I luoghi (e specialmente le città, che possono essere considerate come centri di addensamento comunicativo e di sovrapposizione di significati nel territorio) non hanno valore in sé, ma solo in riferimento a un certo sistema di credenze, aspettative e conoscenze, una “enciclopedia” che muta nel tempo. Buona parte dei monumenti che oggi custodiamo hanno avuto periodi di abbandono, o di uso puramente funzionale: il Palazzo dei Papi di Avignone e il Castello Sforzesco di Milano sono stati a lungo ridotti a caserme. Il senso dei luoghi cambia per il senso che vi è proiettato dalla società: esso è dunque sempre “risignificato”. Di qui la possibilità di influenzare tale valore con politiche di comunicazione e di infrastrutture. Ma tale influenza non può sovvertire completamente l’enciclopedia corrente, semmai può cercare di sfruttarne degli aspetti poco noti o non ancora utilizzati. Ci sembra una necessità preliminare, rispetto a ogni discorso sul luogo o sulla sua valorizzazione, compiere un’indagine sul senso che un territorio ha accumulato nel corso della sua storia e sul modo in cui questo senso è prodotto, diffuso e depositato. Per questo statuto del senso dei luoghi non vi è una differenza sostanziale fra il modo in cui vanno analizzati i luoghi reali e quello che si applica ai luoghi finzionali: a partire anche dall’ipotesi che i luoghi siano in qualche modo testi, ovvero luoghi di inscrizione, reiscrizione, ed erosione di segni e di valori, perciò soggetti a reinterpretazioni progressive di cui sono responsabili le comunità che in quei luoghi vivono e operano. Sono particolarmente interessanti perciò le politiche consapevoli di "riscrittura" del testo urbano, cui sono state sottoposte numerose città negli ultimi anni, da Berlino a Torino, da Genova a Glasgow. È necessaria, in tale contesto, una ampia interdisciplinarietà nella descrizione, dove hanno diritto di cittadinanza studi letterari, semiotici, antropologici, geografici, epistemologici, urbanistici, culturali in genere.
La città come testo - Scritture e ri-scritture urbane
LEONE, Massimo
2009-01-01
Abstract
I luoghi (e specialmente le città, che possono essere considerate come centri di addensamento comunicativo e di sovrapposizione di significati nel territorio) non hanno valore in sé, ma solo in riferimento a un certo sistema di credenze, aspettative e conoscenze, una “enciclopedia” che muta nel tempo. Buona parte dei monumenti che oggi custodiamo hanno avuto periodi di abbandono, o di uso puramente funzionale: il Palazzo dei Papi di Avignone e il Castello Sforzesco di Milano sono stati a lungo ridotti a caserme. Il senso dei luoghi cambia per il senso che vi è proiettato dalla società: esso è dunque sempre “risignificato”. Di qui la possibilità di influenzare tale valore con politiche di comunicazione e di infrastrutture. Ma tale influenza non può sovvertire completamente l’enciclopedia corrente, semmai può cercare di sfruttarne degli aspetti poco noti o non ancora utilizzati. Ci sembra una necessità preliminare, rispetto a ogni discorso sul luogo o sulla sua valorizzazione, compiere un’indagine sul senso che un territorio ha accumulato nel corso della sua storia e sul modo in cui questo senso è prodotto, diffuso e depositato. Per questo statuto del senso dei luoghi non vi è una differenza sostanziale fra il modo in cui vanno analizzati i luoghi reali e quello che si applica ai luoghi finzionali: a partire anche dall’ipotesi che i luoghi siano in qualche modo testi, ovvero luoghi di inscrizione, reiscrizione, ed erosione di segni e di valori, perciò soggetti a reinterpretazioni progressive di cui sono responsabili le comunità che in quei luoghi vivono e operano. Sono particolarmente interessanti perciò le politiche consapevoli di "riscrittura" del testo urbano, cui sono state sottoposte numerose città negli ultimi anni, da Berlino a Torino, da Genova a Glasgow. È necessaria, in tale contesto, una ampia interdisciplinarietà nella descrizione, dove hanno diritto di cittadinanza studi letterari, semiotici, antropologici, geografici, epistemologici, urbanistici, culturali in genere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.