La corilicoltura piemontese si trova localizzata prevalentemente nelle colline dell’Albese, in particolare nelle zone ad altitudine più elevata, dove la vite non riesce ad esprimere al meglio le sue potenzialità. Attualmente, il tipo di mantenimento più utilizzato nel noccioleto è la lavorazione meccanica del suolo che si rende necessaria soprattutto per l’esigenza di avere il terreno perfettamente privo di vegetazione al momento della raccolta, effettuata anch’essa per la maggior parte con l’ausilio delle macchine aspiratrici. Tuttavia, la natura dei terreni, di giacitura per lo più pendente e di tessitura prevalentemente sabbiosa, li rende facilmente oggetto di fenomeni di ruscellamento in caso di piogge comportando oltre che una potenziale perdita di prodotto, anche la possibilità di avere gravi problemi di dissesto idrogeologico. Il forte dilavamento cui sono soggetti i noccioleti può inoltre determinare un notevole impoverimento degli elementi minerali del terreno. Per tali ragioni, sistemi di mantenimento del suolo alternativi alla lavorazione, quali il diserbo e l’inerbimento, sono stati sperimentati per cinque anni, dal 1994 al 1998, al fine di valutare l’influenza di tali tecniche sulla produttività delle piante e sulla qualità delle nocciole, nonchè gli effetti sulla composizione del terreno e sullo stato nutrizionale delle piante. Inoltre, si è voluto dare un contributo alle informazioni in materia di esigenze nutrizionali del nocciolo per migliorare le pratiche di concimazione del corileto, spesso caratterizzate da eccessive somministrazioni di fertilizzanti azotati.
Confronto tra diversi tipi di mantenimento del suolo nei noccioleti dell’Alta Langa
VALENTINI, Nadia;BOTTA, Roberto
2003-01-01
Abstract
La corilicoltura piemontese si trova localizzata prevalentemente nelle colline dell’Albese, in particolare nelle zone ad altitudine più elevata, dove la vite non riesce ad esprimere al meglio le sue potenzialità. Attualmente, il tipo di mantenimento più utilizzato nel noccioleto è la lavorazione meccanica del suolo che si rende necessaria soprattutto per l’esigenza di avere il terreno perfettamente privo di vegetazione al momento della raccolta, effettuata anch’essa per la maggior parte con l’ausilio delle macchine aspiratrici. Tuttavia, la natura dei terreni, di giacitura per lo più pendente e di tessitura prevalentemente sabbiosa, li rende facilmente oggetto di fenomeni di ruscellamento in caso di piogge comportando oltre che una potenziale perdita di prodotto, anche la possibilità di avere gravi problemi di dissesto idrogeologico. Il forte dilavamento cui sono soggetti i noccioleti può inoltre determinare un notevole impoverimento degli elementi minerali del terreno. Per tali ragioni, sistemi di mantenimento del suolo alternativi alla lavorazione, quali il diserbo e l’inerbimento, sono stati sperimentati per cinque anni, dal 1994 al 1998, al fine di valutare l’influenza di tali tecniche sulla produttività delle piante e sulla qualità delle nocciole, nonchè gli effetti sulla composizione del terreno e sullo stato nutrizionale delle piante. Inoltre, si è voluto dare un contributo alle informazioni in materia di esigenze nutrizionali del nocciolo per migliorare le pratiche di concimazione del corileto, spesso caratterizzate da eccessive somministrazioni di fertilizzanti azotati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.