Pianta annuale di origine neartica, Ambrosia artemisiifolia L. è un’erbacea appartenente alla famiglia Asteraceae. Introdotta probabilmente attraverso l’importazione dall’America di partite di cereali infestati, A. artemisiifolia è attualmente segnalata in molti stati europei, dove è diventata una delle maggiori cause di pollinosi estiva. Il polline, prodotto in notevole quantità e soggetto a rapida dispersione anemofila, ha proprietà fortemente allergizzanti e può causare l’insorgenza di diverse patologie. La fioritura tardiva (da luglio sino a fine settembre) prolunga di circa 2 mesi le manifestazioni allergiche stagionali dei soggetti sensibili. Nella Pianura Padana tale specie sta acquisendo sempre maggiore importanza anche in ambito agricolo dove la sua presenza nelle colture primaverili estive, sia cerealicole che ortive, è in graduale intensificazione; recentemente è stata segnalata anche ai margini di vigneti. L’indubbia competitività e l’invasività di A. artemisiifolia rendono il suo contenimento di difficile realizzazione. In questo studio, finalizzato ad approfondire le conoscenze delle caratteristiche bio-ecologiche di questa infestante nell’areale piemontese, sono state analizzate le dinamiche di crescita di A. artemisiifolia a diversi livelli di densità e la sua risposta ad interventi di sfalcio a diversa intensità. A partire da una infestazione naturale di oltre 400 plantule m-2 sono state realizzate, mediante diradamento manuale, parcelle con densità pari a 25, 12,5 e 4 piante m-2 (Figura 1). Per valutare l’effetto della competizione, periodicamente sono stati determinati l’altezza, la biomassa e la superficie fogliare delle piante. L’altezza non è risultata significativamente influenzata dalla densità ed ha raggiunto un valore finale medio di circa 110 cm. La biomassa totale per pianta è risultata inversamente proporzionale alla densità, con valori massimi di 233 gSSpianta-1 alla densità di 4 piante m-2 a metà agosto. Nello stesso periodo, la quantità di biomassa riferita all’unità di superficie per pianta è risultato simile tra le densità (1030 gSSm-2). Comportamento simile è stato osservato per la superficie fogliare che variava da 0.018 a 0.057 m2 pianta-1, rispettivamente a 25 e a 4 piante m-2. L’indice di area fogliare (LAI) è risultato significativamente più elevato alla densità di 25 piante m-2 (3.99 m2m-2, a metà agosto) mentre l’area fogliare specifica (SLA) non è risultata diversa fra densità (mediamente 12.4 m2kgss). Per valutare l’azione di disturbo derivante dallo sfalcio è stata condotta una prova su parcelle di A. artemisiifolia alla densità di 12.5 piante m-2. Sono state confrontate 3 intensità di sfalcio ottenute effettuando gli sfalci al raggiungimento di una altezza media di 20 (tesi 20 cm), 50 (tesi 50 cm) oppure 80 cm (tesi 80 cm). Nel corso della prova sono stati effettuati 4 sfalci per la tesi 20 cm, 3 per la tesi 50 cm e 2 per la tesi 80 cm. Al momento di ciascun sfalcio è stato determinato il numero di piante fiorite e la percentuale di piante sopravvissute rispetto allo sfalcio precedente. Nella tesi 20 cm il numero di piante sopravvissute si è ridotto progressivamente ad ogni sfalcio. Dopo l’ultimo sfalcio (28 agosto) non sono stati più osservati ricacci. Nelle tesi 50 cm e 80 cm, le piante sopravvissute all’ultimo sfalcio (5 ottobre) rappresentavano rispettivamente il 55.3% e il 100% delle piante inizialmente presenti. Il numero delle piante fiorite è risultato mediamente prossimo al 100% nella tesi 80 cm e di circa 43% nelle tesi 20 cm e 50 cm. I risultati ottenuti hanno evidenziato che, nelle condizioni di infestazione monospecifica realizzate nelle prove, A. artemisiifolia presenta una notevole capacità di adattarsi a variabili condizioni di densità di infestazione, modificando i principali parametri di crescita. Elevate frequenze di sfalcio, pur determinando una sensibile riduzione delle piante presenti, hanno solo in parte ridotto la percentuale di piante fiorite e quindi il potenziale allergenico delle infestazioni. Questo risultato, in particolare, suggerisce la necessità di rivedere i piani di contenimento in ambiente urbano di A. artemisiifolia, attualmente basati sull’esecuzione di uno, o al massimo due, interventi di sfalcio.

Biologia e gestione di Ambrosia artemisiifolia L., specie ad elevato rischio di invasività per le colture ortoflorofrutticole

PATRACCHINI, Cristina;VIDOTTO, Francesco;FERRERO, Aldo
2008-01-01

Abstract

Pianta annuale di origine neartica, Ambrosia artemisiifolia L. è un’erbacea appartenente alla famiglia Asteraceae. Introdotta probabilmente attraverso l’importazione dall’America di partite di cereali infestati, A. artemisiifolia è attualmente segnalata in molti stati europei, dove è diventata una delle maggiori cause di pollinosi estiva. Il polline, prodotto in notevole quantità e soggetto a rapida dispersione anemofila, ha proprietà fortemente allergizzanti e può causare l’insorgenza di diverse patologie. La fioritura tardiva (da luglio sino a fine settembre) prolunga di circa 2 mesi le manifestazioni allergiche stagionali dei soggetti sensibili. Nella Pianura Padana tale specie sta acquisendo sempre maggiore importanza anche in ambito agricolo dove la sua presenza nelle colture primaverili estive, sia cerealicole che ortive, è in graduale intensificazione; recentemente è stata segnalata anche ai margini di vigneti. L’indubbia competitività e l’invasività di A. artemisiifolia rendono il suo contenimento di difficile realizzazione. In questo studio, finalizzato ad approfondire le conoscenze delle caratteristiche bio-ecologiche di questa infestante nell’areale piemontese, sono state analizzate le dinamiche di crescita di A. artemisiifolia a diversi livelli di densità e la sua risposta ad interventi di sfalcio a diversa intensità. A partire da una infestazione naturale di oltre 400 plantule m-2 sono state realizzate, mediante diradamento manuale, parcelle con densità pari a 25, 12,5 e 4 piante m-2 (Figura 1). Per valutare l’effetto della competizione, periodicamente sono stati determinati l’altezza, la biomassa e la superficie fogliare delle piante. L’altezza non è risultata significativamente influenzata dalla densità ed ha raggiunto un valore finale medio di circa 110 cm. La biomassa totale per pianta è risultata inversamente proporzionale alla densità, con valori massimi di 233 gSSpianta-1 alla densità di 4 piante m-2 a metà agosto. Nello stesso periodo, la quantità di biomassa riferita all’unità di superficie per pianta è risultato simile tra le densità (1030 gSSm-2). Comportamento simile è stato osservato per la superficie fogliare che variava da 0.018 a 0.057 m2 pianta-1, rispettivamente a 25 e a 4 piante m-2. L’indice di area fogliare (LAI) è risultato significativamente più elevato alla densità di 25 piante m-2 (3.99 m2m-2, a metà agosto) mentre l’area fogliare specifica (SLA) non è risultata diversa fra densità (mediamente 12.4 m2kgss). Per valutare l’azione di disturbo derivante dallo sfalcio è stata condotta una prova su parcelle di A. artemisiifolia alla densità di 12.5 piante m-2. Sono state confrontate 3 intensità di sfalcio ottenute effettuando gli sfalci al raggiungimento di una altezza media di 20 (tesi 20 cm), 50 (tesi 50 cm) oppure 80 cm (tesi 80 cm). Nel corso della prova sono stati effettuati 4 sfalci per la tesi 20 cm, 3 per la tesi 50 cm e 2 per la tesi 80 cm. Al momento di ciascun sfalcio è stato determinato il numero di piante fiorite e la percentuale di piante sopravvissute rispetto allo sfalcio precedente. Nella tesi 20 cm il numero di piante sopravvissute si è ridotto progressivamente ad ogni sfalcio. Dopo l’ultimo sfalcio (28 agosto) non sono stati più osservati ricacci. Nelle tesi 50 cm e 80 cm, le piante sopravvissute all’ultimo sfalcio (5 ottobre) rappresentavano rispettivamente il 55.3% e il 100% delle piante inizialmente presenti. Il numero delle piante fiorite è risultato mediamente prossimo al 100% nella tesi 80 cm e di circa 43% nelle tesi 20 cm e 50 cm. I risultati ottenuti hanno evidenziato che, nelle condizioni di infestazione monospecifica realizzate nelle prove, A. artemisiifolia presenta una notevole capacità di adattarsi a variabili condizioni di densità di infestazione, modificando i principali parametri di crescita. Elevate frequenze di sfalcio, pur determinando una sensibile riduzione delle piante presenti, hanno solo in parte ridotto la percentuale di piante fiorite e quindi il potenziale allergenico delle infestazioni. Questo risultato, in particolare, suggerisce la necessità di rivedere i piani di contenimento in ambiente urbano di A. artemisiifolia, attualmente basati sull’esecuzione di uno, o al massimo due, interventi di sfalcio.
2008
Incontri Fitoiatrici 2008 - Problemi fitosanitari delle colture ortoflorofrutticole ed evoluzione delle strategie di difesa
Torino
28/02/2008
Incontri fitoiatrici 2008 - Problemi fitosanitari delle colture ortoflorofrutticole ed evoluzione delle strategie di difesa
Ace International
30
30
9788887387193
C. Patracchini; F. Vidotto; A.A. Saglia; A. Ferrero
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