La cultura dell’ecocriticism. Ogni discorso sulla crisi ecologica deve partire da un presupposto basilare: i problemi dell’ambiente (specialmente se sono indotti dall’uomo) non sono “soltanto” problemi che investono la natura nel suo complesso, con tutte le sue forme di biodiversità e i suoi equilibri biotici (di cui noi stessi siamo parte); ma sono problemi che investono anche le società umane e i loro membri. La crisi ecologica è cioè anche una crisi sociale i cui danni si riverberano in modo differente, spesso acuendo le diseguaglianze e i conflitti. Dire questo equivale a però anche dire che la crisi ecologica è principalmente legata a una crisi culturale: la messa in questione di questo problema investe pertanto la comunità intellettuale nel suo complesso, non solo quella scientifica stricto sensu, quindi, ma anche quella che si occupa della cultura umanistica. Comprendere le cause umane della crisi ecologica ed elaborare possibili vie d’uscita è infatti prioritario rispetto a ogni falsa rappresentazione e a ogni “mito dello sviluppo”. Bisogna imparare (ed educare) a vedere e a definire in termini diversi e più complessi la nostra relazione con l’ambiente, sia nei suoi aspetti di natura, paesaggio e biodiversità, sia nelle sue declinazioni sociali. Questo è il compito, ampio, di una cultura ambientale, che va pensata e implementata proprio sulla base di una ridefinizione di alcune nozioni preliminari, come ad esempio quelle di umanità, di ambiente, di economia, di sviluppo, di cultura. In questo orizzonte, l’ecocriticism rappresenta un interessante strumento di rinnovamento degli standard culturali. Nato dall’intersezione di critica letteraria, ecologia ed etica ambientale, esso si fa infatti portavoce di un nuovo modello di “umanesimo” in cui le istanze della natura e quelle della cultura possono essere messe criticamente in relazione. In questo intervento cercherò di illustrare il contesto culturale in cui l’ecocriticism si muove e opera, i suoi fondamentali punti di riferimento, le sue possibili applicazioni. Serenella Iovino, University of Turin The culture of ecocriticism. If we want to “use” literature as a means of social and historical awareness an interdisciplinary approach to literary criticism is necessary. In fact, an interdisciplinary approach based on the “crossfertilization” between the critical stances of philosophy and the imaginative and communicative power of literature makes both ethics and literature much more effective, especially in the present scenario of environmental disruption and of social crisis. This is also the reason of the “insurgence” of ecocriticism, a critical discipline whose major stances are basically ethical ones and which is driven by the idea of literature and culture as “ecological.” In the age of ecological crisis literature can choose to be “ethically charged” and to communicate an idea of resposibility. This responsibility involves both nature and society: the ecological crisis, in fact, is also a social crisis, whose harmful effects often make unevenness and conflicts sharper, both locally and globally. But, most of all it can be conceived as a cultural crisis: a crisis of “hyperseparation” between the instances of society, culture, and nature. In this presentation, I will try illustrate the ethical and cultural horizon of ecocriticism. In doing this, I will put ecocriticism it in the broader framework of a renewed form of humanism: namely, of a humanism which can be considered as an emancipatory discourse for both nature and society.
La cultura dell’ecocriticism
IOVINO, Serenella
2007-01-01
Abstract
La cultura dell’ecocriticism. Ogni discorso sulla crisi ecologica deve partire da un presupposto basilare: i problemi dell’ambiente (specialmente se sono indotti dall’uomo) non sono “soltanto” problemi che investono la natura nel suo complesso, con tutte le sue forme di biodiversità e i suoi equilibri biotici (di cui noi stessi siamo parte); ma sono problemi che investono anche le società umane e i loro membri. La crisi ecologica è cioè anche una crisi sociale i cui danni si riverberano in modo differente, spesso acuendo le diseguaglianze e i conflitti. Dire questo equivale a però anche dire che la crisi ecologica è principalmente legata a una crisi culturale: la messa in questione di questo problema investe pertanto la comunità intellettuale nel suo complesso, non solo quella scientifica stricto sensu, quindi, ma anche quella che si occupa della cultura umanistica. Comprendere le cause umane della crisi ecologica ed elaborare possibili vie d’uscita è infatti prioritario rispetto a ogni falsa rappresentazione e a ogni “mito dello sviluppo”. Bisogna imparare (ed educare) a vedere e a definire in termini diversi e più complessi la nostra relazione con l’ambiente, sia nei suoi aspetti di natura, paesaggio e biodiversità, sia nelle sue declinazioni sociali. Questo è il compito, ampio, di una cultura ambientale, che va pensata e implementata proprio sulla base di una ridefinizione di alcune nozioni preliminari, come ad esempio quelle di umanità, di ambiente, di economia, di sviluppo, di cultura. In questo orizzonte, l’ecocriticism rappresenta un interessante strumento di rinnovamento degli standard culturali. Nato dall’intersezione di critica letteraria, ecologia ed etica ambientale, esso si fa infatti portavoce di un nuovo modello di “umanesimo” in cui le istanze della natura e quelle della cultura possono essere messe criticamente in relazione. In questo intervento cercherò di illustrare il contesto culturale in cui l’ecocriticism si muove e opera, i suoi fondamentali punti di riferimento, le sue possibili applicazioni. Serenella Iovino, University of Turin The culture of ecocriticism. If we want to “use” literature as a means of social and historical awareness an interdisciplinary approach to literary criticism is necessary. In fact, an interdisciplinary approach based on the “crossfertilization” between the critical stances of philosophy and the imaginative and communicative power of literature makes both ethics and literature much more effective, especially in the present scenario of environmental disruption and of social crisis. This is also the reason of the “insurgence” of ecocriticism, a critical discipline whose major stances are basically ethical ones and which is driven by the idea of literature and culture as “ecological.” In the age of ecological crisis literature can choose to be “ethically charged” and to communicate an idea of resposibility. This responsibility involves both nature and society: the ecological crisis, in fact, is also a social crisis, whose harmful effects often make unevenness and conflicts sharper, both locally and globally. But, most of all it can be conceived as a cultural crisis: a crisis of “hyperseparation” between the instances of society, culture, and nature. In this presentation, I will try illustrate the ethical and cultural horizon of ecocriticism. In doing this, I will put ecocriticism it in the broader framework of a renewed form of humanism: namely, of a humanism which can be considered as an emancipatory discourse for both nature and society.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.