Per riferirsi al bosco il latino ha quattro termini: lucus, nemus, saltus e silua, più o meno sinonimici, nessuno dei quali connotabile con precisione rispetto agli altri. L’anfibologia del bosco prende le mosse innanzitutto dall’opposizione locus amoenus – locus horridus, poi dall’opposizione sacro-profano, cui va aggiunta quella tra lavoro e piacere. L’ambiguità semantica è profonda, ma può venir comunque distinta in un prima e dopo Virgilio: prima di Virgilio lucus indica il bosco sacro come luogo di culto, mentre silua la numinosità legata a prodigi o anche alla semplice antichità del bosco (profano). La neutralizzazione di questa opposizione è opera di Virgilio e, successivamente, non sarà sostituita da nessun’altra; i diversi termini saranno scelti per le ragioni formali di uariatio e enumeratio. Il contributo ipotizza alcune ragioni di ordine storico, antropologico e letterario per l'evoluzione di “bosco”, sottolineando che il campo semantico tende a connotarsi in maniera sempre più bivalente, ambigua e anceps. Latin has four words meaning “wood”: lucus, nemus, saltus and silva. These words are more or less synonymic, and none of them shows a truly distinctive connotation when compared to the others. The association of the wood with polar entities such as locus amoenus – locus horridus, sacred – profane, work – leisure is the starting point for the understanding of the amphibology, which is conclusively clarified by the Virgilian use of the words meaning “wood”. Before Vergil, lucus referred to the sacred wood, whereas silua referred to the non-sacred wood, with its prodigious nature or even its mere antiquity. After Virgil, this basic opposition fades away; rhetoric and style become the criteria governing the selection and grouping of the words meaning “wood”. This paper suggests historical, anthropological and literary reasons for the evolution of the “wood”, emphasizing the increasing ambiguity character of the concept.
Prospettive di studio per l’immaginario del bosco nella letteratura latina
MALASPINA, Ermanno
2004-01-01
Abstract
Per riferirsi al bosco il latino ha quattro termini: lucus, nemus, saltus e silua, più o meno sinonimici, nessuno dei quali connotabile con precisione rispetto agli altri. L’anfibologia del bosco prende le mosse innanzitutto dall’opposizione locus amoenus – locus horridus, poi dall’opposizione sacro-profano, cui va aggiunta quella tra lavoro e piacere. L’ambiguità semantica è profonda, ma può venir comunque distinta in un prima e dopo Virgilio: prima di Virgilio lucus indica il bosco sacro come luogo di culto, mentre silua la numinosità legata a prodigi o anche alla semplice antichità del bosco (profano). La neutralizzazione di questa opposizione è opera di Virgilio e, successivamente, non sarà sostituita da nessun’altra; i diversi termini saranno scelti per le ragioni formali di uariatio e enumeratio. Il contributo ipotizza alcune ragioni di ordine storico, antropologico e letterario per l'evoluzione di “bosco”, sottolineando che il campo semantico tende a connotarsi in maniera sempre più bivalente, ambigua e anceps. Latin has four words meaning “wood”: lucus, nemus, saltus and silva. These words are more or less synonymic, and none of them shows a truly distinctive connotation when compared to the others. The association of the wood with polar entities such as locus amoenus – locus horridus, sacred – profane, work – leisure is the starting point for the understanding of the amphibology, which is conclusively clarified by the Virgilian use of the words meaning “wood”. Before Vergil, lucus referred to the sacred wood, whereas silua referred to the non-sacred wood, with its prodigious nature or even its mere antiquity. After Virgil, this basic opposition fades away; rhetoric and style become the criteria governing the selection and grouping of the words meaning “wood”. This paper suggests historical, anthropological and literary reasons for the evolution of the “wood”, emphasizing the increasing ambiguity character of the concept.File | Dimensione | Formato | |
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