La tesi esplora il ruolo del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET) come spazio non solo di conservazione, ma anche di potenziale dialogo con la cittadinanza torinese, con particolare attenzione alla comunità peruviana. Attraverso una ricerca che coniuga teoria e pratica, il lavoro analizza le dinamiche di rappresentazione, inclusività e decolonizzazione che interessano i musei di antropologia ed etnografia nel contesto contemporaneo. La prima parte si concentra sulla funzione storica dei musei etnografici come strumenti di potere coloniale, evidenziando la necessità di riformare tali istituzioni alla luce delle teorie decoloniali e postcoloniali. Il MAET, con la sua collezione di manufatti latinoamericani, è studiato come caso emblematico per riflettere sulle modalità di rappresentazione delle culture “altre” e sull’importanza di una partecipazione attiva delle comunità di origine. Una sezione centrale è dedicata al coinvolgimento della comunità peruviana a Torino, il cui patrimonio culturale materiale e immateriale è stato analizzato attraverso laboratori, interviste e attività partecipative, come il progetto "Saperi e Sapori: un tour alla scoperta di Borgo San Paolo". Queste esperienze hanno evidenziato il valore del patrimonio come strumento di resilienza culturale e costruzione identitaria, promuovendo una nuova interpretazione delle collezioni museali. La tesi sottolinea, inoltre, la necessità di ripensare il processo di catalogazione dei beni demo-etno-antropologici, adottando un approccio che tenga conto delle biografie culturali degli oggetti, ispirandosi alle teorie di Kopytoff e Appadurai. Viene proposta una visione innovativa in cui gli oggetti musealizzati non sono più considerati statici, ma polifonici e relazionali, capaci di narrare storie complesse che intrecciano passato e presente. In conclusione, il lavoro evidenzia il potenziale trasformativo dei musei, che da luoghi di conservazione passiva possono diventare spazi di co-creazione culturale e dialogo critico, favorendo una rappresentazione più complessa della società, che non solo rappresenta, verso cui si rivolge. Attraverso il coinvolgimento diretto delle comunità, è possibile avviare un processo di decolonizzazione del patrimonio, valorizzando la pluralità delle voci e promuovendo una riflessione critica sull’identità museale e sulla sua funzione nella società contemporanea.
IL MUSEO DECOLONIALE: UN PROCESSO CONTEMPORANEO. La comunità peruviana torinese e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino(2024 Dec 12).
IL MUSEO DECOLONIALE: UN PROCESSO CONTEMPORANEO. La comunità peruviana torinese e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino
VALENTINI, MARGHERITA
2024-12-12
Abstract
La tesi esplora il ruolo del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET) come spazio non solo di conservazione, ma anche di potenziale dialogo con la cittadinanza torinese, con particolare attenzione alla comunità peruviana. Attraverso una ricerca che coniuga teoria e pratica, il lavoro analizza le dinamiche di rappresentazione, inclusività e decolonizzazione che interessano i musei di antropologia ed etnografia nel contesto contemporaneo. La prima parte si concentra sulla funzione storica dei musei etnografici come strumenti di potere coloniale, evidenziando la necessità di riformare tali istituzioni alla luce delle teorie decoloniali e postcoloniali. Il MAET, con la sua collezione di manufatti latinoamericani, è studiato come caso emblematico per riflettere sulle modalità di rappresentazione delle culture “altre” e sull’importanza di una partecipazione attiva delle comunità di origine. Una sezione centrale è dedicata al coinvolgimento della comunità peruviana a Torino, il cui patrimonio culturale materiale e immateriale è stato analizzato attraverso laboratori, interviste e attività partecipative, come il progetto "Saperi e Sapori: un tour alla scoperta di Borgo San Paolo". Queste esperienze hanno evidenziato il valore del patrimonio come strumento di resilienza culturale e costruzione identitaria, promuovendo una nuova interpretazione delle collezioni museali. La tesi sottolinea, inoltre, la necessità di ripensare il processo di catalogazione dei beni demo-etno-antropologici, adottando un approccio che tenga conto delle biografie culturali degli oggetti, ispirandosi alle teorie di Kopytoff e Appadurai. Viene proposta una visione innovativa in cui gli oggetti musealizzati non sono più considerati statici, ma polifonici e relazionali, capaci di narrare storie complesse che intrecciano passato e presente. In conclusione, il lavoro evidenzia il potenziale trasformativo dei musei, che da luoghi di conservazione passiva possono diventare spazi di co-creazione culturale e dialogo critico, favorendo una rappresentazione più complessa della società, che non solo rappresenta, verso cui si rivolge. Attraverso il coinvolgimento diretto delle comunità, è possibile avviare un processo di decolonizzazione del patrimonio, valorizzando la pluralità delle voci e promuovendo una riflessione critica sull’identità museale e sulla sua funzione nella società contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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