Cavalese. Sotto molti aspetti, il disastro Vaia è un esempio lampante dell'epoca in cui viviamo: benché non sia stato creato dai cambiamenti climatici, la sua eccezionale intensità distruttiva in Val di Fiemme mostra, da un lato, gli imprevedibili intrecci tra agency umane e non-umane nel tempo, e dall'altro, la capacita dei mutamenti globali di entrare in risonanza con le storie ambientali locali. Una parte importante di questa storia, nel contesto fiemmese, è stata giocata dalle filiere economiche del legno, formatesi già nel XVI secolo e progressivamente agganciate nel mercato capitalista contemporaneo. Proprio per il ruolo rivestito dall'economia estrattivista forestale in seno al disastro Vaia, ho ritenuto utile integrare la mia metodologia di ricerca con l'approccio dell'antropologia economica. La struttura dei primi tre capitoli riflette la suddivisione macro-tematica appena delineata. Il Capitolo 1 ha un taglio più “tradizionale”, riprendendo alcuni motivi classici dell'antropologia alpina, dando un'attenzione specifica alla dimensione comunitaria nella sua eterogeneità e nei suoi cambiamenti. Il Capitolo 2 è completamente dedicato al disastro Vaia, alla sua origine e al suo sviluppo in relazione alla storia ambientale locale della Valle. Nel Capitolo 3 mi sono soffermato, invece, sulla filiera economica del legno, analizzandone gli effetti sul patrimonio ambientale e le sue trasformazioni in relazione al disastro. Infine, il Capitolo 4 è composto da tre sotto-capitoli che riprendono le questioni più recenti di ciascuno dei tre capitoli precedenti, a cui si aggiunge un paragrafo conclusivo.

Fondata sul legno, colpita dal vento. Uno studio antropologico della Val di Fiemme e del disastro Vaia(2024 Sep 12).

Fondata sul legno, colpita dal vento. Uno studio antropologico della Val di Fiemme e del disastro Vaia

MARTELLOZZO, NICOLA
2024-09-12

Abstract

Le domande che hanno guidato la mia ricerca di dottorato sono due: che cosa significa abitare la Val di Fiemme, dopo la tempesta? E chi sono gli abitanti di questo territorio? Da un lato vi sono i membri di un'istituzione medievale, comproprietari di un patrimonio ambientale comprendente il 60% della vallata; dall'altro, una miriade di esseri viventi di cui la tempesta Vaia aveva improvvisamente evidenziato le specifiche capacita vitali e d'azione. Ho scelto di focalizzarmi sui mutamenti delle relazioni culturali ed ecologiche tra la comunità umana e il patrimonio forestale della Valle, nel contesto del post-disastro Vaia. La ricerca, e la tesi che ne condensa i risultati, si trova pertanto all'intersezione tra tre macro-aree dell'antropologia culturale: quella alpina, per lo specifico contesto montano; quella ambientale, per la prospettiva ecologica necessaria a integrare il patrimonio ambientale; quella dei disastri, con cui inquadrare il fenomeno Vaia. Per ciascuna di esse ho adottato approcci più specifici, funzionali al piano metodologico: rimanendo nel solco dell'antropologia alpina italiana, sono ricorso all'indagine storica per confrontarmi con la grande mole di materiale documentario, statistico e archivistico riguardante la Val di Fiemme, buona parte della quale si trova raccolto negli archivi comunali, in pubblicazioni di storiografi locali e nell'archivio della Magnifica Comunità, presso l'ex-palazzo vescovile di Cavalese. Sotto molti aspetti, il disastro Vaia è un esempio lampante dell'epoca in cui viviamo: benché non sia stato creato dai cambiamenti climatici, la sua eccezionale intensità distruttiva in Val di Fiemme mostra, da un lato, gli imprevedibili intrecci tra agency umane e non-umane nel tempo, e dall'altro, la capacita dei mutamenti globali di entrare in risonanza con le storie ambientali locali. Una parte importante di questa storia, nel contesto fiemmese, è stata giocata dalle filiere economiche del legno, formatesi già nel XVI secolo e progressivamente agganciate nel mercato capitalista contemporaneo. Proprio per il ruolo rivestito dall'economia estrattivista forestale in seno al disastro Vaia, ho ritenuto utile integrare la mia metodologia di ricerca con l'approccio dell'antropologia economica. La struttura dei primi tre capitoli riflette la suddivisione macro-tematica appena delineata. Il Capitolo 1 ha un taglio più “tradizionale”, riprendendo alcuni motivi classici dell'antropologia alpina, dando un'attenzione specifica alla dimensione comunitaria nella sua eterogeneità e nei suoi cambiamenti. Il Capitolo 2 è completamente dedicato al disastro Vaia, alla sua origine e al suo sviluppo in relazione alla storia ambientale locale della Valle. Nel Capitolo 3 mi sono soffermato, invece, sulla filiera economica del legno, analizzandone gli effetti sul patrimonio ambientale e le sue trasformazioni in relazione al disastro. Infine, il Capitolo 4 è composto da tre sotto-capitoli che riprendono le questioni più recenti di ciascuno dei tre capitoli precedenti, a cui si aggiunge un paragrafo conclusivo.
12-set-2024
35
SCIENZE PSICOLOGICHE, ANTROPOLOGICHE E DELL'EDUCAZIONE
BONATO, Laura
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